L’individuazione della data
L’Assemblea straordinaria dei soci dell’Anm, riunita in Roma il 30 aprile 2022, ha deliberato una giornata di astensione dall’attività giudiziaria, individuata dalla Giunta esecutiva centrale per lunedì 16 maggio 2022.
La garanzia dei servizi essenziali
Le ragioni dell’astensione sono contenute nel deliberato approvato dall’assemblea. L’astensione avverrà garantendo i servizi essenziali, così come evidenziati nella parte del codice di autoregolamentazione che li riguarda.
La mozione approvata dall’Assemblea Generale ANM
Il 30 aprile 2022 l’Assemblea Generale ha approvato una mozione, proclamando una giornata di astensione in protesta contro la riforma dell’ordinamento giudiziario approvata dalla Camera. Nel deliberato si legge che “La Magistratura tutta, che si riconosce nell’A.N.M., vuole denunciare pubblicamente che la riforma in discussione al Parlamento non accorcerà di un giorno la durata dei processi, ma cambierà radicalmente la figura del magistrato, in contrasto con quello che prevede la Costituzione”.
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La distinzione delle funzioni
Sull’esplicito presupposto che il Paese ha bisogno di recuperare fiducia nella magistratura, è stato evidenziato che per ottenere ciò serve una riforma che attui l’art. 107 della Costituzione, secondo cui i magistrati si distinguono fra loro soltanto per le funzioni e che affermi che non devono esistere carriere in magistratura. Per l’Assemblea, la riforma Cartabia, continuando l’opera intrapresa dalla riforma Castelli-Mastella, rende gerarchicamente ordinati anche gli uffici giudicanti, crea una magistratura alta e una bassa, e aumenterà l’ansia di carriera. Per la stessa Assemblea il Paese ha bisogno di magistrati che vengano valutati per la qualità del loro lavoro, e non soltanto per la quantità, che si concentrino solo sulle decisioni che devono prendere, non sugli adempimenti burocratici e nemmeno sulle loro carriere, liberi di giudicare serenamente, seguendo solo la loro coscienza, non di giudici impauriti delle ripercussioni personali delle loro decisioni. Per quanto riguarda la parte pubblica, nel deliberato si legge che il Paese abbisogna di pubblici ministeri che ragionino come giudici, aperti al dubbio sull’innocenza dell’indagato, che valutino le prove con il medesimo atteggiamento di terzietà del giudice, mentre non ha bisogno di avvocati dell’accusa, né di pubblici ministeri che sentono una condanna come una vittoria e un’assoluzione come una sconfitta, bensì che cercano la verità con fatica e umiltà, insieme a tutti gli altri protagonisti del processo.
Le criticità della riforma e il ruolo di ANM nell’agitazione
Il deliberato prosegue osservando che, come risulta formulata, la riforma pone dei concreti problemi di compatibilità col quadro normativo di riferimento sovranazionale, proponendo che l’ANM prosegua nello stato di agitazione e nei giorni che precedono la giornata di astensione:
- individui alcuni luoghi simbolici del territorio nazionali, collegati alla giurisdizione
- organizzi, in collaborazione con gli ordini forensi, i rappresentanti del personale amministrativo, una manifestazione pubblica, invitando alla stessa tutti i cittadini e gli amministratori locali;
- curi la lettura pubblica, nei medesimi luoghi, di provvedimenti innovativi, che hanno dato l’avvio ai mutamenti giurisprudenziali su temi sensibili, legati alla tutela dei diritti, al riconoscimento di situazioni degna di tutela, definito e individuato le responsabilità per i delitti che hanno segnato la storia dell’Italia repubblicana;
- predisponga nel più breve tempo possibile, anche tramite le commissioni di studio, brevi schede informative che spieghino i punti rilevanti della riforma e le conseguenze dannose per i cittadini e la giurisdizione;
- inviti tutte le sezioni e sottosezioni dell’ANM a organizzare assemblee permanenti, nelle quali ogni magistrato disponibile spiegherà i contenuti della riforma a piccoli gruppi di cittadini, instaurando con gli stessi un dialogo diretto.
La giornata di studio
Viene inoltre proposta l’organizzazione, in parallelo, di una giornata di studio confronto e dibattito dove, coinvolgendo gli stessi attori, la magistratura associata si interrogherà sulle cadute etiche e sulla crisi di consenso che ne è derivata, e ascolterà le critiche, le proposte, le indicazioni, perché si possa restituire alla giurisdizione l’autorevolezza che le è propria.
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