Il mercato dell’automobile è sempre vivace e sta ufficialmente ripartendo, cercando di tornare il prima possibile ai livelli conosciuti nella fase prepandemica. In particolare, gli ultimi anni hanno visto un rinnovato interesse per il mercato dell’usato, con molti consumatori a caccia di ghiotte opportunità sul mercato di seconda mano. Anche nel settore dei ricambi usati l’offerta è ricca e tra le migliori realtà per l’acquisto di parti del veicolo originali c’è Ovoko, sempre più popolare sul web per il suo catalogo ricchissimo e la bontà del servizio offerto. In questo articolo, invece, vediamo come si acquista o si vende effettivamente un’automobile.
Indice
1. Il primo passo è l’annuncio
Quando si sceglie di vendere la propria automobile, il primo passaggio da fare è mettere un annuncio. Sul web esistono moltissimi siti dove gli utenti possono inserire i propri annunci di vendita praticamente di qualsiasi cosa, dai vestiti alle automobili, e nulla impedisce di utilizzarne più di uno, a patto di ricordarsi di rimuoverli a procedura completata. L’annuncio, però, ha come unico scopo quello di riuscire a mettere in contatto due parti: il venditore e il potenziale acquirente. Naturalmente, la fase di contrattazione è anche una richiesta di informazioni: chi vende dovrà rispondere a tutte le eventuali domande dell’acquirente sulle condizioni dell’auto e quant’altro.
2. Convalidare la vendita
Una volta trovato l’acquirente, è ovviamente necessaria una transazione economica. Tuttavia, la cessione del bene in cambio di soldi non è di per sé sufficiente a una vendita regolare, perché occorre la scrittura di un documento che serva da garanzia a entrambe le parti, ma in particolare all’acquirente. Il passo successivo, dunque, è la registrazione di un atto di vendita che serve a specificare il giorno in cui il bene è stato venduto, l’identità della persona che sarà la nuova proprietaria dell’automobile e anche la somma pattuita ed effettivamente pagata dall’acquirente. Tramite l’atto di vendita, il vecchio proprietario ufficializza la cessione a chi acquista. Questa dichiarazione deve essere sottoscritta in un ufficio ad hoc (ufficio anagrafe, motorizzazione civile, P.R.A., uno studio notarile o uno studio di consulenza automobilistica titolare S.T.A.) alla presenza di un pubblico ufficiale che ha lo scopo di autenticare la firma.
3. Il passaggio di proprietà
Dopo questa prima procedura burocratica, le due parti hanno a disposizione sessanta giorni per effettuare il passaggio di proprietà. Questa fase della procedura di vendita è fondamentale, perché consente all’acquirente di evitare di essere sanzionato e al venditore di non pagare multe, bolli, assicurazioni ed eventuali danni arrecati a persone o cose tramite il mezzo, dal momento che l’automobile risulta di proprietà del venditore fino al momento in cui viene registrata al cosiddetto Pubblico Registro Automobilistico (P.R.A.). Perché sia effettivamente completato, occorre presentare alcuni documenti: il certificato di proprietà del veicolo (che può essere anche digitale), la carta di circolazione, il documento di identità sia di chi acquista che di chi vende il veicolo, il codice fiscale di chi acquista il veicolo e il modello TT2119, la domanda che serve per l’aggiornamento del libretto di circolazione.
4. Quanto costa il passaggio di proprietà?
Vendere un’auto usata comporta anche dei costi. Tra quelli fissi, che comprendono le marche da bollo, le competenze e i tributi, la cifra raggiunge circa 85 euro. A questi, è necessario aggiungere anche l’IPT, ovvero la tassa provinciale di trascrizione, che dipende dalla potenza dell’automobile. Quando la potenza del veicolo è inferiore o uguale a 53 kW, il costo è di 150,81 euro, mentre per ogni kW in più il sovrapprezzo è di 3,5119 euro. Ciascuna provincia, inoltre, ha la possibilità di aumentare il sovrapprezzo per ogni kW oltre i 53 fino a un massimo del 30%, quindi non oltre 4,56 euro.
5. Il “mini” passaggio di proprietà dell’auto
C’è un’altra possibilità per il proprietario di un’automobile che intende venderla: il “mini” passaggio di proprietà, spesso noto anche come “minivoltura”. In questo caso, l’acquirente del veicolo non è un privato cittadino, ma una concessionaria. Lo scopo di questa tipologia di passaggio di proprietà, comunque, non cambia: il venditore del mezzo, in questo modo, diventa legalmente esente da qualsiasi tipo di responsabilità che abbia a che fare con il veicolo. In altre parole, nonostante sia una procedura leggermente semplificata rispetto a quella che abbiamo descritto nelle righe precedenti, essa è comunque strettamente necessaria perché l’automobile si trova in una condizione di “temporanea proprietà” del concessionario. L’obiettivo finale del concessionario, ovviamente, è quello di individuare un successivo acquirente.
6. I costi del “mini” passaggio di proprietà nella compravendita del veicolo
Anche questo tipo di procedura burocratica non è esente da costi, ma ci sono anche alcuni vantaggi in termini meramente economici in caso di vendita a un concessionario anziché a un privato cittadino. In questo caso, infatti, non è previsto il pagamento della cosiddetta imposta provinciale di trascrizione, che, come abbiamo visto, ha anche un costo variabile in base alla potenza dell’automobile e della provincia in cui si effettua l’operazione. Inoltre, un altro vantaggio pratico della minivoltura è rappresentato dal fatto che gli emolumenti ACI vengono, di fatto, dimezzati.
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