I tre “super” principi del Nuovo Codice contratti pubblici

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Il d.lgs. del 31 marzo 2023, n. 36, c.d. Nuovo codice dei contratti pubblici, introduce un’innovazione importante orientata alla centralità del risultato. Difatti, diviene fondamentale il raggiungimento del risultato dell’amministrazione, consistente nell’affidamento del contratto pubblico, che pone l’accento su aspetti quali il potere discrezionale  e l’auto-responsabilizzazione della stazione appaltante. Il Nuovo codice, inoltre, elenca dall’articolo 1 all’articolo 12 i principi applicabili alle procedure di appalto, considerando i primi tre principi, ovvero risultato, fiducia ed accesso al mercato, quali criteri interpretativi e applicativi delle disposizioni codicistiche[1]. Inoltre, è rilevante anche la riconfigurazione dei rapporti tra principi generali consolidati nell’ordinamento della contrattualistica pubblica, in particolare il rapporto tra risultato e concorrenza. Difatti, la concorrenza risulta secondo l’articolo 1, comma 2, del nuovo Codice “funzionale” a conseguire il miglior risultato possibile e, da tale disposizione, si evince che la concorrenza è intesa non come mero fine ma, più correttamente, come mezzo in vista del raggiungimento del risultato. Difatti, l’idea che la stazione appaltante debba perseguire solo la concorrenza rischia di contrastare con il più generale principio di buon andamento, di cui il “principio del risultato” rappresenta una “derivazione evoluta[2].
Per approfondimenti si consigliano i volumi: Le principali novità del Codice dei contratti pubblici e Nuovo codice dei contratti pubblici per operatori economici

Indice

1. Il principio del risultato


Il principio del risultato richiama la massima tempestività e il migliore rapporto possibile tra qualità e prezzo, nel rispetto dei principi di legalità, trasparenza e concorrenza[3]. Inoltre, il risultato costituisce attuazione del principio di rilevanza costituzionale del buon andamento e dei correlati criteri, ormai cristallizzati, di efficacia, efficienza ed economicità. Da tale previsione si evince come il risultato rappresenta la “derivazione evoluta” del buon andamento[4]. Infine, il principio del risultato rappresenta il criterio prioritario per l’esercizio del potere discrezionale e per l’individuazione della regola del caso concreto, oltreché per valutare le responsabilità e per attribuire gli incentivi.
Il risultato si inquadra nel contesto della legalità e della concorrenza: ma con il nuovo impianto codicistico si vuole ribadire che legalità e concorrenza da sole non bastano, perché l’obiettivo rimane la realizzazione delle opere pubbliche e la soddisfazione dell’interesse della collettività.


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2. Il principio della fiducia


Il principio della fiducia, strettamente collegato al risultato, richiama la “reciproca fiducia nell’azione legittima, trasparente e corretta dell’amministrazione, dei suoi funzionari e degli operatori economici”[5]. Inoltre, favorisce e valorizza l’iniziativa e l’autonomia decisionale dei funzionari pubblici[6]. La logica del principio della fiducia entra nella prospettiva di consentire la realizzazione della funzione di leva strategica per la ripresa economica e sociale del Paese. Si vuole, inoltre, scardinare la c.d. “paura della firma” e la “burocrazia difensiva”, rappresentano fonte di inefficienza e, conseguentemente, un ostacolo al rilancio economico, che richiede, al contrario, una pubblica amministrazione dinamica ed efficiente.
La fiducia viene promossa tramite l’obbligo, in capo alle stazioni appaltanti, di attivare una copertura assicurativa dei rischi per il personale, nonché la riqualificazione delle stazioni appaltanti orientata a professionalizzare i propri dipendenti, anche attraverso appositi piani di formazione.

3. Il principio dell’accesso al mercato


Le stazioni appaltanti e gli enti concedenti devono favorire, inoltre, l’accesso al mercato degli operatori economici. Tale principio di accesso al mercato si ricollega ai principi di concorrenza, imparzialità, non discriminazione, pubblicità, trasparenza e di proporzionalità.
In conclusione, il legislatore ha voluto porre al centro una codificazione basata sui principi, in particolare sui c.d. super principi e, In questa prospettiva, il nuovo codice vuole dare, sin dalle sue disposizioni di principio, il segnale di un cambiamento profondo, che mira ad accrescere lo spirito di iniziativa e la discrezionalità degli amministratori pubblici, introducendo una protezione correlata al rischio che accompagna la contrattualistica pubblica[7].

Volume consigliato


La trattazione è stata pensata, e sviluppata, in modo differente rispetto alla classica manualistica; si sono infatti voluti evitare gli appesantimenti dottrinali, limitando al massimo i richiami normativi e riportando solamente quelli indispensabili per meglio inquadrare le principali novità rispetto al precedente Codice degli appalti (D.Lgs. 50/2016).

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Le principali novità del Codice dei contratti pubblici

Il volume ha lo scopo di fornire dei focus specifici sulle più rilevanti modifiche introdotte dal nuovo Codice dei contratti pubblici (D.Lgs. 31 marzo 2023, n. 36), entrato in vigore il 1° aprile 2023 ed efficace, pur se non integralmente, dal 1° luglio 2023.La trattazione è stata pensata, e sviluppata, in modo differente rispetto alla classica manualistica; si sono infatti voluti evitare gli appesantimenti dottrinali, limitando al massimo i richiami normativi e riportando solamente quelli indispensabili per meglio inquadrare le principali novità rispetto al precedente Codice degli appalti (D.Lgs. 50/2016).In particolare, l’Autore illustra i nuovi principi del “risultato”, della “fiducia” e dell’“accesso al mercato”, la valorizzazione della semplificazione, dell’accelerazione e della digitalizzazione, la nuova figura del RUP (che da Responsabile Unico del Procedimento assume il ruolo di Responsabile Unico di Progetto), per poi ripercorrere tutte le innovazioni seguendo lo sviluppo della procedura di gara, dalla progettazione/programmazione all’esecuzione del contratto.Il taglio della pubblicazione, che si articola attraverso brevi approfondimenti degli istituti e un apparato di essenziali considerazioni pratico-operative, rende il volume adatto non solo a chi si occupa di appalti nella pubblica amministrazione e negli uffici gare delle imprese, ma anche a chi intendesse approfon- dire la conoscenza in vista di esami e/o concorsi per il pubblico impiego.Stefano UsaiVice segretario, responsabile dei servizi: Staff e direzione; Gestione delle risorse finanziarie e umane. Responsabile per la trasparenza ai sensi del D.Lgs. 33/2013 e dell’accesso civico; funzionario sostituto ai sensi dell’art. 2 della legge 241/1990. Formatore in materia di appalti e attività degli Enti locali in genere, autore di articoli e di numerose pubblicazioni in materia.

Stefano Usai | Maggioli Editore 2023

Note

  1. [1]

    Articolo 4 del decreto legislativo del 31 marzo 2023, n. 36.

  2. [2]

    Massari A., Gli Appalti Pubblici dopo il nuovo Codice – Primo commento al D.Lgs. 31 marzo 2023, n. 36, Santarcangelo di Romagna, Maggioli Editore, 2023.

  3. [3]

    Articolo 1, comma 1, del decreto legislativo del 31 marzo 2023, n. 36.

  4. [4]

    Articolo 1, comma 2, del decreto legislativo del 31 marzo 2023, n. 36.

  5. [5]

    Articolo 2, comma 1, del decreto legislativo del 31 marzo 2023, n. 36.

  6. [6]

    Articolo 2, comma 2, del decreto legislativo del 31 marzo 2023, n. 36.

  7. [7]

    Massari A., Gli Appalti Pubblici dopo il nuovo Codice – Primo commento al D.Lgs. 31 marzo 2023, n. 36, Santarcangelo di Romagna, Maggioli Editore, 2023.

Armando Pellegrino

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