Solo 2.163 hanno fissato in tempo l’aliquota e la prima rata si pagherà come previsto entro il 16 giugno
Tratto da www.lagazzettadeglientilocali.it
Saranno quasi 6.000 i comuni che non hanno deliberato le aliquote Tasi e per i quali il pagamento dell’acconto scivola al 16 ottobre. Fra questi ci sono Roma, Milano e Firenze.
Lo spostamento a ottobre dovrebbe riguardare la Tasi su seconde case, capannoni, negozi, alberghi e uffici mentre per le prime case si dovrebbe pagare tutto in un’unica soluzione a dicembre 2013 se il comune non ha deliberato.
La data del 16 ottobre è stata annunciata nei giorni scorsi dal presidente dell’Anci Piero Fassino e confermata dal premier Renzi, ma dovrà comunque essere confermata nel decreto atteso in uno dei prossimi Consigli dei Ministri cui toccherà mettere nero su bianco date e coperture sciogliendo gli ultimi nodi.
Nel frattempo la lista dei comuni che hanno deliberato le aliquote (e le relative detrazioni) è ormai definitivo: sono ora 2.163 i comuni le cui delibere sono state pubblicate sul sito del Dipartimento delle finanze mentre un’altra decina di delibere è ancora in lavorazione da parte del Dipartimento (> elenco dei comuni italiani in cui si pagherà la TASI il 16 di giugno 2014).
Per questi comuni, che sono riusciti a decidere entro il termine del 23 maggio le aliquote, la prima rata della tassa sui servizi indivisibili dovrà essere pagata entro il 16 giugno, cioè fra venti giorni.
Fra questi ci sono Genova, Napoli, Venezia, Bologna, Torino, Bari, mentre fra i “rimandati” ad ottobre ci sono Palermo, Catania, Padova, Potenza, Cosenza, Trieste, Bolzano.
Sembra escluso, salvo ripensamenti dell’ultima ora, un rinvio generalizzato per tutti gli 8.092 comuni, “virtuosi” o “ritardatari” che siano, come avevano chiesto diverse organizzazioni. Rinvio generalizzato che sarebbe stato escluso dallo stesso Renzi nella conferenza stampa prima delle elezioni. “Il Governo non ha previsto nessun tipo di rinvio” sulla Tasi, aveva detto il premier, ma “solo consentito ai comuni che vogliono evitare per motivi elettorali e per aspettare di scegliere i nuovi sindaci” di fissare l’aliquota, “di andare a ottobre”. Nel frattempo i comuni “virtuosi” dovrebbero inviare a casa i bollettini di pagamento precompilati.
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