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Gli eredi di un invalido hanno diritto alle quote della pensione di inabilità e dell’indennità di accompagnamento che il parente deceduto ha già maturato. Questo vale non solo per coloro che prestano effettiva e continuata assistenza all’invalido, ma per tutti gli eredi in generale. A stabilirlo è stata la Corte di Cassazione con la sentenza n. 1323 del 26 gennaio scorso.
Vediamo allora insieme come viene ereditata la pensione di inabilità alla morte dell’invalido.
Che cos’è la pensione di inabilità lavorativa?
La pensione di inabilità lavorativa è una prestazione assistenziale che viene garantita dall’Inps ai lavoratori dipendenti, parasubordinati e autonomi ai quali sia stata riconosciuta l’inabilità totale (100%) e quindi la permanente impossibilità a svolgere qualsiasi attività lavorativa.
I lavoratori che richiedono la pensione di inabilità devono avere un’anzianità contributiva di almeno cinque anni, di cui almeno tre versati negli ultimi cinque anni. La pensione viene calcolata aggiungendo all’anzianità già maturata i contributi sufficienti a coprire il periodo mancante, fino a un massimo di 40 anni.
Quando spetta l’indennità di accompagnamento?
L’indennità di accompagnamento può essere riconosciuta, su richiesta, agli invalidi totali che già percepiscono pensione di inabilità e che sono impossibilitati a deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore o che non sono capaci di compiere gli atti quotidiani della vita.
L’indennità di accompagnamento serve quindi a coprire le spese dell’invalido per l’assistenza personale e continuativa.
Gli eredi dell’invalido hanno diritto alla pensione?
In base alla Legge n. 118/1971, così come interpretata dalla Legge n. 912/1986, gli eredi dell’invalido civile, deceduto successivamente alla domanda di riconoscimento dell’inabilità, hanno diritto a “percepire le quote di pensione già maturate dall’interessato alla data del decesso”.
Questo diritto, specifica la Legge, è valido anche se il decesso del parente invalido sia intervenuto prima della deliberazione concessiva del Comitato provinciale di assistenza e beneficenza pubblica.
Ha diritto alla pensione anche chi non presta assistenza
Ma non solo: come stabilito dalla sentenza della Cassazione n. 1323/2016, hanno diritto alle quote sia della pensione di inabilità sia dell’indennità di accompagnamento non solo i parenti che si sono materialmente occupati dell’assistenza all’invalido, ma anche tutti gli altri eredi.
Le prestazioni assistenziali, infatti, facendo parte a pieno titolo del patrimonio del titolare deceduto, si trasmettono con la successione ereditaria come tutti gli altri beni. Il riconoscimento di tale patrimonio, dunque, è un diritto proprio di tutti gli eredi riconosciuto per legge.
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