Manovra economica 2011 (L. 111/2011): sulle pensioni stretta in due tempi

Redazione 25/07/11
Subito il prelievo aggiuntivo sui maxi-assegni. E dal 2012 il freno alla rivalutazione automatica. Lo spiega l’Inpdap in una circolare sulla manovra correttiva. Accordo con il Minturismo: buoni vacanze agli iscritti

 

Articolo di Fortunato Laurendi tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it

 

Arriva la bussola dell’Inpdap sulle misure della manovra correttiva in materia di pensioni nel pubblico impiego. La stretta sugli assegni frutto della legge 111/2011 si svilupperà su due fronti: il primo di applicazione immediata, l’altro con attuazione progressiva nel tempo e comunque a partire dal 2012. Le innovazioni sono state riassunte dall’Istituto nazionale di previdenza delle pubbliche amministrazioni, attraverso la nota operativa n. 27 diffusa venerdì scorso: il documento ricorda ai lavoratori del pubblico impiego che la trattenuta del 5%, con scadenza 31 dicembre 2014, scatterà già dal prossimo 1° agosto solo per la parte eccedente delle pensioni che superano i 90mila euro lordi annui, fino a 150mila euro, e del 10% per la parte che sfora i 150mila euro. La manovra introduce modifiche in materia previdenziale anche dal 2012: anche in questo caso sarà messo un freno alla rivalutazione automatica delle pensioni, fino a tutto il 2013, con importi superiori a cinque volte il trattamento minimo Inps, pari a 2.342 euro: L’adeguamento scatterà solo per l’importo inferiore a tre volte il predetto minimo Inps e comunque nella misura del 70%. Nella circolare del l’Inpdap si riassumono anche le modifiche riguardanti i requisiti che i 3 milioni e mezzo di pubblici dipendenti dovranno avere a partire dal 1° gennaio 2013 per lasciare il servizio ed accedere alla pensione: per quella di vecchiaia sarà necessario compiere 65 anni e 3 mesi; per la pensione di anzianità serviranno 61 anni e 3 mesi di età anagrafica e avere accumulato almeno 36 anni di contributi. Potranno andare bene anche 62 anni e 3 mesi di età, più 35 anni di contribuzione: in ogni caso la quota da raggiungere per chi vorrà lasciare prima dei 65 anni dovrà essere sempre quella di 97 anni e 3 mesi complessivi. Sempre l’Inpdap venerdì scorso è stato protagonista di un accordo che interessa pensionati, famiglie con bassi redditi e portatori di disabilità di ogni livello iscritti all’Istituto, i quali potranno effettuare soggiorni in località turistiche di tutto il territorio nazionale utilizzando i buoni vacanze del Ministero del turismo. Lo prevede l’accordo firmato dal Ministro, Michela Vittoria Brambilla, e dal presidente dell’Istituto, Paolo Crescimbeni. Escluso il periodo di alta stagione (compreso tra il 30 giugno e il 24 agosto), i buoni vacanze potranno essere spesi nelle strutture convenzionate contando su un contributo da parte dello Stato (attraverso l’8×1000 e le risorse erogate dal ministero del Turismo) e su una quota aggiuntiva di pari entità messa a disposizione dall’Inpdap. Il contributo individuale sarà raddoppiato per le persone con disabilità. Complessivamente, l’Inpdap ha stanziato 2 milioni di euro per le vacanze dei propri iscritti nel 2011 e altrettanti per i prossimi due anni. “Quello che presentiamo – ha rivendicato Brambilla – è un vero e proprio modello per lo sviluppo del turismo sociale nel nostro Paese. Diamo così attuazione ai principi sanciti dal ‘Manifesto per la promozione del Turismo accessibile’, sostenendo il diritto alla vacanza senza barriere, né fisiche né di reddito”. Con l’occasione, il ministro ha tracciato il primo bilancio dell’erogazione dei buoni: gli utilizzatori medi sono famiglie con uno o più figli (69%) e con reddito complessivo inferiore ai 20-25 mila euro (62%). Dal 2010 al 30 giugno 2011 sono stati emessi buoni vacanza per circa 15 milioni di euro con un contributo medio erogato a intorno ai 1.000 euro, che copre fino al 43% del costo della vacanza.

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