Finalmente il divorzio breve è arrivato in Gazzetta Ufficiale.
E’ stata un’attesa più lunga del previsto, ma alla fine la legge con le nuove disposizioni sulla fine del matrimonio è stata pubblicata ed entrerà in vigore, come da regolamento, il prossimo 26 maggio, cioè due settimane esatte dopo l’uscita del testo finale. Molto importante, la retroattività: sarà infatti valida anche per le cause già in corso, che dunque potrebbero subiore un’accelerazione decisiva per la definitiva risoluzione del rapporto matrimoniale.
Non si sa cosa abbia trattenuto il presidente Mattarella dalla firma sull’atto definitivo del Parlamento, che ha licenziato il divorzio breve dopo alcuni anni di gestazione e mancati accordi tra le parti in causa.
La legge elettorale, approvata successivamente, ha ottenuto un iter molto più breve tra l’ok in aula arrivato il 4 maggio e la pubblicazione in Gazzetta, datata giovedì 7. Più a rilento, invece, il passaggio della legge sulla separazione, che ha ricevuto l’ok il 22 aprile ed è finita per uscire nell’organo di raccolta delle nuove disposizioni legislative solo ieri, 11 maggio.
Ora, però, tutti i potenziali interessati – coniugi, avvocati, professionisti, ufficiali di stato civile e via dicendo – potranno finalmente tirare un sospiro di sollievo: tutto come da programma, insomma, il divorzio breve entrerà in vigore il prossimo martedì 26 maggio 2015.
VAI AL TESTO DEFINITIVO DEL DIVORZIO BREVE
|
Trattato della separazione e divorzioA cura di Michele Angelo Lupoi, 2015, Maggioli Editore
La presente opera, aggiornata con la negoziazione assistita, viene suddivisa in tre tomi e affronta in modo pragmatico le tematiche coinvolte nell’ambito della separazione e del divorzio. Già aggiornato con le novità del c.d. DIVORZIO BREVE Acquista |
Cosa prevede la nuova legge
L’ok alla Camera è arrivato grazie al voto di 389 deputati, con 28 contrari e 6 astenuti.
A partire dal prossimo 26 maggio, in caso di separazione consensuale, saranno sufficienti sei mesi per la conclusione degli effetti civili del matrimonio, mentre, qualora si finisca in giudizio, il termine sarà di un anno.
Sulla comunione dei beni, la nuova legge stabilisce che l’accordo sulla potestà comune dei possedimenti venga sciolto non appena il giudice dà l’ok agli ormai ex coniugi a vivere separatamente, oppure nell’atto stesso di firma della separazione consensuale.
Le nuove norme vanno ad accoppiarsi a quelle sul “divorzio facile”, che, con l’ok alla negoziazione assistita, hanno reso molto più snelle le procedure per lo scioglimento dell’atto matrimoniale di fronte all’autorità comunale.
Tratto da www.leggioggi.it
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento