Quando ricorre l’estorsione ambientale?

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La decisione in esame desta un certo interesse essendo ivi chiarito quando ricorre l’estorsione ambientale. Per avere un quadro unitario delle diverse riforme che si sono susseguite nel tempo, si consiglia il seguente volume: Le riforme della giustizia penale

Corte di Cassazione -sez. II pen.- sentenza n. 27807 del 19-06-2024

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Indice

1. La questione: l’estorsione ambientale


Il Tribunale di Catanzaro, in funzione di giudice del riesame, decidendo in sede di rinvio a seguito di una sentenza emessa dalla Corte di Cassazione, confermava un’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale della medesima città, che aveva applicato all’indagata la misura cautelare della custodia in carcere.
Ciò posto, avverso questa decisione il difensore dell’accusata ricorreva per Cassazione e, tra i motivi ivi addotti, costui deduceva violazione degli artt. 325, 606 e 627 cod. proc. pen. con riferimento alla ritenuta estorsione, contestando il fatto che fosse stata ritenuta ravvisabile nella fattispecie in esame l’estorsione c.d. ambientale. Per avere un quadro unitario delle diverse riforme che si sono susseguite nel tempo, si consiglia il seguente volume: Le riforme della giustizia penale

FORMATO CARTACEO

Le Riforme della Giustizia penale

In questa stagione breve ma normativamente intensa sono state adottate diverse novità in materia di diritto e procedura penale. Non si è trattato di una riforma organica, come è stata, ad esempio, la riforma Cartabia, ma di un insieme di interventi che hanno interessato vari ambiti della disciplina penalistica, sia sostanziale, che procedurale.Obiettivo del presente volume è pertanto raccogliere e analizzare in un quadro unitario le diverse novità normative, dal decreto c.d. antirave alla legge per il contrasto della violenza sulle donne, passando in rassegna anche le prime valutazioni formulate dalla dottrina al fine di offrire una guida utile ai professionisti che si trovano ad affrontare le diverse problematiche in un quadro profondamente modificato.Completano la trattazione utili tabelle riepilogative per una più rapida consultazione delle novità.Antonio Di Tullio D’ElisiisAvvocato iscritto presso il Foro di Larino (CB), giornalista pubblicista e cultore della materia in procedura penale. Referente di Diritto e procedura penale della rivista telematica Diritto.it. Membro del comitato scientifico della Camera penale di Larino. Collaboratore stabile dell’Osservatorio antimafia del Molise “Antonino Caponnetto”. Membro del Comitato Scientifico di Ratio Legis, Rivista giuridica telematica.

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2. La soluzione adottata dalla Cassazione


Il Supremo Consesso reputava il motivo suesposto infondato alla stregua di quell’orientamento nomofilattico secondo cui, dal momento che la connotazione di una condotta come minacciosa e la sua idoneità ad integrare l’elemento strutturale del reato vanno valutate in relazione a concrete circostanze oggettive quali la personalità sopraffattrice dell’agente, le circostanze ambientali in cui lo stesso opera, l’ingiustizia della pretesa e le particolari condizioni soggettive della vittima, poiché più marcata è la vulnerabilità di quest’ultima, maggiore è la potenzialità coercitiva di comportamenti anche “velatamente” minacciosi (Sezione 2, n. 2702 del 18/11/2015), va da sé che, in tema di estorsione ambientale, rilevano soltanto le modalità in sé della richiesta estorsiva che, pur formalmente priva di contenuto minatorio, ben può manifestare un’energica carica intimidatoria – come tale percepita dalla vittima stessa – alla luce della sottoposizione del territorio in cui detta richiesta è formulata all’influsso di notorie consorterie mafiose (Sezione 2, n. 22976 del 13/4/2017).

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3. Conclusioni


La decisione in esame desta un certo interesse essendo ivi chiarito quando ricorre l’estorsione ambientale.
Si afferma difatti in tale pronuncia, sulla scorta di un pregresso indirizzo interpretativo, che, in tema di estorsione ambientale, rilevano le modalità della richiesta estorsiva, anche se priva di minacce esplicite, se percepite dalla vittima come intimidatorie a causa dell’influenza di consorterie mafiose nel territorio.
Ove quindi si verifichi una situazione di questo genere, ben può essere ritenuta ravvisabile tale peculiare forma di estorsione (come è avvenuto nel caso di specie).
Ad ogni modo, il giudizio in ordine a quanto statuito in codesta sentenza, poiché contribuisce a fare chiarezza su siffatta tematica giuridica sotto il versante giurisprudenziale, non può che essere positivo.

Avv. Di Tullio D’Elisiis Antonio

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