Cartellino timbrato dal collega: lavoratrice licenziata

La Corte di Cassazione conferma la legittimità del licenziamento per giusta causa di una lavoratrice accusata di uso fraudolento del badge.

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L’articolo analizza l’Ordinanza n. 28248 del 4 novembre 2024 della Corte di Cassazione, che ha confermato la legittimità del licenziamento per giusta causa di una lavoratrice accusata di uso fraudolento del badge aziendale. La Suprema Corte ha evidenziato come la condotta contestata, consistente nella timbratura irregolare tramite un collega, abbia compromesso irreparabilmente il vincolo fiduciario tra le parti, rendendo impossibile la prosecuzione del rapporto di lavoro. La decisione ribadisce l’importanza dei principi di correttezza e fiducia nel contesto lavorativo. Per approfondimenti si consiglia il seguente volume, il quale analizza compiutamente l’intera disciplina del rapporto di lavoro subordinato, così come contenuta nel codice civile (con la sola eccezione delle regole relative al licenziamento e alle dimissioni): Il lavoro subordinato

Corte di Cassazione -sez. L- ordinanza n. 28248 del 4-11-2024

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Indice

1. Il fatto: il licenziamento per frode con il badge


In data 20 giugno 2019, R. entra fisicamente in Azienda alle ore 09:27, mentre la timbratura del suo badge elettronico viene, in realtà, effettuata alle ore 08:33 da un altro Collega, N. L’Azienda datrice di lavoro intima alla donna il licenziamento il 26 giugno 2019, con lettera da cui si evince: “la condotta da lei tenuta integra la fattispecie di cui all’art. 10, lett. I, Sezione IV, Titolo VII CCNL di settore. Il comportamento posto in essere si sostanzia nell’inadempimento alle formalità prescritte dall’azienda per la rilevazione delle presenze, concretizzatasi tramite l’utilizzo fraudolento del tesserino e degli orologi marcatempo e tramite la complice collaborazione di un collega a cui lei ha affidato il badge aziendale affinché questi facesse risultare la Sua presenza al lavoro ancora prima del Suo effettivo arrivo presso la sede aziendale. Da tale condotta risulta una profonda lesione dei doveri di correttezza cui il rapporto di lavoro deve essere improntato e che ne impedisce la prosecuzione”. Per approfondimenti si consiglia il seguente volume, il quale analizza compiutamente l’intera disciplina del rapporto di lavoro subordinato, così come contenuta nel codice civile (con la sola eccezione delle regole relative al licenziamento e alle dimissioni): Il lavoro subordinato

FORMATO CARTACEO

Il lavoro subordinato

Il volume analizza compiutamente l’intera disciplina del rapporto di lavoro subordinato, così come contenuta nel codice civile (con la sola eccezione delle regole relative al licenziamento e alle dimissioni). L’opera è stata realizzata pensando al direttore del personale, al consulente del lavoro, all’avvocato e al giudice che si trovano all’inizio della loro vita professionale o che si avvicinano alla materia per ragioni professionali provenendo da altri ambiti, ma ha l’ambizione di essere utile anche all’esperto, offrendo una sistematica esposizione dello stato dell’arte in merito alle tante questioni che si incontrano nelle aule del Tribunale del lavoro e nella vita professionale di ogni giorno. L’opera si colloca nell’ambito di una collana nella quale, oltre all’opera dedicata alla cessazione del rapporto di lavoro (a cura di C. Colosimo), sono già apparsi i volumi che seguono: Il processo del lavoro (a cura di D. Paliaga); Lavoro e crisi d’impresa (di M. Belviso); Il Lavoro pubblico (a cura di A. Boscati); Diritto sindacale (a cura di G. Perone e M.C. Cataudella). Vincenzo FerranteUniversità Cattolica di Milano, direttore del Master in Consulenza del lavoro e direzione del personale (MUCL);Mirko AltimariUniversità Cattolica di Milano;Silvia BertoccoUniversità di Padova;Laura CalafàUniversità di Verona;Matteo CortiUniversità Cattolica di Milano;Ombretta DessìUniversità di Cagliari;Maria Giovanna GrecoUniversità di Parma;Francesca MalzaniUniversità di Brescia;Marco NovellaUniversità di Genova;Fabio PantanoUniversità di Parma;Roberto PettinelliUniversità del Piemonte orientale;Flavio Vincenzo PonteUniversità della Calabria;Fabio RavelliUniversità di Brescia;Nicolò RossiAvvocato in Novara;Alessandra SartoriUniversità degli studi di Milano;Claudio SerraAvvocato in Torino.

A cura di Vincenzo Ferrante | Maggioli Editore 2023

2. La decisione della Corte


La donna impugna il provvedimento sino a ricorrere in Cassazione, ma gli Ermellini sono di diverso avviso: difatti, “nel caso de quo, la Corte territoriale, con un chiaro percorso logico-giuridico dal quale è possibile enucleare la ratio decidendi della pronuncia, ha valutato, come detto, sia la sussistenza, sotto l’aspetto oggettivo e soggettivo, del fatto contestato il 20.6.2019, unico episodio posto a base del licenziamento, sia la sua rilevanza disciplinare nonché la proporzionalità della sanzione irrogata rispetto ad esso stante il carattere di grave negazione dell’elemento della fiducia che impediva la prosecuzione del rapporto, non incorrendo, pertanto, in alcun vizio motivazionale come denunciato”.

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3. Conclusioni


L’indelebile lesione del vincolo fiduciario rende non proseguibile il rapporto di lavoro tra lavoratrice e azienda: pertanto, in base a quanto previsto nell’Ordinanza n. 28248 del 4 novembre 2024 della Sezione Lavoro della Corte di Cassazione, il ricorso della donna deve essere rigettato, con condanna della stessa al pagamento delle spese di giudizio.

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Alice Passacqua

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