Il coniuge che approfitta del rifiuto del minore di incontrare l’altro genitore commette reato

Redazione 13/07/11

A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione con la sentenza 8 luglio 2011, n. 26810.

I giudici di legittimità hanno accolto il ricorso di un padre che non riusciva ad incontrare la figlia secondo quelli che erano i provvedimenti stabiliti dal giudice civile.

La bambina infatti opponeva un rifiuto alle visite, e la madre non favoriva in nessun modo gli incontri fra i due. C’era stata perciò una condanna in primo grado, ma la Corte di Appello, sulla base di alcune testimonianze acquisite, aveva ritenuto che la condotta dell’imputata fosse stata mossa dall’esigenza di assicurare che gli incontri avvenissero in un clima di serenità per la bambina.

Il giudice di secondo grado aveva ritenuto infatti che quest’ultima aveva delle resistenze ad instaurare un rapporto con la figura paterna e nonostante ciò la madre aveva comunque cercato di facilitare gli incontri mediando fra le diverse esigenze.

Quindi era stato escluso l’elemento soggettivo del reato ed era stata riformata la sentenza di primo grado.

Ma la Cassazione ha annullato la decisione della Corte d’Appello per vizio di motivazione. Nella sentenza emergeva infatti una contraddizione, data dal fatto che i giudici avevano riconosciuto che «in talune occasioni l’imputata ha anche approfittato del rifiuto frapposto dalla minore non adoperandosi efficacemente per agevolare gli incontri tra la stessa e il padre». Dunque, riconoscere che la l’imputata aveva approfittato dei rifiuti espressi dalla bambina equivale, ad avviso dei giudici di legittimità, al dolo di reato, in quanto denota la mancanza di una attiva e doverosa collaborazione da parte del genitore affidatario alla riuscita delle visite e degli incontri dell’altro genitore stabiliti con provvedimento del giudice civile, collaborazione essenziale soprattutto nel caso di minore in tenera età, nel cui interesse si prevede che entrambi i genitori debbano mantenere e coltivare un rapporto affettivo col proprio figlio.

Redazione

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