Intelligenza artificiale e il diritto: un binomio in evoluzione

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In questa calda estate 2024, una delle parole più “hype” del momento è senza dubbio intelligenza artificiale. Ma anche ChatGPT, AI generativa, insomma tutto quello che riguarda questa dirompente novità che è entrata nelle nostre vite nell’ultimo anno (anche se esiste da metà degli anni ’50) e che è destinata a cambiare per sempre il nostro modo di vivere e lavorare. In questa rubrica tratteremo vari temi legati all’AI generativa e ci soffermeremo su come essa impatti sulla nostra vita, personale e professionale e partiremo proprio dal binomio AI e diritto, uno di quelli che forse spaventa di più, per le implicazioni che potrebbe avere.
L’intelligenza artificiale ha cessato di essere una mera curiosità tecnologica, trasformandosi in una componente fondamentale della nostra vita quotidiana e professionale. Nel settore legale, l’AI sta rivoluzionando le metodologie tradizionali, ridefinendo il ruolo degli avvocati e creando nuove opportunità e sfide.
Questo articolo esplora come l’AI stia cambiando il panorama giuridico, fornendo esempi concreti delle sue applicazioni attuali e uno sguardo alle potenziali evoluzioni future.
Per rispondere a queste sfide abbiamo organizzato il corso online Legal Prompting – Corso Base, giunto alla sua terza edizione

Indice

1. L’Intelligenza Artificiale nel processo decisionale giudiziario


Uno degli ambiti più innovativi e controversi dell’intelligenza artificiale applicata al diritto è il processo decisionale giudiziario. In diversi sistemi giuridici, come negli Stati Uniti, si stanno sperimentando algoritmi avanzati per supportare i giudici nelle loro decisioni, con l’obiettivo di migliorare l’efficienza e l’oggettività del sistema giudiziario. Tuttavia, questi strumenti non sono esenti da critiche e sollevano importanti questioni etiche e legali.
Un esempio emblematico è rappresentato dal sistema COMPAS (Correctional Offender Management Profiling for Alternative Sanctions), utilizzato per valutare il rischio di recidiva dei detenuti. COMPAS analizza una vasta gamma di dati relativi al detenuto, tra cui informazioni demografiche, storico criminale e risposte a questionari specifici, per fornire una valutazione predittiva del rischio che il detenuto commetta nuovi reati. Questa valutazione viene poi utilizzata dai giudici per prendere decisioni in merito a libertà condizionali, sentenze e altre misure correttive.
Nonostante le potenzialità di questi strumenti, il loro utilizzo ha sollevato significative preoccupazioni etiche. Uno dei principali problemi è la mancanza di trasparenza. Gli algoritmi di AI, compresi quelli utilizzati da COMPAS, sono spesso considerati “scatole nere”, in quanto il loro funzionamento interno non è pienamente comprensibile né accessibile ai giudici, agli avvocati o ai detenuti stessi. Questa opacità può minare la fiducia nel sistema giudiziario e rendere difficile contestare le decisioni basate su valutazioni algoritmiche.
Un altro problema cruciale è la discriminazione algoritmica. Un’inchiesta giornalistica ha evidenziato come COMPAS tenda a sovrastimare il rischio di recidiva per i detenuti afroamericani rispetto ai detenuti bianchi, sollevando accuse di bias razziale. Questo fenomeno, noto come “bias algoritmico”, deriva dal fatto che gli algoritmi di AI apprendono dai dati storici, che possono riflettere pregiudizi esistenti nella società. Di conseguenza, l’AI può perpetuare e amplificare tali pregiudizi, portando a decisioni ingiuste e discriminatorie.
L’uso di AI nel processo decisionale giudiziario richiede una riflessione profonda sulle sue implicazioni legali ed etiche. Da un punto di vista giuridico, è essenziale garantire che le decisioni algoritmiche siano conformi ai principi di equità, trasparenza e responsabilità. Questo implica la necessità di regolamentare l’uso degli algoritmi, imponendo standard rigorosi per la loro trasparenza e verificabilità, nonché misure per prevenire e correggere il bias algoritmico.
Dal punto di vista etico, è fondamentale considerare l’impatto delle decisioni algoritmiche sui diritti e sulle libertà individuali. Gli algoritmi non devono sostituire il giudizio umano, ma piuttosto integrarlo, fornendo ai giudici strumenti aggiuntivi per prendere decisioni più informate. Tuttavia, è cruciale che i giudici mantengano la loro autonomia decisionale e che abbiano la possibilità di esaminare e contestare le valutazioni algoritmiche.
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2. Contratti intelligenti e Blockchain


L’intelligenza artificiale, insieme alla tecnologia blockchain, sta rivoluzionando il modo in cui vengono redatti e gestiti i contratti. I cosiddetti “contratti intelligenti” (smart contract) sfruttano la blockchain per automatizzare l’esecuzione delle clausole contrattuali, riducendo la necessità di intervento umano e minimizzando il rischio di errore o manipolazione.
I contratti intelligenti sono protocolli informatici che facilitano, verificano o fanno rispettare la negoziazione o l’esecuzione di un contratto. Sviluppati per la prima volta nel contesto delle criptovalute, come Ethereum, i contratti intelligenti vengono codificati sulla blockchain e diventano autoeseguibili. Ciò significa che una volta che le condizioni specificate nel contratto sono soddisfatte, le clausole vengono eseguite automaticamente senza la necessità di un intermediario umano.
Un esempio pratico è quello di un contratto di fornitura, dove il pagamento viene rilasciato automaticamente al fornitore non appena viene confermato che la merce è stata consegnata nelle condizioni concordate. Questo elimina la necessità di fidarsi della controparte per eseguire la sua parte del contratto, riducendo così il rischio di frodi e controversie.
Un altro esempio è il settore assicurativo, dove i contratti intelligenti possono automatizzare il pagamento delle polizze. Ad esempio, una polizza assicurativa di viaggio potrebbe essere programmata per rimborsare automaticamente l’assicurato in caso di ritardo del volo superiore a un determinato periodo, utilizzando dati forniti in tempo reale dalle compagnie aeree.

3. Benefici dei contratti intelligenti


1. Automazione ed efficienza: la caratteristica principale dei contratti intelligenti è la loro capacità di autoeseguire le clausole contrattuali, eliminando la necessità di interventi manuali e riducendo i tempi di esecuzione.
2. Sicurezza e immutabilità: la blockchain garantisce che i contratti siano immutabili e sicuri. Una volta registrato, il contratto non può essere alterato, garantendo trasparenza e fiducia tra le parti.
3. Riduzione dei costi: eliminando gli intermediari, i contratti intelligenti possono ridurre significativamente i costi associati alla stipula e all’esecuzione dei contratti.
4. Accuratezza: l’automazione riduce il rischio di errore umano, assicurando che i termini del contratto vengano eseguiti esattamente come programmato.
 
Nonostante i numerosi vantaggi, i contratti intelligenti pongono anche una serie di questioni giuridiche complesse che necessitano di un’attenta considerazione.
 
1. Determinazione della giurisdizione: uno dei problemi principali è stabilire quale giurisdizione sia competente in caso di controversie. I contratti intelligenti, essendo globali per natura, possono coinvolgere parti da diverse giurisdizioni, complicando la risoluzione delle dispute.
2. Risoluzione delle controversie: poiché i contratti intelligenti sono autoeseguibili, risolvere le controversie può essere problematico. Non esistendo un intermediario umano che possa intervenire, le parti devono ricorrere a metodi alternativi di risoluzione delle dispute, come l’arbitrato, che deve anch’esso essere adattato al contesto digitale.
3. Interazione con il diritto tradizionale: i contratti intelligenti devono essere compatibili con i principi del diritto tradizionale. Questo richiede un’analisi approfondita delle normative esistenti e potenzialmente nuove regolamentazioni per integrare queste innovazioni.
4. Codificazione dei termini contrattuali: la precisione dei contratti intelligenti dipende dalla capacità di tradurre i termini legali in codice informatico. Questo processo può essere complesso e richiede una stretta collaborazione tra legali e sviluppatori per garantire che il codice rifletta accuratamente l’intenzione delle parti.
L’evoluzione dei contratti intelligenti richiede anche un adeguamento normativo. Legislatori e regolatori stanno iniziando a considerare come integrare questi nuovi strumenti all’interno dei sistemi legali esistenti. Alcuni paesi stanno già esplorando l’idea di riconoscere legalmente i contratti intelligenti, con normative specifiche per garantire la loro validità e applicabilità.
Ad esempio, il governo dello stato dell’Arizona negli Stati Uniti ha approvato una legge che riconosce la validità dei contratti intelligenti e delle firme elettroniche basate su blockchain. Questo tipo di legislazione è un passo avanti verso l’accettazione e l’integrazione di queste tecnologie nel quadro giuridico tradizionale.

4. Ricerca giuridica e analisi predittiva


La ricerca giuridica è una delle aree in cui l’intelligenza artificiale sta mostrando un potenziale trasformativo significativo. Tradizionalmente, questo compito richiedeva ore di lavoro manuale, con avvocati e assistenti legali impegnati nell’analisi di ampie banche dati per trovare i precedenti e le leggi pertinenti. Con l’avvento dell’AI, questo processo è diventato molto più rapido ed efficiente.
Gli strumenti di intelligenza artificiale possono analizzare milioni di documenti in pochi secondi, identificando i precedenti rilevanti e fornendo risposte dettagliate a quesiti giuridici complessi. Piattaforme come ROSS Intelligence, basate su IBM Watson, utilizzano l’AI per aiutare gli avvocati a svolgere ricerche legali in modo più efficiente e preciso. Questi strumenti possono comprendere il linguaggio naturale, consentendo agli avvocati di porre domande in modo colloquiale e ottenere risposte pertinenti.
Alcuni dei vantaggi dell’utilizzo di sistemi di AI nella ricerca giuridica:
1. Efficienza e rapidità: l’AI può ridurre drasticamente il tempo necessario per la ricerca giuridica, passando da ore o giorni a pochi minuti. Questo permette agli avvocati di dedicare più tempo alla strategia del caso e alla consulenza legale.
2. Accuratezza e precisione: gli algoritmi di AI possono identificare con grande precisione i documenti rilevanti, minimizzando il rischio di errore umano e garantendo che nessuna informazione cruciale venga trascurata.
3. Accesso a informazioni aggiornate: gli strumenti di AI sono costantemente aggiornati con le ultime sentenze e modifiche legislative, garantendo che gli avvocati abbiano sempre accesso alle informazioni più recenti.
L’analisi predittiva è un altro ambito in cui l’AI sta facendo passi da gigante. Utilizzando tecniche di machine learning e grandi volumi di dati storici, l’AI può prevedere come un caso potrebbe essere deciso, fornendo agli avvocati un vantaggio strategico.
1. Previsioni su sentenze e decisioni: gli algoritmi predittivi possono analizzare i precedenti giudiziari, i comportamenti dei giudici e le caratteristiche del caso per fornire una previsione probabilistica dell’esito di un processo. Questo è particolarmente utile per le strategie di negoziazione e per decidere se procedere con un contenzioso.
2. Identificazione dei rischi: l’AI può aiutare a identificare i potenziali rischi legali associati a un caso, permettendo agli avvocati di prepararsi meglio e di adottare misure preventive.
3. Ottimizzazione delle strategie legali: con l’analisi predittiva, gli avvocati possono sviluppare strategie più informate e mirate, aumentando le possibilità di successo in tribunale.
 L’uso dell’IA nella ricerca giuridica e nell’analisi predittiva solleva anche questioni etiche e professionali che devono essere affrontate con attenzione.
1.Bias e imparzialità: gli algoritmi di AI possono riflettere bias presenti nei dati storici. È essenziale che i professionisti legali siano consapevoli di questi potenziali pregiudizi e che adottino misure per mitigarli.
2. Privacy e sicurezza dei dati: l’uso di AI richiede l’accesso a grandi quantità di dati, il che solleva preoccupazioni riguardo alla privacy e alla sicurezza delle informazioni sensibili. È fondamentale garantire che questi strumenti siano conformi alle normative sulla protezione dei dati.
3. Responsabilità e affidabilità: gli avvocati devono comprendere i limiti degli strumenti di AI e utilizzarli come supporto, non come sostituti del proprio giudizio professionale. La responsabilità ultima per le decisioni legali rimane dell’avvocato.
Tuttavia, l’integrazione dell’intelligenza artificiale nella ricerca giuridica è destinata a crescere, con continui miglioramenti nelle tecnologie di machine learning e natural language processing. Il futuro potrebbe vedere strumenti di AI ancora più sofisticati, capaci di fornire analisi giuridiche complete, strategie legali personalizzate e una maggiore previsione degli esiti giudiziari e gli avvocati che adottano queste tecnologie potrebbero a breve essere in grado di offrire un servizio legale migliore, più rapido e più informato, mantenendo al contempo un alto standard etico e professionale, con un conseguente elevatissimo vantaggio competitivo nei confronti dei colleghi.

Conclusioni: l’avvocato del futuro


L’intelligenza artificiale rappresenta una forza trasformativa nel settore legale, con un potenziale che va ben oltre la semplice automazione delle attività quotidiane. I contratti intelligenti, l’analisi predittiva e l’efficienza nella ricerca giuridica sono solo alcuni degli ambiti in cui l’AI sta già facendo sentire il suo impatto. Tuttavia, l’adozione di queste tecnologie deve essere affrontata con una consapevolezza critica delle loro implicazioni etiche, normative e operative.
L’innovazione portata dall’AI offre opportunità straordinarie per migliorare l’efficienza e la precisione del lavoro legale, ridurre i costi e rendere più accessibile la giustizia. Tuttavia, è essenziale che questa innovazione venga accompagnata da una rigorosa attenzione alle questioni etiche e normative. Gli avvocati e i legislatori devono collaborare per sviluppare un quadro regolatorio che garantisca l’equità, la trasparenza e la responsabilità nell’uso dell’AI.
Le sfide poste dall’AI, come il bias algoritmico, la determinazione della giurisdizione nei contratti intelligenti e la privacy dei dati, richiedono soluzioni innovative e ponderate. La trasparenza negli algoritmi, l’audit dei sistemi di AI e la formazione continua degli operatori legali sono passi fondamentali per affrontare queste sfide. Allo stesso tempo, le opportunità sono immense. Gli strumenti di ricerca giuridica avanzati possono democratizzare l’accesso alle informazioni legali, permettendo a studi legali di tutte le dimensioni di competere ad armi pari. L’analisi predittiva può aiutare a risolvere controversie in modo più rapido ed efficiente, mentre i contratti intelligenti possono semplificare le transazioni commerciali riducendo il rischio di frodi e errori.
Il futuro della pratica legale sarà inevitabilmente caratterizzato da una maggiore integrazione della tecnologia. Tuttavia, è fondamentale ricordare che l’AI non deve sostituire il giudizio umano, ma piuttosto potenziarlo. Gli avvocati devono rimanere al centro del processo decisionale, utilizzando l’AI come strumento per migliorare la loro capacità di servire i clienti e garantire la giustizia.
Per realizzare appieno il potenziale dell’AI nel diritto, è necessario un quadro normativo che sia flessibile e adattabile alle rapide evoluzioni tecnologiche. Questo quadro dovrebbe promuovere l’innovazione mentre protegge i diritti fondamentali e assicura la responsabilità degli strumenti di AI. Legislatori e professionisti del settore devono lavorare insieme per creare standard che regolino l’uso dell’AI, garantendo che queste tecnologie siano utilizzate in modo etico e sicuro. 
Gli avvocati del futuro dovranno essere non solo esperti di diritto, ma anche competenti in tecnologia. La formazione legale dovrà evolversi per includere corsi su intelligenza artificiale, blockchain e altre tecnologie emergenti. Solo così i professionisti legali potranno sfruttare appieno le nuove opportunità offerte dall’AI, mantenendo al contempo i più alti standard di integrità professionale.
In definitiva, l’intelligenza artificiale non è solo una rivoluzione tecnologica, ma una sfida a ripensare il ruolo del diritto nella società. Abbracciando l’AI con un approccio critico e consapevole, possiamo costruire un sistema giuridico più efficiente, equo e accessibile, dove la tecnologia e il diritto lavorano insieme per il bene comune. L’equilibrio tra innovazione e responsabilità sarà la chiave per sfruttare al meglio questo potente strumento, garantendo che la giustizia rimanga sempre al servizio dell’umanità.

Formazione in materia per professionisti


Per rispondere a queste sfide abbiamo organizzato il corso online Legal Prompting – Corso Base.
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Precisamente, il primo modulo mira a fornire una comprensione fondamentale di ChatGPT e delle sue logiche di base. Il corso si concentra sull’esplorazione pratica di come ChatGPT può essere utilizzato per automatizzare e assistere in diverse attività legali stragiudiziali. Gli avvocati apprenderanno a impiegare ChatGPT per la ricerca legale, la creazione di documenti, e la consulenza, migliorando l’efficienza e la qualità del loro lavoro. Il modulo contiene un capitolo bonus dedicato alla privacy. I partecipanti acquisiranno competenze per gestire le questioni di privacy e sicurezza legale all’uso professionale di ChatGPT. Saranno dotati di strumenti e tecniche per configurare ChatGPT in modo che rispetti i principi di tutela dei dati, garantendo un utilizzo responsabile e conforme alle normative vigenti.
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