1. Introduzione
È molto utile, nei Censimenti criminologici, rendere più attendibili i risultati diminuendo il numero degli ultra-40enni oggetto di intervista scientifica. Un secondo accorgimento metodologico consiste nell’ evitare un’ iper-rappresentazione della popolazione femminile, almeno nel caso di domande afferenti allo stupro ed alla violenza domestica. In terzo luogo, nelle Statistiche penali elvetiche, gli Autori stanno via via abbandonando i questionari telefonici, che sono stati ormai sostituiti da domande via Web. In effetti, la popolazione giovanile risulta maggiormente disponibile e sincera nel caso di quesiti proposti a mezzo format e posta elettronica. All’ opposto, la via telefonica viene percepita come lesiva del diritto alla privacy. Altrettanto opportuno è ignorare l’ incidenza di forme bagatellari di criminalità non influenti in una prospettiva di lungo periodo.
Van DIJK & MAYHEW & KILLIAS ( 1990 ) hanno realizzato il primo << Sondaggio di Vittimologia >> con l’ ausilio di elaboratori elettronici. Tre anni prima, KILLIAS ( 1989 ) aveva incentrato un imponente Censimento criminologico sul ruolo della Parte Lesa e sulla percezione nazional-popolare della criminalità. Nella Confederazione, le principali Statistiche vittimologiche sono state tre, risalenti rispettivamente al 1996, al 2000 ed al 2005. Basilare è pure l’ apporto scientifico della Statistica di Polizia Giudiziaria << KRISTA >>, iniziata nel 2009 grazie al contributo delle Pubbliche Amministrazioni cantonali di Berna e di Zurigo. A partire dal 2011, sono stati poi inchiestati tutti i 26 Cantoni nonché i principali Comuni elvetici.
Prima degli Anni Ottanta del Novecento, i questionari erano sottoposti con il discutibile Metodo CATI ( Computer Assisted Telephone Interview ). Attualmente, l’ uso sistematico dei telefoni cellulari ha, di fatto, cancellato i tradizionali elenchi telefonici e la rete Web è divenuta il luogo cybernetico ideale per porre domande di matrice criminologica ( KILLIAS 2015). Inoltre, nel caso della Svizzera, l’ Ufficio Federale di Statistica è in grado di reperire senza insormontabili difficoltà più del 75 % dei residenti in territorio elvetico, per un totale di 30.857 nuclei familiari. Provvidenzialmente, nella Confederazione, il tessuto collettivo è molto collaborante.
Gli intervistati debbono aver compiuto i 16 anni d’ età. Complessivamente, il campione statistico è suddiviso in tre fasce anagrafiche, ovverosia dagli 0 ai 39 anni d’ età, dai 40 ai 64 e dai 65 ed oltre. Di solito, dalle banche-dati sono esclusi coloro che, in un Censimento pregresso, hanno sistematicamente risposto << non so / non rispondo >>. Inoltre, è reputata << credibile >> ogni serie di domande con un margine di errore algebricamente inferiore al 5 %. P.e., nel caso drammatico e terribilmente grave dello stupro, i soggetti << femmina >> dai 16 ai 25 anni forniscono risposte diverse rispetto alle Parti Lese di età superiore ai 39 anni, in tanto in quanto l’auto-percezione del danno subito muta con l’avanzare dell’ età.
2. La criminalità in Svizzera nel quinquennio 2011 – 2015 ( fonte : KILLIAS 2015 )
2.1 Furto di veicoli e di oggetti nei veicoli.
L’ 1,3 % dei patentati elvetici dichiara di aver subito un furto di automobile tra il 2011 ed il 2015. Il 5,8 % lamenta il furto di una motocicletta e l’ 8,3 % si è visto sottrarre autoradio o altri oggetti che erano presenti all’ interno delle vetture. La maggior parte dei furti si è verificata nei pressi di casa. Molte delle sottrazioni illecite risultano avvenute pure nelle stazioni ferroviarie e nei parcheggi pubblici.
2.2 Furto con scasso.
Tra il 2011 ed il 2015, nella Confederazione, i furti con scasso ed i relativi tentativi sono diminuiti di quasi 1 punto percentuale. Nel 2015, le effrazioni con finalità di furto hanno leso soltanto l’ 1,1 % degli intervistati. Gli anti-furto, le catene ed i serramenti rinforzati hanno registrato un aumento di ben il 26,9 % tra il 2011 ed il 2015. Il 57,1 % degli Svizzeri possiede un sistema elettronico di anti-furto in casa. Le ville singole sono saccheggiate nel 20,2 % dei casi. Gli appartamenti sono colpiti nel 42,6 % del totale.
2.3 Furto di beni personali.
Nel 2015, il 12,3 % dei quarantenni Svizzeri ha dichiarato di aver subito, nel corso degli ultimi 5 anni, il furto di beni personali come portafogli, vestiti o gioielli. Tali sottrazioni sono avvenute sul posto di lavoro, in istituzioni scolastiche, nei bar, nei mezzi di trasporto pubblico, nelle spiagge o per strada. Nel 2011, il furto di beni personali aveva attinto il 15,4 % degli inchiestati e delle inchiestate. Le donne fino ai 26 anni d’ età risultano più colpite rispetto ai derubati maschi. Altrettanto gravemente danneggiati sono gli anziani residenti nella Confederazione. Nel Censimento del 2015, gli oggetti maggiormente sottratti sono il portafogli ( 65,5 % del totale ) ed il telefono cellulare ( 26,4 % del totale ). Chi usa carte di credito risulta meno esposto ai furti di beni personali.
2.4 Il brigantaggio.
Nella Prassi criminologica francofona, il brigantaggio è un furto effettuato utilizzando violenza o, perlomeno, minacce verbali e gestuali ( all’ italiofona, si tratta della rapina propria e di quella impropria – commi 1 e 2 Art. 628 CP italiano ). In Svizzera, tra il 2011 ed il 2015, il brigantaggio ha inerito il 2,6 % della popolazione nazionale. Le Parti Lese maggiormente danneggiate hanno meno di 26 anni d’ età e sono maschi. KILLIAS & HAYMOZ & LAMON ( 2007 ) nonché AEBI ( 2014 ) hanno precisato che il tasso di incidenza delle rapine, in Europa, si attesta sul 3,7 %, dunque, nella Confederazione, il fenomeno, allo stato attuale, risulta sotto controllo. Il brigantaggio avviene quasi sempre nei quartieri vicini alla propria dimora e risulta commesso da rei sotto l’ effetto di alcool e/o di stupefacenti.
2.5 Violenza verbale / gestuale e minacce.
Tra il 2011 ed il 2015, il 7,9 % dei residenti elvetici dichiara di aver subito violenza o minacce o altri atti di intimidazione nei bar, per la strada, nelle scuole, su autobus, treni, metropolitane, nei cinema o sul posto di lavoro. Nel 2010, il 5,1 % degli Svizzeri lamentava di <<aver avuto paura >> a causa di frasi o gesti altrui. Nel 2015, le Parti Lese erano soprattutto maschi minori degli anni 26. Il 10,9 % dei minacciati reca nazionalità svizzera, mentre il 6,1 % non è svizzero. Dopo il 2015, il tasso di donne verbalmente aggredite è quasi pari a quello dei maschi. I reati di violenza e minaccia, nella Confederazione, hanno un’ incidenza simile a quella registrata nel Regno Unito ( BRITTON & KERSHAW & OSBORNE & SMITH 2012 ). È interessante notare che il 34,8 % delle violenze verbali e delle minacce si è verificato in danno di giovani o giovanissimi riuniti in luoghi di divertimento ( discoteche, pubs, locali notturni ). Soltanto il 5,6 % degli Svizzeri risulta minacciato in casa propria ed il 17,8 % sul posto di lavoro.
2.6 Le frodi commerciali.
Le frodi commerciali, nel 2015 in Svizzera, hanno fatto registrare un tasso complessivo dell’ 8,5 % contro il 10,5 % del 2011. L’ anno maggiormente negativo è stato il 2010. Le Parti Lese, nel caso delle truffe, non sono giovani ed hanno un’ età compresa tra i 26 ed i 39 anni. Gli ultra-39enni vittime di vendite fraudolente costituiscono l’ 8,1 % degli intervistati. I soggetti danneggiati maschi, tra il 2011 ed il 2015, prevalgono rispetto alla cifra delle donne raggirate ( 12,3 % contro 8,8 % ). Il 28,6 % delle frodi commerciali riguarda acquisti via Internet. Seguono le compere nei supermercati ( 14,5 % ), le riparazioni domestiche tramite idraulici, elettricisti o falegnami ( 8,6 % ), i lavori affidati ad elettrauto o meccanici ( 4,7 % ) e l’ affitto di camere in albergo ( 4,6 % ).
2.7 Truffe con carte di credito.
Tra il 2010 ed il 2015, il 3,5 % dei residenti nella Confederazione dichiara di aver subito acquisti involontari con carte di credito clonate. Nel 2014, le truffe bancarie hanno raggiunto la loro massima espansione. Molto diffuso è pure il furto della carta di credito, che incide del 12,7 % sul totale. Utenti maschi ed utenti donne sono colpiti in misura eguale ( 2,9 % in entrambi i casi ). La fascia d’ età media dei truffati oscilla dai 26 ai 39 anni d’ età, mentre gli infra-26enni sono meno coinvolti. Solitamente, viene clonata o sottratta la carta di credito di chi percepisce più di 7.500 Franchi al mese. Il problema riguarda anche coloro che dichiarano un reddito mensile compreso tra i 5.000 ed i 7.500 Franchi. Senza dubbio, i sistemi Bancomat e Postamat diminuiscono i pagamenti << cash >> non tracciabili, ma aumentano l’ incidenza delle truffe in caso di furto dei dati personali.
2.8 Atti di violenza via Internet.
Nel 2011, il 22,8 % degli Elvetici dichiara di aver subito truffe via Internet, phishing, virus, abuso di siti e infiltrazioni illecite nelle posta elettronica. Nel 2015, la delittuosità cybernetica si è assestata sul 6,6 %. Come prevedibile e, anzi, scontato, i danneggiati dalla rete Web sono più che altro infra-26enni ( 34,2 % ). Dai 26 ai 39 anni d’ età, le Parti Lese calano al 27,8 % e dopo i 39 anni il fenomeno si riduce al 16,7 %. I giovani maschi sono il 28,2 % delle vittime, le donne il 19,3 %. La criminalità on-line è formata da phishing ( 35,9 % ), virus ( 35,7 % ), furto di account o altre identità personali ( 12,3 % ), danneggiamento di siti ( 3,8 % ), intimidazioni ( 1,8 % ), sexting e sextorsion ( 1,8 % ). Gli atti di violenza via Internet, nella Confederazione, a partire dal 2011, sono diminuiti, ma la problematica rimane ognimmodo grave ed inquietante.
2.9 Frequenza delle denunzie e percezione popolare degli interventi della P.G.
Dal 2000 al 2013, le infrazioni maggiormente denunziate sono il furto di automobili (87,5 %), il furto di motociclette ( 73,7 % ), lo scasso per fini di furto ( 82,8 % ), la rapina ( 50,5 % ), le vie di fatto ( 20,2 % ) e le truffe con carte di credito ( 23 % ). Discretamente resi noti alla PG sono il furto di oggetti custoditi in auto ( 53 % ), il furto di biciclette ( 53,9 % ) ed il furto non aggravato ( 44,6 % ). Viceversa, sono scarsamente segnalati il tentativo di scasso ( 33,6 % ), le truffe ( 10,5 % ) e la cyber-delittuosità (3,9 % ). A parere degli utenti svizzeri, la PG svolge buone indagini nel 60-70 % dei casi, ma il gradimento del lavoro della Polizia scende al 30-40 % circa nei casi di furto di motociclette, truffe e crimini via Internet. Molti furti ed atti di violenza colpiscono gli ultra-60enni usciti di casa per acquisti primari, nonché gli adolescenti riuniti in locali di svago notturno durante la notte tra il Sabato e la Domenica. Nel caso di danni patrimoniali minimi o bagatellari, il cittadino svizzero medio, di solito, rinuncia a sporgere querela.
2.10 Valutazione collettiva delle attività di PG.
Nel 2015, l’ 87,9 % degli Svizzeri dichiarava di aver fiducia nella Polizia, il 6,7 % non era soddisfatto ed il 5,4 % non si pronunciava. Il 90,1 % degli intervistati fiduciosi nella PG ha più di 39 anni d’ età, mentre la popolazione giovanile manifesta più diffidenza nelle Istituzioni. La maggior parte degli infra-26enni ( 92 % ) non dà credito alle Forze dell’ Ordine o << non sa >> se dare credito. Anche nei precedenti Censimenti criminologici del 2011, i giovani dai 16 ai 26 anni si dimostravano dubbiosi. Gli intervistati maschi ( 86,2 % ) sono maggiormente drastici, mentre l’ 89,5 % delle intervistate donne si rivela fiducioso. Inoltre, i soggetti con un reddito mensile tra i 2.500 ed i 5.000 Franchi diffidano dalla Polizia, allorquando i contribuenti che percepiscono più di 7.500 Franchi al mese tendono a dare fiducia alla PG. Nel 2015, il 15 % di chi percepiva meno di 2.500 Franchi ogni 12 mesi << non >> giudica positivamente la Polizia, oppure << non sa >> quale risposta dare. Anzi, nel 2011, coloro che dubitavano nelle Istituzioni statali si dichiaravano delusi nei confronti del Consiglio Federale, del Parlamento, della Polizia e dell’ Autorità Giudiziaria. Per quanto possa apparire strano o financo paradossale, gli stranieri e soprattutto le donne straniere esprimono una valutazione ottimistica nei confronti della PG elvetica. La maggior parte degli insoddisfatti ha ricevuto multe stradali, oppure è stata vittima di un reato violento impunito, oppure ancora è stata oggetto di indagini di rilevanza penale.
Il 15,4 % degli Svizzeri reputa che la PG effettua << un lavoro molto buono >>. Il 75,7 % parla di << un lavoro abbastanza buono >>, il 7,4 % di un << lavoro abbastanza cattivo >> e l’ 1,5 % di << un lavoro pessimo >>. Il 61,1 % dei residenti non Svizzeri giudica << abbastanza buono >> il lavoro della Polizia. Di nuovo, coloro che valutano << pessimo >> o << abbastanza cattivo >> l’ operato della PG hanno un reddito basso ( meno di 2.500 Franchi al mese ) o reputato non idoneo ( tra i 2.500 ed i 5.000 Franchi al mese ). Viceversa, gli individui con redditi elevati ( più di 7.500 Franchi al mese ) recano una percezione << molto buona >> della Polizia.
Ponendo a confronto il 2011 con il 2015, il 6,5 % degli intervistati ha risposto che l’ attività della PG << è leggermente migliorata >>. Il 25,2 % dichiara invece che << non è cambiato niente >>, il 56,2 % che << è leggermente meglio >> ed il 10 % che << va molto meglio >>. Coloro che hanno risposto << non è cambiato niente >> sono, per il 60,1 %, infra-26enni, per il 53,7 % di età compresa tra i 26 ed i 39 anni e per il 55,7 % ultra-39enni. I diffidenti e gli scettici verso il lavoro della Polizia sono, in prevalenza, maschi e Svizzeri, mentre le donne e gli stranieri percepiscono dei miglioramenti all’ interno del quinquennio 2011-2015.
Nel 2015, il 61,7 % degli intervistati giudica << sufficiente >> la presenza della PG nei luoghi pubblici. Il 38,3 % reputa << insufficiente >> la quantità di poliziotti nelle strade e nelle piazze. Ha risposto << insufficiente >> il 29,1 % dei minori di anni 26. Il 67,8 % degli stranieri valuta come buona la quantità delle pattuglie dislocate sul territorio.
Tra il 2011 ed il 2015, la presenza della Polizia nei vari territori cantonali e regionali << è aumentata >> per il 38,4 % dei residenti, << è la stessa >> per il 50,7 % ed è << diminuita >> per il 10,8 %. Il 49,4 % degli infra-26enni percepisce un innalzamento quantitativo dei pattugliamenti, allorquando un notevole 54,3 % degli ultra-39enni risponde che << nulla è cambiato >> se si confronta il 2011 con il 2015. Il 50 % dei residenti maschi non ha avvertito miglioramenti, mentre il 41,4 % delle residenti donne si sente maggiormente tutelato nei luoghi aperti al pubblico. Attualmente, il 22,3 % degli intervistati qualifica come << molto disponibili >> gli UU.PP.SS. / UU.PP.GG. elvetici , il 54,6 % come << piuttosto disponibili >>, il 19,4 % come << poco disponibili >> ed il 3,6 % come << nient’ affatto disponibili >>. Un buon 45,3 % degli stranieri valuta come << piuttosto disponibili >> gli UU.PP.SS. / UU.PP.GG. . Come sempre, il 55,5 % delle donne non Svizzere giudica positivamente la disponibilità dei Poliziotti elvetici.
Il 44,3 % degli intervistati, nel 2015, ha risposto che la Polizia, in caso di emergenze, <<arriva rapidamente >>, il 16,3 % che << ci mette molto tempo >> ed il 39,4 % che <<dipende da cosa è successo >>. Il 62,5 % dei residenti stranieri ha barrato la casella << la Polizia arriva rapidamente >>.
Per quanto afferisce al controllo delle automobili sospette in sosta, l’ 82,9 % degli utenti afferma che gli accertamenti sono << sufficienti >>. Tale risposta è stabile in tutte le tre fasce d’ età utilizzate nella Statistica ( 16 – 26 anni / 26 – 39 / 39 ed oltre ). Sempre in tema di sicurezza stradale, il 74,7 % degli Svizzeri valuta come bastevoli i controlli relativi all’ eccesso di velocità e soltanto il 25,3 % degli utenti afferma che tali controlli << non sono abbastanza >>. I giovani maschi con un’ età inferiore ai 26 anni tendono a considerare quantitativamente frequenti gli autovelox e le altre forme simili di vigilanza. Viceversa, gli ultra-39enni lamentano una presunta scarsità degli accertamenti a carico di automobilisti imprudenti. Le moto sono << abbastanza controllate >> per il 51,5 % dei patentati.
2.11 L’ applicazione concreta della LAV.
Tanto nel 2011 quanto nel 2015, poche vittime, nella Confederazione, hanno concretamente fatto uso degli strumenti assistenziali previsti dalla LAV. Nel caso della rapina, uno scarso 11 % ( 12,8 % nel 2011 ) ha risposto << non ho fatto uso della LAV, ma un contatto sarebbe stato utile>>. Altrettanto quantitativamente bassa è la cifra dei fruitori della LAV nel caso delle minacce e degli atti di violenza fisica ( 22 % nel 2015 e 8,4 % nel 2011 ). Pertanto, la LAV si conferma come un Atto Normativo sterile ed eccessivamente assistenzialista. Siamo di fronte alla consueta ipertrofia dello statalismo democratico-sociale.
2.12 Atti di concussione o di corruzione.
Il 3,7 % degli Svizzeri intervistati ha ammesso di essere stato concusso da Pubblici Ufficiali stranieri nel corso del 2015. nel caso della Confederazione, la corruzione attiva e quella passiva raggiunge lo 0,8 %. Uno 0,4 % afferma di aver indebitamente pagato Funzionari della PA tanto in Svizzera quanto all’ estero. Nel 49 % dei casi, il Pubblico Ufficiale corrotto è un UPS / UPG. Un discreto 25,7 %, come prevedibile, è un Agente di Dogana. Il 7,7 % dei censiti ha denunciato l’ episodio di corruttela, ma il 75 % delle concussioni e delle corruzioni è rimasto impunito. Ognimmodo, rimane il legittimo dubbio circa il grado di sincerità delle risposte fornite.
2.13 L’ auto-percezione della sicurezza nelle pubbliche vie di notte.
Il 7,5 % dei maschi svizzeri ed il 22 % delle donne elvetiche ha paura di camminare solo / a per strada durante il buio serale o notturno. L’ insicurezza viene percepita maggiormente dal 16,4 % degli ultra-39enni con un reddito mensile compreso tra i 2.500 ed i 5.000 Franchi. Altrettanto elevato è il timore del 23,5 % degli ultra-39enni che hanno un familiare particolarmente debole ( parenti anziani, bambini e donne giovani ). L’ 11,5 % delle infra-26enni femmine, nel 2015, ha avuto concretamente paura di essere vittima di un’ aggressione per la strada. Inoltre, il 35,3 % degli Svizzeri con un elevato tenore di vita ( più di 5.000 Franchi al mese ) teme fortemente di subire un furto con scasso. I soggetti con un’ età compresa tra i 26 ed i 39 anni d’ età temono il vandalismo nelle pubbliche vie durante la notte ( 65,6 % ). Il 54,8 % dei quarantenni non si fida delle strade particolarmente sporche e degradate. Interessante è pure notare che il 54,8 % dei trentenni evita di frequentare al buio luoghi, piazze o viali nei quali sono presenti raggruppamenti giovanili. Gli intervistati tra i 26 ed i 39 anni d’ età evitano strade in cui si consumano o si commerciano stupefacenti ( 61,3 % del totale ). Anche il 56 % degli infra-26enni diffida dei luoghi di spaccio di droghe. Complessivamente, più del 50 % dei cittadini e dei residenti non tollera il vandalismo ed il 54,8 % si tiene accuratamente lontano da zone notoriamente frequentate da tossicodipendenti.
2.14 La sicurezza pubblica nelle manifestazioni sportive.
Nel 2015, in Svizzera, l’ ordine pubblico in concomitanza di manifestazioni sportive è garantito << molto bene >> per il 25,5 % degli intervistati, << abbastanza bene >> per il 68,2 %, << male >> per il 5,3 %, << molto male >> per lo 0,9 % e << non sa >> per lo 0,1 %. Gli infra-26enni si dichiarano sicuri per il 63,7 % e gli ultra-26enni forniscono risposte simili ( 67-68 % ). L’ 84 % dei problemi di ordine pubblico è cagionato da risse, l’ 81,1 % dai tifosi violenti ed il 65,2 % da spettatori ubriachi. Altrettanto fastidiose sono le cariche della Polizia ( 59,1 % ) nonché i fumogeni ed i petardi usati dalle tifoserie indisciplinate ( 56 % ).
2.15 Disordini legati alla circolazione stradale.
Il 29,4 % dei ciclisti svizzeri teme incidenti stradali, seguito dal 24 % degli automobilisti, dal 22,1 % dei pedoni e dal 18,4 % dei motociclisti. Viceversa, uno scarso 5,7 % degli utenti reca curiosamente paura di sinistri persino nell’ uso dei mezzi di trasporto pubblico. Le patentate donne hanno scrupoli alla guida per il 25,8 %, mentre i patentati maschi avvertono pericoli reali nella misura del 22,6 % del totale. L’ insicurezza in automobile colpisce tutte le fasce di reddito indistintamente ( 20-25 % circa ). I timori riguardano soprattutto gli ultra-26enni, allorquando, invece, dai 18 ai 26 anni d’ età i guidatori si dimostrano maggiormente disinibiti, in tanto in quanto soltanto il 19,5 % dei giovani stima seriamente i pericoli in auto.
2.16 La paura di attentati terroristici.
L’ 84,5 % degli Svizzeri tra i 26 ed i 39 anni d’ età non teme il terrorismo. Il numero di chi reca timori non supera in totale il 19-22 % circa. Chi dispone di un reddito mensile superiore ai 7.500 Franchi percepisce sicurezza nella misura dell’ 86,5 %.
2.17 Rischi personali e misure di protezione.
Le donne svizzere, per il 68,5 % prendono le seguenti precauzioni: evitare persone reputate inaffidabili ( 31,3 % ), evitare piazze e vie isolate ( 31,3 % ), non immettersi in sottopassaggi ( 36,4 % ), non uscire sola di casa ( 10,2 % ), non utilizzare trasporti pubblici ( 7,2 % ), rincasare sempre prima delle ore 20 ( 5,1 % ) ed evitare le stazioni ferroviarie ( 17,9 % ). Le donne straniere, per il 55,9 % si manifestano più disinibite, mentre le elvetiche mantengono stili di vita maggiormente conservatori. La prudenza e gli accorgimenti securitari ineriscono specialmente le infra-26enni con entrate mensili inferiori ai 2.500 Franchi.
B I B L I O G R A F I A
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