Gestione del rischio ambientale in ambito industriale -Scheda di Diritto

Redazione 07/10/24
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La gestione del rischio ambientale in ambito industriale è un tema cruciale nel diritto ambientale, poiché l’attività industriale è una delle principali fonti di impatti negativi sull’ambiente. Questa scheda fornirà una panoramica delle normative italiane ed europee, dei principali strumenti di gestione del rischio, e delle responsabilità delle imprese.

Indice

1. Normativa di riferimento


In Italia, la gestione del rischio ambientale in ambito industriale è regolamentata principalmente dal Decreto Legislativo n. 152 del 2006, noto come “Testo Unico Ambientale” (TUA). Tale decreto disciplina le misure di prevenzione e controllo degli impatti ambientali, affrontando diverse tematiche, tra cui gestione dei rifiuti, tutela delle acque, emissioni atmosferiche e bonifica dei siti inquinati. A livello europeo, il quadro normativo è integrato dalla Direttiva 2012/18/UE (Seveso III), che impone agli Stati membri misure per prevenire e controllare i rischi derivanti da incidenti rilevanti in cui siano coinvolte sostanze pericolose.

2. Valutazione del rischio ambientale


La valutazione del rischio ambientale è uno strumento fondamentale per identificare e quantificare i potenziali pericoli connessi all’attività industriale. Si tratta di un processo sistematico che coinvolge l’analisi delle operazioni produttive, l’identificazione delle fonti di rischio e la valutazione delle probabilità di accadimento e delle possibili conseguenze. Tale valutazione deve essere effettuata con regolarità e revisionata in caso di modifiche nei processi produttivi o nell’introduzione di nuove sostanze.

3. Autorizzazioni e obblighi delle imprese


Le imprese devono ottenere specifiche autorizzazioni per poter operare nel rispetto delle normative ambientali. Tra queste vi è l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), obbligatoria per determinate attività industriali che possono avere un impatto rilevante sull’ambiente. L’AIA impone alle imprese il rispetto di limiti e prescrizioni che riguardano l’utilizzo delle risorse, la gestione dei rifiuti e delle emissioni, e il monitoraggio continuo delle attività.
Inoltre, la Direttiva Seveso III richiede alle imprese che utilizzano sostanze pericolose in quantità superiori ai limiti stabiliti, di adottare un Piano di Emergenza Interno (PEI) e di fornire informazioni al pubblico sui rischi associati alla loro attività e sulle misure di sicurezza adottate.

4. Misure di prevenzione e controllo


Le misure di prevenzione sono dirette a ridurre la probabilità che si verifichi un incidente ambientale. Queste comprendono l’adozione di tecnologie pulite, la minimizzazione dell’uso di sostanze pericolose e l’implementazione di sistemi di gestione ambientale (SGA), come ISO 14001 e EMAS. I sistemi di gestione permettono di identificare, valutare e mitigare i rischi ambientali associati alle attività industriali, migliorando la sostenibilità e l’efficienza dei processi.
Le misure di controllo, invece, sono mirate a ridurre gli effetti di un incidente nel caso in cui questo si verifichi. Queste includono la creazione di piani di emergenza, la formazione del personale, la predisposizione di dispositivi di sicurezza e la preparazione a eventuali operazioni di bonifica.

5. Responsabilità delle imprese e conseguenze legali


Il TUA prevede la responsabilità amministrativa delle imprese per i danni ambientali causati dalla loro attività. In caso di inquinamento o danno ambientale, l’impresa è tenuta a intervenire tempestivamente per contenere il danno e adottare tutte le misure necessarie per la bonifica del sito contaminato. In assenza di tale intervento, l’autorità competente può disporre le operazioni di bonifica a spese dell’impresa.
Inoltre, il Codice Penale italiano punisce i crimini ambientali con sanzioni che possono prevedere la reclusione. Tra i reati ambientali più rilevanti vi sono l’inquinamento ambientale, la disastro ambientale e la gestione illecita dei rifiuti.

6. Strumenti di gestione del rischio


Oltre ai sistemi di gestione ambientale, le imprese possono fare uso di strumenti come l’Analisi del Ciclo di Vita (LCA) per valutare l’impatto ambientale dei loro prodotti e processi. La LCA permette di identificare le fasi del ciclo produttivo con il maggiore impatto ambientale, facilitando l’adozione di strategie di miglioramento.
Altri strumenti utili sono i Piani di Monitoraggio Ambientale (PMA), che permettono di controllare continuamente le emissioni e gli scarichi, e i sistemi di monitoraggio remoto, che possono identificare in tempo reale eventuali anomalie nei parametri ambientali.

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