Competenza territoriale magistrato o Tribunale di sorveglianza: modificabilità

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La competenza territoriale del magistrato o del Tribunale di sorveglianza è modificabile una volta stabilita all’atto della richiesta di una misura? Per un valido supporto per professionisti consigliamo: Codice penale e di procedura penale e norme complementari -Edizione 2024. Aggiornato alla Riforma Nordio e al decreto Svuota Carceri

Corte di Cassazione -sez. I pen.- sentenza n. 33246 del 4-07-2024

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Indice

1. La questione: conflitto negativo di competenza nel procedimento di sorveglianza


A seguito delle decisioni emesse dal Tribunale di sorveglianza di Campobasso e dal Tribunale di sorveglianza di Bari, sorgeva un conflitto negativo di competenza nel procedimento di sorveglianza iscritto a seguito di una richiesta di ammissione alla misura dell’affidamento in prova al servizio sociale o, in via gradata, alla detenzione domiciliare o alla semilibertà. Per un valido supporto per professionisti consigliamo: Codice penale e di procedura penale e norme complementari -Edizione 2024. Aggiornato alla Riforma Nordio e al decreto Svuota Carceri

FORMATO CARTACEO

Codice penale e di procedura penale e norme complementari

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2. La soluzione adottata dalla Cassazione


Il Supremo Consesso reputava come sussistesse il denunciato conflitto negativo di competenza per territorio in quanto i due giudici avevano ricusato di emettere il richiesto provvedimento nei confronti dello stesso soggetto, sicché, a suo avviso, ricorreva una situazione di stati processuale che richiedeva l’intervento della Cassazione.
In particolare, tra le argomentazioni che inducevano gli Ermellini ad addivenire a siffatto esito decisorio, era richiamato quell’orientamento nomofilattico secondo cui la competenza per territorio del magistrato o del tribunale di sorveglianza infatti, in forza del principio della perpetuatio jurisdictionis, una volta radicatasi con riferimento alla situazione esistente all’atto della richiesta di una misura alternativa alla detenzione, rimane insensibile agli eventuali mutamenti che tale situazione può subire in virtù di successivi provvedimenti, e ciò anche nelle ipotesi in cui subentri, dopo la presentazione della richiesta iniziale, la rimessione in libertà del soggetto (Sez. 1, n. 57954 del 19/09/2018; da ultimo Sez. 1, n. 35619 del 09/09/2021).

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3. Conclusioni


La decisione in esame desta un certo interesse essendo ivi chiarito se la competenza territoriale del magistrato o del Tribunale di sorveglianza è modificabile una volta stabilita all’atto della richiesta di una misura.
Si fornisce difatti in tale pronuncia una risposta negativa a siffatto quesito sulla scorta di un pregresso indirizzo interpretativo con cui è stato per l’appunto postulato che la competenza territoriale del magistrato o del Tribunale di sorveglianza, una volta stabilita al momento della richiesta di una misura alternativa alla detenzione, resta invariata nonostante eventuali cambiamenti successivi, compresa la rimessione in libertà del soggetto.
È dunque sconsigliabile, perlomeno alla stregua di tale approdo ermeneutico, sostenere un cambiamento della competenza in questione diversa da quella stabilita quando viene chiesta una misura alternativa alla detenzione.
Ad ogni modo, il giudizio in ordine a quanto statuito in codesta sentenza, poiché prova a fare chiarezza su siffatta tematica procedurale sotto il versante giurisprudenziale, non può che essere positivo.

Avv. Di Tullio D’Elisiis Antonio

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