La tutela giuridica dei lavoratori malati di cancro: diritti e agevolazioni

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Quando un soggetto viene colpito da un tumore, la sua vita e quella dei familiari cambia radicalmente, non solo dal punto di vista medico e psicologico, ma anche sul piano lavorativo e sociale, rappresentando al giorno d’oggi, una importante sfida per i sistemi sanitari e previdenziali di ogni paese, compresa l’Italia. Nel contesto lavorativo, l’ordinamento italiano offre ai dipendenti malati di cancro particolari tutele giuridiche che mirano a garantire il mantenimento del posto di lavoro, la possibilità di beneficiare di congedi e permessi retribuiti, e agevolazioni fiscali e previdenziali, tuttavia, la complessità delle norme e l’interazione tra diverse leggi rende fondamentale un’approfondita comprensione dei diritti dei lavoratori affetti da questa malattia.
Il presente articolo si pone l’obiettivo di analizzare i principali istituti giuridici e le leggi che sanciscono le tutele per questa categoria di lavoratori, ponendo particolare attenzione alla Legge 104/1992, all’art. 2110 del Codice Civile, al ruolo del datore di lavoro e alle agevolazioni fiscali e previdenziali, considerando le possibili soluzioni che consentano una più agevole conciliazione tra lavoro e cure mediche, come la previsione  del part-time e la flessibilità oraria, lo smart-working, nonché i programmi di reinserimento lavorativo post-malattia.
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Indice

1. Aspetti normativi: le principali Leggi Italiane in materia


Il diritto alla Salute è sancito dall’articolo 32 della Costituzione, ove si stabilisce che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti”[1]; tale principio oltre ad essere un caposaldo del diritto italiano e di molteplici normative che garantiscono protezione ai lavoratori, come il decreto legislativo 81/08[2], si pone a tutela dei lavoratori affetti da gravi patologie come il cancro: quando una malattia oncologica colpisce un lavoratore, le sue esigenze di salute cambiano, inficiando sulle dinamiche aziendali, proprio in questo contesto, il legislatore ha previsto specifiche tutele volte a bilanciamento.
Tra le principali norme che si inseriscono in un quadro più ampio di protezione sociale, il quale vede il coinvolgimento di enti previdenziali e assistenziali, come l’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale), che eroga prestazioni specifiche in favore dei lavoratori malati, troviamo:

  • La Legge 104/1992[3], che fornisce importanti tutele ai lavoratori affetti da patologie gravi, tra cui la possibilità di usufruire di permessi retribuiti e di periodi di congedo per cure mediche;
  • L’art. 2110 del Codice Civile[4], che garantisce il mantenimento del posto di lavoro durante il periodo di malattia, regola la retribuzione e il computo per l’anzianità di servizio.

La Legge 104/1992 è uno dei principali riferimenti normativi per i lavoratori malati di cancro, ha primariamente lo scopo di proteggere le persone con disabilità, ma estende le sue tutele anche ai lavoratori affetti da gravi patologie, come i malati oncologici.
In particolare, i lavoratori malati di cancro possono richiedere:

  • Permessi retribuiti: i lavoratori possono usufruire di 3 giorni di permesso al mese, garantiti dall’INPS e interamente retribuiti, per le cure necessarie o per affrontare la malattia.
  • Congedo straordinario: in caso di necessità di assistenza continua, il lavoratore può richiedere un congedo retribuito fino a un massimo di due anni nell’intero arco della loro carriera lavorativa, durante il quale conserva il posto di lavoro.
  • Flessibilità oraria: è possibile richiedere una modifica dell’orario lavorativo, adattandolo alle esigenze di cura e terapia, altresì richiesta di lavoro di agile ai fini tutelativi del dipendente.

Quanto previsto risulta essenziale al fine di consentire al lavoratore di affrontare la malattia senza dover rinunciare al proprio impiego e non solo garantendo la continuità salariale, ma evitando l’esaurimento del periodo di malattia previsto dall’art. 2110 c.c.
L’articolo 2110 del Codice Civile prevede che, in caso di malattia grave come il cancro, il dipendente abbia diritto a conservare il proprio posto di lavoro per un periodo di tempo definito “periodo di comporto”.
Il periodo di comporto è quell’intervallo temporale durante il quale il datore di lavoro non può licenziare il dipendente assente per malattia, la sua durata varia in base al Contratto Collettivo Nazionale Di Lavoro (CCNL) applicato e può essere interrotto nel caso in cui il dipendente rientri temporaneamente in servizio.  Nel caso dei malati oncologici, i CCNL tendono a prevedere un comporto lungo, che si aggiri tra i 6-12 mesi, per permettere ai lavoratori di affrontare le cure necessarie. Al termine del comporto, il datore di lavoro ha la facoltà di licenziare il dipendente, ma quest’ultimo ha il diritto di richiedere una proroga o di concordare un passaggio a part-time, in base alle esigenze di salute o al cambio di mansione. In materia di sicurezza sul lavoro, consigliamo il volume Il lavoro subordinato.

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Il lavoro subordinato

Il volume analizza compiutamente l’intera disciplina del rapporto di lavoro subordinato, così come contenuta nel codice civile (con la sola eccezione delle regole relative al licenziamento e alle dimissioni). L’opera è stata realizzata pensando al direttore del personale, al consulente del lavoro, all’avvocato e al giudice che si trovano all’inizio della loro vita professionale o che si avvicinano alla materia per ragioni professionali provenendo da altri ambiti, ma ha l’ambizione di essere utile anche all’esperto, offrendo una sistematica esposizione dello stato dell’arte in merito alle tante questioni che si incontrano nelle aule del Tribunale del lavoro e nella vita professionale di ogni giorno. L’opera si colloca nell’ambito di una collana nella quale, oltre all’opera dedicata alla cessazione del rapporto di lavoro (a cura di C. Colosimo), sono già apparsi i volumi che seguono: Il processo del lavoro (a cura di D. Paliaga); Lavoro e crisi d’impresa (di M. Belviso); Il Lavoro pubblico (a cura di A. Boscati); Diritto sindacale (a cura di G. Perone e M.C. Cataudella). Vincenzo FerranteUniversità Cattolica di Milano, direttore del Master in Consulenza del lavoro e direzione del personale (MUCL);Mirko AltimariUniversità Cattolica di Milano;Silvia BertoccoUniversità di Padova;Laura CalafàUniversità di Verona;Matteo CortiUniversità Cattolica di Milano;Ombretta DessìUniversità di Cagliari;Maria Giovanna GrecoUniversità di Parma;Francesca MalzaniUniversità di Brescia;Marco NovellaUniversità di Genova;Fabio PantanoUniversità di Parma;Roberto PettinelliUniversità del Piemonte orientale;Flavio Vincenzo PonteUniversità della Calabria;Fabio RavelliUniversità di Brescia;Nicolò RossiAvvocato in Novara;Alessandra SartoriUniversità degli studi di Milano;Claudio SerraAvvocato in Torino.

A cura di Vincenzo Ferrante | Maggioli Editore 2023

2. Agevolazioni Previdenziali e Fiscali per i lavoratori malati


Oltre ai sopraccitati istituti, in merito esistono agevolazioni dedicate ai lavoratori che necessitano di cure prolungate, tra queste troviamo il congedo per cure, il quale  prevede che al lavoratore malato sia concesso di usufruire di 30 giorni all’anno di congedo non retribuito per sottoporsi a trattamenti terapeutici senza perdere il posto di lavoro.
l’INPS prevede inoltre che sia riconosciuta l’invalidità civile in caso di una diagnosi oncologica, che può comportare benefici economici e assistenziali aggiuntivi, come l’assegno di invalidità da 74 a 99%, la pensione di inabilità per invalidi civili nella misura del 100%, e l’indennità di accompagnamento per gli invalidi con limitata o azzerata possibilità di deambulazione.
Il sistema previdenziale italiano prevede  anche una serie di agevolazioni economiche per i lavoratori affetti da cancro, misure pensate al fine di sostenere chi si trova in difficoltà a causa della malattia includendo il pensionamento anticipato nel caso di riconoscimento di un’invalidità civile superiore al 74%, con  accesso a forme di pensione agevolata, ed esenzioni fiscali inerenti le  prestazioni sanitarie o le spese mediche legate alla malattia, presentando domanda presso l’ASL di appartenenza.

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3. Conclusioni


Come osservato, il quadro normativo italiano offre una serie di strumenti rilevanti per la tutela dei lavoratori malati di cancro, attraverso la previsione di diritti quali il mantenimento del posto di lavoro, congedi retribuiti, agevolazioni fiscali e previdenziali, vi è una salvaguardia preziosa per il dipendente, permettendogli di affrontare il percorso terapeutico senza dover rinunciare al proprio impiego o subire un danno economico significativo. Nonostante i progressi, il sistema attuale presenta alcune criticità: la complessità delle norme, l’interazione tra diverse leggi e la difficoltà di accesso alle informazioni rendono spesso complicata la comprensione e l’applicazione dei diritti dei lavoratori malati di cancro, tale situazione genera un divario tra i diritti previsti e la loro reale attuazione, è quindi essenziale intraprendere delle innovazioni per migliorare la tutela dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, rendendo il sistema più accessibile, trasparente e inclusivo. Tra questi certamente si può osservare come la previsione di programmi di reinserimento su misura per i lavoratori che hanno affrontato una malattia oncologica, potrebbe migliorare notevolmente il ritorno alla vita professionale riducendo lo stress post-malattia, un approccio dunque proattivo e volto al reinserimento, non solo promuoverebbe il benessere del dipendente, ma ne aumenterebbe la produttività a lungo termine.  Inoltre una maggiore incentivazione fiscale per le aziende che adottano forme di lavoro agile per i dipendenti con patologie croniche o gravi potrebbe facilitare la loro permanenza nel mercato del lavoro, consentendo anche al lavoratore di gestire le cure mediche in un ambiente più flessibile e controllato, ove, di logica conseguenza, vi potrebbe essere l’ampliamento delle normative sul part-time terapeutico e una maggiore flessibilità negli orari di lavoro come soluzioni permanenti per i lavoratori oncologici. Certamente, oltre alle tutele lavorative, dovrebbe essere potenziata l’offerta di servizi di supporto psicologico gratuito o agevolato per i lavoratori affetti da tale tipologia di malattie.  
Le proposte qui illustrate rappresentano un possibile percorso verso un sistema più equo e accessibile, in grado di garantire che nessun lavoratore sia costretto a scegliere tra la propria salute e il proprio impiego; un approccio dunque che si configura come più inclusivo e sostenibile, tenendo conto tanto del benessere del dipendente quanto delle esigenze aziendali, rafforzando la competitività e la coesione sociale nel lungo periodo, oltre alla promozione di una cultura del lavoro basata sul rispetto, l’uguaglianza e la dignità di ogni individuo.

Note


[1] Art. 32 – Costituzione Della Repubblica Italiana note: Entrata in vigore del provvedimento: 1/1/1948. (Ultimo aggiornamento all’atto pubblicato il 07/10/2023) (GU n.298 del 27-12-1947)
[2] Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81 Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, n. 123, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
[3] Legge 5 febbraio 1992, n. 104 Legge-quadro per l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate. note: Entrata in vigore della legge: 18-2-1992 (Ultimo aggiornamento all’atto pubblicato il 14/05/2024) (GU n.39 del 17-02-1992 – Suppl. Ordinario n. 30)
[4] Regio Decreto 16 marzo 1942, n. 262 Approvazione del testo del Codice civile. (042U0262) note: Entrata in vigore del provvedimento: 19/4/1942. (Ultimo aggiornamento all’atto pubblicato il 10/09/2024) (GU n.79 del 04-04-1942)

Alessandra Crinò

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