Protezione dei dati dei minori e il diritto di cronaca: il Garante sulla strage di Paderno Dugnano

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Il recente intervento del Garante per la protezione dei dati personali sulla tragica vicenda di Paderno Dugnano ha riportato all’attenzione una questione cruciale: il delicato equilibrio tra il diritto di cronaca e la tutela della privacy dei minori.
Con un comunicato piuttosto duro, il Garante della privacy ha puntato il dito contro alcune testate giornalistiche, accusandole di aver diffuso dettagli non necessari, tra cui nomi, foto e particolari personali, eccedenti rispetto alle finalità informative legittime. Questo comportamento, secondo l’Autorità, non solo vìola la normativa privacy, ma rischia di scivolare nella spettacolarizzazione morbosa della tragedia, minacciando così i diritti fondamentali dei soggetti coinvolti, specialmente dei minori.

Indice

1. Protezione dei dati dei minori: un diritto inviolabile


Nel contesto della protezione dei dati personali, i minori godono di tutele particolarmente rafforzate. Il Regolamento UE 2016/679 (GDPR) e il Codice Privacy italiano (D.lgs. 196/2003, come modificato dal D.lgs. 101/2018) stabiliscono chiaramente che i dati personali dei minori beneficiano di una protezione rafforzata, proprio perché si riferiscono a soggetti che per loro natura necessitano di maggior attenzione e protezione.
Questo principio viene ulteriormente ribadito nelle Regole deontologiche dei giornalisti, che pongono specifiche restrizioni quando si tratta di divulgare informazioni riguardanti i minori.
Il caso di Paderno Dugnano, viceversa, si pone su un solco del tutto differente, dimostrando come diverse testate, che hanno scelto di diffondere informazioni eccedenti rispetto all’essenzialità dell’informazione, abbiano di fatto scelto di ignorare tali norme. Peraltro, non è la prima volta che si verifica episodi del genere e non è la prima volta che il Garante si trova costretto ad intervenire per ricordare a tutti che il corretto ed inviolabile diritto di cronaca e di informazione deve trovare un limite nella protezione dei dati dei soggetti coinvolti.
La pubblicazione di dettagli quali foto e nomi dei minori non è solo eticamente discutibile, ma rappresenta anche una violazione diretta della normativa sulla protezione dei dati, che stabilisce il principio della minimizzazione dei dati. Tale principio impone che solo i dati strettamente necessari debbano essere trattati, specialmente quando riguarda soggetti vulnerabili come i minori.

2. Bilanciamento tra diritto di cronaca e diritti dei minori


Uno degli aspetti più complessi nel giornalismo è trovare il giusto bilanciamento tra il diritto di cronaca, tutelato dall’art. 21 della Costituzione italiana, e il diritto alla riservatezza delle persone coinvolte nelle notizie, in particolare quando si tratta di minori. La Carta di Treviso, documento fondamentale nell’etica giornalistica italiana, pone delle linee guida chiare sul trattamento dei dati dei minori nell’esercizio della professione giornalistica. La Carta impone ai giornalisti di garantire che l’identità dei minori coinvolti in vicende giudiziarie, di cronaca o comunque delicate, non venga divulgata. Questo per evitare che i minori siano ulteriormente esposti a pregiudizi o danni, anche psicologici, derivanti dalla pubblicazione delle loro informazioni personali.
Nel caso specifico di Paderno Dugnano, la diffusione di dettagli non strettamente necessari contrasta con il principio di essenzialità dell’informazione, un caposaldo delle Regole deontologiche dei giornalisti e della stessa Carta di Treviso. Questo principio prevede che, nell’interesse pubblico, vengano divulgate solo le informazioni indispensabili per comprendere i fatti, senza entrare in particolari che possano compromettere la dignità e i diritti delle persone coinvolte, specialmente se minori.

3. L’intervento del Garante e le conseguenze per i media


Il Garante, nel suo comunicato, ha chiarito che continuerà a vigilare sul rispetto delle normative e delle regole deontologiche da parte dei media. La possibilità di sanzioni, paventata dall’Autorità, rappresenta un chiaro avvertimento per tutti coloro che trattano dati personali nel contesto giornalistico: la tutela dei diritti dei minori non può essere subordinata al diritto di cronaca. È un monito per evitare che la necessaria informazione scivoli in una narrazione morbosa, lesiva della dignità dei soggetti coinvolti.
Le sanzioni che il Garante può applicare non sono solo pecuniarie, ma possono anche includere richiami formali o, nei casi più gravi, l’imposizione di limitazioni all’attività giornalistica, quando questa venga svolta in modo sistematicamente scorretto. Di fatto, il comunicato sottolinea la necessità di un approccio più rigoroso da parte dei media nella gestione delle informazioni sensibili, soprattutto quando i minori sono coinvolti.

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