I versamenti sul conto corrente dell’imprenditore non sono prova di evasione fiscale

Redazione 28/09/12
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Lilla Laperuta

Lo ha chiarito la terza sezione penale della Cassazione, con la sentenza numero 37071, depositata il 26 settembre 2012. Nell’occasione i giudici evidenziano come la giurisprudenza sia concorde nel ritenere che in tema di reati tributari non può farsi ricorso alla presunzione secondo cui tutti gli accrediti registrati sul conto corrente si considerano ricavi dell’azienda (art. 32, co. 1, n. 1, D.P.R. 600/1973), in quanto spetta al giudice penale la determinazione dell’ammontare dell’imposta evasa procedendo d’ufficio ai necessari accertamenti, eventualmente mediante il ricorso a presunzioni di fatto (vedi Cass., sez. III, n. 5490/2009). Ciò non toglie che l’autonomia del procedimento penale rispetto a quello tributario non esclude che, ai fini della formazione del suo convincimento, il giudice penale possa avvalersi degli stessi elementi che determinano presunzioni secondo la disciplina tributaria, a condizione che gli stessi siano assunti non con l’efficacia di certezza legale, ma come dati processuali oggetto di libera valutazione ai fini probatori.

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