Lilla Laperuta
Un nuovo obbligo procedimentale incombe sulle amministrazioni pubbliche, quello di pubblicare sui rispettivi siti istituzionali e sul sito www.impresainungiorno.gov.it la lista dei controlli a cui sono assoggettate le imprese in ragione della dimensione e del settore di attività, indicando per ciascuno di essi i criteri e le modalità di svolgimento delle relative attività. La previsione è contenuta nell’intricato ordito del testo da ultimo diffuso del decreto sulle semplificazioni.
Ancora, prevede la norma di semplificazione, la disciplina dei controlli sulle imprese deve essere ispirata, fermo quanto previsto dalla normativa europea, ai principi della semplicità, della proporzionalità dei controlli stessi e dei relativi adempimenti burocratici, all’effettiva tutela del rischio, nonché del coordinamento dell’azione svolta dalle amministrazioni statali, regionali e locali. In altri termini, non potranno essere imposti dalle amministrazioni pubbliche vincoli alle imprese in misura superiore a quella strettamente necessaria per la realizzazione degli interessi pubblici. L’eventuale attività di controllo dovrà essere idonea, cioè adeguata all’obiettivo da perseguire (la tutela del rischio), e necessaria, nel senso che nessun altro strumento ugualmente efficace, ma meno negativamente incidente sulla libertà dei privati, sia disponibile.
Ne consegue che l’attività discrezionale della pubblica amministrazione sarà sindacabile, non solo sul piano della legittimità, ma anche sotto il profilo della ragionevolezza e logicità, che in questo caso si estrinseca nella proporzionalità della scelta rispetto alle possibili alternative e nella sua appropriatezza rispetto all’interesse pubblico primario da perseguire.
Interessanti novità sono previste dal “pacchetto semplificazione” anche sul piano tecnico della regolazione. Al fine di promuovere la competitività delle imprese e di assicurare la migliore tutela degli interessi pubblici, il Governo è autorizzato ad adottare regolamenti volti a razionalizzare, semplificare e coordinare i controlli sulle imprese. Detti regolamenti, dovranno essere emanati su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, del Ministro dello sviluppo economico e dei Ministri competenti per materia, e, questa è la novità, sentite le associazioni imprenditoriali. Si instaura dunque un nuovo ponte fra le regole giuridiche e le realtà sottostanti attraverso la legittimazione dell’apporto collaborativo, l’ascolto, delle parti interessate.
Si è preso coscienza, dunque, che ai fini di una regolazione di qualità si rende necessario concretare il fondamento di un principio cardine, che è quello del giusto procedimento: i destinatari di una decisione, nella specie le associazioni imprenditoriali, devono essere messe in grado di rappresentare i propri interessi di fronte al decisore politico il quale adotterà, in un contesto di governance allargata, una decisione finale più informata con evidenti effetti deflazionistici del contenzioso sulle nuove regole.
“Sentire” le associazioni imprenditoriali nell’ambito del procedimento regolatorio consentirà di realizzare appieno i canoni della democrazia partecipativa, accrescendosi la legittimazione democratica nei confronti dell’attività del regolatore i cui obbiettivi finiscono per essere ragionevolmente condivisi.
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