Il contratto di distribuzione è uno strumento giuridico che consente a un’impresa di estendere il proprio mercato attraverso l’intermediazione di distributori autorizzati. Pur non essendo disciplinato specificamente nel codice civile, rientra tra i contratti atipici ed è frutto della prassi commerciale e della libera autonomia contrattuale. I contratti di distribuzione si distinguono da altre figure contrattuali come l’agenzia o il mandato, per il maggiore grado di autonomia conferito al distributore.
Indice
1. Caratteristiche principali del contratto
Il contratto di distribuzione si basa su un accordo tra il produttore (o fornitore) e il distributore per la vendita di beni. Gli elementi principali che caratterizzano questi contratti sono:
- Esclusiva: spesso il produttore garantisce al distributore un’esclusiva su una certa area geografica o segmento di mercato, evitando di instaurare rapporti con altri distributori nella stessa zona.
- Riservatezza: il distributore si impegna a non divulgare informazioni riservate ottenute dal produttore.
- Obbligo di acquisto minimo: talvolta il contratto impone al distributore di acquistare un quantitativo minimo di prodotti per mantenere il contratto in vigore.
- Controllo di qualità: il produttore può imporre standard di qualità al distributore per preservare la propria reputazione.
2. Tipologie di contratti di distribuzione
1. Distribuzione esclusiva
In questo tipo di contratto, il distributore ha l’esclusiva sulla distribuzione dei prodotti del fornitore in un’area geografica o su un mercato determinato. Il distributore è obbligato a promuovere attivamente i prodotti, mentre il fornitore non può vendere direttamente o tramite altri distributori nella stessa area. Questa forma di contratto comporta vantaggi per entrambe le parti: il distributore ha un mercato protetto dalla concorrenza interna, e il fornitore ha la garanzia di avere un canale di distribuzione attivo e affidabile.
2. Concessione di vendita
Il contratto di concessione di vendita implica che il distributore abbia il diritto di acquistare i prodotti dal produttore e di rivenderli a propria discrezione. A differenza della distribuzione esclusiva, il concessionario non ha necessariamente un’area esclusiva, ma può godere di condizioni commerciali vantaggiose. I concessionari solitamente mantengono un controllo minore da parte del fornitore, ma possono essere vincolati al rispetto di standard di immagine e di presentazione dei prodotti.
3. Distribuzione selettiva
Nel contratto di distribuzione selettiva, il produttore sceglie i distributori secondo criteri specifici di qualità o capacità. Tipico del settore del lusso o di beni ad alto valore aggiunto, questo sistema garantisce una rete di distribuzione qualificata e tutela il posizionamento di marca del produttore. Il distributore, accettato in base a criteri selettivi, deve conformarsi alle regole imposte dal produttore, spesso inerenti alla presentazione dei prodotti e alle modalità di vendita.
4. Franchising
Il franchising, sebbene distinto dai contratti di distribuzione per la sua regolamentazione specifica, può essere considerato un tipo di distribuzione in senso ampio. In questo accordo, il franchisor (produttore) concede al franchisee (distributore) il diritto di utilizzare il proprio marchio, know-how e metodi operativi in cambio di una royalty. Il franchising è diffuso nei settori della ristorazione, della moda e dei servizi.
3. Obblighi delle parti
Nei contratti di distribuzione, gli obblighi principali delle parti includono:
- Obblighi del produttore: il fornitore deve garantire la consegna dei prodotti conformemente agli standard di qualità stabiliti e rispettare eventuali accordi di esclusiva o promozione.
- Obblighi del distributore: il distributore è tenuto a promuovere i prodotti con diligenza e a rispettare le norme imposte dal produttore, inclusi eventuali standard di qualità e di immagine.
4. Clausole particolari
- Clausole di non concorrenza: possono limitare il distributore dal vendere prodotti concorrenti, sia durante la durata del contratto sia dopo la sua risoluzione.
- Clausole di riservatezza: tutelano informazioni sensibili e il know-how commerciale del produttore.
- Clausole di risoluzione: specificano le condizioni di cessazione del rapporto contrattuale, come il mancato raggiungimento degli obiettivi di vendita.
5. Aspetti fiscali e contabili
La distribuzione comporta implicazioni fiscali significative, soprattutto per quanto riguarda l’IVA sulle vendite e l’eventuale registrazione delle transazioni nei bilanci aziendali. In caso di distribuzione internazionale, è essenziale rispettare le normative fiscali dei diversi paesi coinvolti e valutare la possibilità di imposte doganali, ove applicabili.
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