Da cosa può desumersi l’attualità della pericolosità sociale del proposto alla misura di prevenzione. Per avere un quadro unitario delle diverse novità normative che si sono susseguite nel tempo, si consiglia il seguente volume: Le riforme della giustizia penale
Indice
1. La questione: l’attualità della pericolosità sociale
La Corte di Appello di Palermo, sezione per le misure di prevenzione, revocava una misura della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno applicata dal Tribunale di Palermo.
Ciò posto, avverso questo provvedimento il procuratore generale presso la Corte di Appello di Palermo ricorreva per Cassazione, deducendo come il provvedimento impugnato si fondasse su un’errata applicazione della normativa (articolo 4 Decreto legislativo numero 159/2011). Per avere un quadro unitario delle diverse novità normative che si sono susseguite nel tempo, si consiglia il seguente volume: Le riforme della giustizia penale
Le Riforme della Giustizia penale
In questa stagione breve ma normativamente intensa sono state adottate diverse novità in materia di diritto e procedura penale. Non si è trattato di una riforma organica, come è stata, ad esempio, la riforma Cartabia, ma di un insieme di interventi che hanno interessato vari ambiti della disciplina penalistica, sia sostanziale, che procedurale.Obiettivo del presente volume è pertanto raccogliere e analizzare in un quadro unitario le diverse novità normative, dal decreto c.d. antirave alla legge per il contrasto della violenza sulle donne, passando in rassegna anche le prime valutazioni formulate dalla dottrina al fine di offrire una guida utile ai professionisti che si trovano ad affrontare le diverse problematiche in un quadro profondamente modificato.Completano la trattazione utili tabelle riepilogative per una più rapida consultazione delle novità.Antonio Di Tullio D’ElisiisAvvocato iscritto presso il Foro di Larino (CB), giornalista pubblicista e cultore della materia in procedura penale. Referente di Diritto e procedura penale della rivista telematica Diritto.it. Membro del comitato scientifico della Camera penale di Larino. Collaboratore stabile dell’Osservatorio antimafia del Molise “Antonino Caponnetto”. Membro del Comitato Scientifico di Ratio Legis, Rivista giuridica telematica.
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2. La soluzione adottata dalla Cassazione
La Suprema Corte riteneva il ricorso suesposto fondato.
In particolare, gli Ermellini addivenivano a siffatta conclusione, considerando il provvedimento impugnato viziato dall’inosservanza della normativa riguardante l’applicazione delle misure di prevenzione personali, la quale, in ragione anche delle consolidate scelte interpretative del giudice di legittimità, impone di verificare il profilo di attualità prendendo in esame tutti gli elementi sintomatici che consentano di accertare la persistenza di detta pericolosità fino al momento in cui viene adottata la decisione del primo giudice della prevenzione.
Difatti, l’attualità della pericolosità sociale del proposto alla misura di prevenzione può logicamente dedursi dalla sua latitanza di lunga durata, ritenuta possibile in conseguenza di una rete di appoggi riferibili a gruppi criminali organizzati ed efficienti, con i quali è razionale presumere che lo stesso sia in contatto (Cass. 2 n. 3175 del 1995).
Orbene, alla luce di tale quadro ermeneutico, per gli Ermellini, il provvedimento impugnato non aveva considerato che il proposto – nei cui confronti era stata disposta la misura cautelare della custodia in carcere per concorso esterno in associazione mafiosa- si era sottratto all’esecuzione del provvedimento restrittivo rendendosi irreperibile.
Il decreto impugnato era pertanto annullato con rinvio alla Corte di Appello di Palermo in diversa composizione.
3. Conclusioni
La decisione in esame desta un certo interesse essendo ivi chiarito un peculiare caso da cui potere inferire l’attualità della pericolosità sociale, per quanto concerne il proposto alla misura di prevenzione (personale).
Si afferma difatti in tale pronuncia, sulla scorta di un pregresso orientamento nomofilattico, che l’attualità della pericolosità sociale del proposto alla misura di prevenzione può logicamente dedursi dalla sua latitanza di lunga durata, ritenuta possibile in conseguenza di una rete di appoggi riferibili a gruppi criminali organizzati ed efficienti, con i quali è razionale presumere che lo stesso sia in contatto.
Quindi, in presenza di una latitanza di questo genere, è sconsigliabile, perlomeno in relazione a tale approdo ermeneutico, sostenere che la pericolosità sociale sia venuta meno.
Ad ogni modo, il giudizio in ordine a quanto statuito in codesta sentenza, poiché contribuisce a fare chiarezza su siffatta tematica giuridica sotto il versante giurisprudenziale, non può che essere positivo.
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