Il whistleblowing è un meccanismo che consente a dipendenti, collaboratori o altre figure legate a un’organizzazione di segnalare in modo riservato comportamenti illeciti o irregolarità. Il termine deriva dall’inglese “blow the whistle” (soffiare il fischietto), riferito all’azione di attirare l’attenzione su una situazione scorretta.
Indice
1. Che cos’è il whistleblowing e perché è stato introdotto
Il whistleblowing è nato per promuovere la trasparenza e la lotta alla corruzione, offrendo una tutela a chi denuncia illeciti, come frodi, abusi di potere o violazioni di legge. Senza un sistema adeguato, chi decide di segnalare rischia ritorsioni, mobbing o persino il licenziamento. La protezione del whistleblower è fondamentale per garantire che le segnalazioni possano avvenire senza timore.
In Italia, la normativa sul whistleblowing è stata consolidata con il d.lgs. 24/2023, che recepisce la Direttiva UE 2019/1937. Questo decreto amplia i diritti dei segnalanti, imponendo obblighi specifici a enti pubblici e privati per garantire l’esistenza di canali sicuri e riservati.
2. Come funziona e chi deve applicarlo
Ogni organizzazione, sia pubblica che privata, deve predisporre un canale interno di segnalazione per ricevere le comunicazioni di possibili illeciti. Le segnalazioni possono riguardare:
- Corruzione o frodi.
- Violazioni della normativa in materia di salute, sicurezza e ambiente.
- Reati o comportamenti lesivi dei diritti dei lavoratori.
Il sistema deve garantire:
- Riservatezza assoluta: l’identità del segnalante deve essere protetta.
- Facilità d’uso: la segnalazione deve essere accessibile anche tramite piattaforme digitali.
- Protezione contro le ritorsioni: chi segnala non può subire penalizzazioni.
Il d.lgs. 24/2023 è obbligatorio per:
- Tutti gli enti pubblici.
- Le aziende private con più di 50 dipendenti.
- Gli enti che operano in settori particolarmente regolamentati, come quello finanziario.
Potrebbero interessarti anche:
3. Da quando è in vigore
Il decreto è entrato in vigore nel 2023, stabilendo termini chiari per l’implementazione dei canali interni. Gli enti privati con oltre 50 dipendenti avevano tempo fino al 15 luglio 2023 per adeguarsi.
4. Le nuove Linee Guida ANAC
Per garantire un’applicazione uniforme e coerente del d.lgs. 24/2023, l’ANAC ha pubblicato nuove Linee Guida, ora in fase di consultazione pubblica fino al 9 dicembre 2024. Questi documenti forniscono indicazioni operative su come creare e gestire i canali di segnalazione, sottolineano l’importanza di sistemi digitali sicuri, che proteggano i dati personali del segnalante e offrono modelli pratici per integrare il whistleblowing nei codici di comportamento delle organizzazioni.
5. Cosa cambia con le Linee Guida
Tra gli aspetti innovativi delle Linee Guida ANAC troviamo:
- Formazione obbligatoria per dipendenti e dirigenti sulla gestione delle segnalazioni.
- Adattamenti specifici per il settore non profit e per i gruppi societari complessi.
- Strumenti di supporto per i gestori delle segnalazioni, come software avanzati e linee di assistenza.
- Chiarezza sulle sanzioni: le Linee Guida spiegano le conseguenze per gli enti che non rispettano i requisiti.
6. Un sistema per costruire fiducia
Le nuove Linee Guida ANAC non si limitano a imporre adempimenti tecnici: rappresentano una svolta culturale. Il whistleblowing diventa uno strumento strategico per le organizzazioni, capace di prevenire illeciti e promuovere valori di integrità e trasparenza. Proteggere chi segnala non è solo un obbligo normativo, ma un atto di responsabilità verso i dipendenti e la società.
Creare fiducia è essenziale: un dipendente che sente di poter segnalare senza timore di ritorsioni opera in un ambiente sano, dove prevale il rispetto delle regole. Questo si riflette positivamente anche sull’immagine esterna dell’organizzazione, rafforzandone la credibilità.
Le Linee Guida, attraverso misure pratiche come formazione, strumenti digitali avanzati e supporto ai gestori, puntano a rendere il whistleblowing accessibile e operativo in ogni contesto, dal settore pubblico alle realtà aziendali più complesse.
L’ANAC, attraverso la consultazione pubblica, invita a una partecipazione attiva per perfezionare questi strumenti, adattandoli alle reali esigenze degli enti. È un’occasione unica per contribuire a un modello che può fare la differenza nel contrasto alla corruzione e alla gestione inefficiente.
In un sistema ben strutturato, il whistleblowing non è solo un mezzo di denuncia, ma un simbolo di una cultura aziendale che punta alla qualità e al rispetto delle norme, garantendo un futuro di maggiore trasparenza a beneficio di tutti.
Vuoi ricevere aggiornamenti costanti?
Salva questa pagina nella tua Area riservata di Diritto.it e riceverai le notifiche per tutte le pubblicazioni in materia. Inoltre, con le nostre Newsletter riceverai settimanalmente tutte le novità normative e giurisprudenziali!
Iscriviti!
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento