Il dibattito sui blog sembra essere arrivato ad un punto morto. Nessuno discute pi? sullo strumento, molti giornalisti lo utilizzano per ricerche o consigli, la comunit? dei blogger si arricchisce giorno dopo giorno attraverso un funzionamento interno che garantisce non solo contatti ma anche ? cosa ben pi? importante ? credibilit?.
E mentre lo strumento incontra un innegabile favore[1], tanti si chiedono in quale settore lo strumento debba dispiegare i propri effetti. Il centro del dibattito ? proprio nel dove, e quel dove, conseguentemente, coinvolge molti interlocutori che fino a qualche giorno prima vedevano nel blog solo un esotico fenomeno di costume per descrivere, con dovizia di particolari, le proprie passioni letterarie o di come si trascorrevano le giornate.
Il blog, ? chiaro, ? molto di pi?.
? una risposta ad un settore ? quello dell?informazione ? in forte difficolt?, soprattutto nell?accogliere quelle che sono le istanze del lettore.
La Rete ha generato un livellamento nel senso che tutti possiamo entrare in contatto con tutti. Questo ha spinto ad un ritorno sociale alla tradizione, all?originalit?, a tutti quei tentativi per recuperare una propria identit? e sfuggire ad una identit? collettiva quanto sterile[2].
La delocalizzazione diviene cos? parametro fondamentale per distribuire meglio le risorse esistenti e per rispondere con maggiore efficacia alle istanze di un Cittadino sempre pi? concentrato sulla domanda rispetto al bisogno[3]; un Cittadino che ? sempre di meno ? dispone di una visuale complessa e condivisa, preferendo la tutela immediata di problematiche quotidiane.
Il desiderio di differenziazione ? con conseguente affermazione della propria individualit? ? dispiega i propri effetti su tutti i settori dell?agire umano; non casuale, a tale proposito appare l?immediato cambiamento di tendenza del marketing che ha iniziato a dismettere le tradizionali campagne aggressive per abbracciare l?ideale del plus emozionale, tradotto nella realt? attraverso il potenziamento di quella che volgarmente viene definita assistenza post vendita.
Ed anche il blog, se vogliamo, diviene un tentativo di smarcarsi da una informazione sempre pi? omologata per arrivare ad un livello pi? alto, all?interno del quale possibile svolgere un ruolo attivo, sia per quanto riguarda la scelta/strumento, sia per quanto riguarda la possibilit? di dire la propria: ?il blog si presenta come qualcosa di estremamente personale. Uno spazio franco nel quale ognuno ? libero di esprimere le proprie idee o pi? semplicemente dare un cenno della propria esistenza?[4].
E hanno ragione i colleghi Baldi e Zarriello nel descrivere il blog innanzitutto come momento di partecipazione; come strumento attraverso il quale sgretolare il principio per cui oggi si ? tutti massa o non si ? niente.
Di pi?, il blog si configura come momento di penitenza dell?intera Rete ? nata per collegare tutti ? e trasformata da certa assurda inconsapevolezza in spazio dove la comunicazione di pi? (argomenti/persone/strutture commerciali) si trasforma in comunicazione di niente.
Il blog assume su di s? una responsabilit? enorme, quella di restituire dignit? e fiducia ad un individuo sempre pi? allontanato dal confronto e dall?incontro, sempre pi? concentrato sulla propria vita e sulle proprie problematiche.
Ma il blog ? anche informazione, molti blog sono curati da giornalisti e professionisti della comunicazione. Di fronte a noi si configura una nuova sfera di utilizzo che non incontra nei pi? favore, bens? incertezza, dubbi sull?efficacia.
Proviamo quindi a dare una minima prospettiva di ci? che sta accadendo.
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Il blog e l?informazione: brevi cenni
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Verso la fine del 2002, in occasione del centesimo compleanno del senatore repubblicano Strom Thurmond, candidato alla presidenza degli Stati Uniti nel 1948, un altro senatore repubblicano, il leader della maggioranza Trent Lott, si abbandona a nostalgie razziste e sostiene che se Thurmond avesse vinto, oggi gli Stati Uniti sarebbero diversi.
I media, con la sola eccezione del Washington Post e di Abc News, praticamente ignorano la vicenda. Ma i blogger mantengono viva l?attenzione e in un paio di giorni la situazione diviene talmente incandescente da finire sulle prime pagine dei giornali. Persino il presidente Bush ? costretto a prendere le distanze dall?alleato e il senatore Lott si dimette[5].
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E i weblog ? che in quell?anno erano ancora pochi ? divennero strumenti cos? importanti da far scrivere sul Boston Globe che ?la caduta di Trent Lott ha implicazioni non solo sulla politica nazionale, ma sull?intero sistema dei media?[6].
L?episodio ? importante sotto molti punti di vista.
Innanzitutto un sentimento di partecipazione sempre pi? improntato al concreto che ? pur di dare efficacia alle proprie azioni ? non esita a dispiegarsi attraversi strumenti alternativi di partecipazione alla vita sociale, rispetto alle tradizionali forme politiche.
Ma se negli Stati Uniti tale processo ? oramai attivo da decenni, in Italia lo stesso sta iniziando solo ora[7], con risultati alterni e in un?ottica pi? di ?ancora di salvezza? da un sistema non condiviso piuttosto che come sistema alternativo credibile.
Ma l?episodio ? importante anche per sottolineare ?l?apparente importanza che hanno acquisito i telegiornali e alcuni grandi quotidiani a segnare l?agenda politica dell?Italia ma, nello stesso tempo, il controllo sempre maggiore che potentati politici ed economici esercitano su quei mezzi di comunicazione, lasciando ai direttori e ai giornalisti ? potremmo dire ? soltanto briciole e scampoli di libert? e di autonomia?[8].
Perch? siamo tutti consapevoli che l?informazione ? o meglio la capacit? di arrivare alle informazioni nel pi? breve tempo possibile ? ? divenuta tratto distintivo di quella che, a ragione, definiamo societ? dell?informazione[9].
Il blog, a ragione, diviene cos? momento di smarcamento da un sistema precostituito; strumento libero che, per sua stessa essenza, non vuole scardinare l?universo dell?informazione cos? come noi lo conosciamo; semmai lo vuole integrare e arricchire. Semmai vuole affermare un pluralismo che veda la partecipazione di attori gi? consolidati affiancati da giovani promesse. Che poi la giovane promessa sia uno studente di scienze politiche o un funzionario di banca o un operaio, poco importa, l?importante ? dare voce a tutti.
Chiaramente non mancano le problematiche.
La prima riprende uno dei tratti distintivi della Rete, al cui interno tutti possono lasciare una traccia ? sotto forma di post, articolo, saggio ? e al cui interno tutti possono trovare ci? che cercano. La domanda ? ovvia e scontata: quanto vale la pagina web in termini di credibilit??
La credibilit?, in assenza di altre variabili, ? divenuta infatti un elemento fondamentale che si ricollega allo scritto sotto forma di notizia aggiornata, credibile, utile e integrata da informazioni attendibili.
Il circuito dei blogger ha risolto il problema con sana praticit? e, soprattutto, sfruttando quello che ? il metodo principe della Rete che si alimenta di link e rimandi ad informazioni utili: ?i bloggers, coloro che aprono un blog, visitano altri diari segnalandoli, o meglio linkandoli, all?interno del proprio; un metodo convenzionale per esprimere interesse e solidariet? verso le idee e le vicissitudini raccontate da un?altra persona, come a dire: Ti ho letto e mi sei piaciuta.?[10]
Ma lo stesso comportamento rappresenta solo una sorta di galateo elaborato grazie alla quotidianit? d?uso dello strumento, e non pu? certo rappresentare una sicurezza assoluta, soprattutto se si parla d?informazione.
La seconda problematica appare pi? che tecnica, sociale. Troppo spesso, infatti, il dibattito sui blog si trasforma in una battaglia tra categorie che diffidano l?una dell?altra e che concepiscono l?esistenza della prima come il conseguente annullamento della seconda.
? un discorso che non regge, soprattutto quando pensiamo alle attuali problematiche che coinvolgono, quasi sempre, pi? settori specifici all?interno di un ideale piano d?azione organico e strutturato.
Occorre ? se ne parler? nel paragrafo successivo ? un passo indietro da parte degli interlocutori interessati che si trasformi in un efficace passo in avanti del dibattito: una alternativa che ricerchi i vantaggi degli strumenti presenti per configurarli in maniera razionale ed efficace.
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Strane alleanze
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Gi? con l?avvento di Internet e con l?applicazione della Rete anche al circuito dell?informazione, si inizio a parlare e dibattere sull?utilizzo di quelli che ? dal giorno alla notte ? da strumenti tradizionali del mestiere dell?informazione divennero preistorica memoria di un modus operandi che non aveva pi? ragione d?essere.
Troppo attraente il fascino della Rete che consentiva di leggere un quotidiano americano comodamente seduti nello studio delle nostre case; un metodo funzionale che permetteva la costruzione di veri e propri servizi giornalistici on line al posto del tradizionale articolo cartaceo[11].
Successe in fondo quello che si era gi? realizzato ai tempi non sospetti della Rivoluzione Industriale che segn? non tanto l?integrazione di un modello produttivo all?epoca solo agricolo con uno di tipo industriale, bens? l?annullamento totale di ci? che gi? esisteva a vantaggio dell?ennesima novit? di turno.
Cos? Internet si ? affermato come naturale passo in avanti della comunit? umana alla ricerca della continua evoluzione. Inutile dire che le previsioni apocalittiche di chi preannunciava il declino imminente dello strumento cartaceo non si sono avverate; c?? stato un calo, ? vero, ma ancora oggi preferiamo leggere il quotidiano sulla nostra poltrona preferita e non di fronte ad uno schermo.
? anche vero che ? soprattutto per un lettore non troppo attento ? leggere un quotidiano ? pi? difficile rispetto alla schermata del proprio p.c. Perch? la notizia letta sul quotidiano sar? ben integrata nel presente e non potr? ? per evidenti ragioni di spazio ? raccontare come si ? arrivati a quella determinata situazione.
Discorso diverso per il web dove ? con l?ausilio di parole chiave ? sar? possibile ripercorrere tutta la cronologia di una determinata notizia.
La naturale predisposizione degli strumenti dell?informazione ? di auspicio per una soluzione che non sia netta, ma che rappresenti un mix tra i pregi dei due strumenti.
Ipotizziamo cos? un articolo presente su di un quotidiano cartaceo che, alla fine, riporti gli indirizzi di tutti gli articoli precedenti presenti sul sito on line del quotidiano stesso.
Otteniamo una notizia resa in forma pi? accurata unitamente alla possibilit? da parte del lettore, di approfondire l?argomento: il tutto attraverso un uso integrato e razionale di tutti e due gli strumenti.
Il discorso pu? essere facilmente trasferito allo strumento blog. In fondo quest?ultimo ? in alcuni casi ? rappresenta una miniera di informazioni utili, rese forse non da un professionista dell?informazione, ma sicuramente da un professionista/appassionato di un determinato argomento.
Ipotizziamo cos? una nuova situazione (che forse a molti sembrer? una mera provocazione) per cui un quotidiano selezioni un certo numero di blog (valutati sulla base della credibilit? e del numero di accessi e di post lasciati) costruendo un vero e proprio circuito di blog referenziati da ospitare nel proprio sito on line[12].
Con un vantaggio che appare duplice attraverso l?offerta di un servizio innovativo attraverso il quale incentivare la partecipazione dei lettori[13] e attraverso l?instaurazione di un dibattito pressoch? continuo con il lettore stesso.
Per il blogger, al contrario, la possibilit? di entrare in un circuito istituzionale della notizia non per solo ego, ma anche per valorizzare il proprio apporto, senza per questo sacrificare la libert? e l?essenza stessa dello strumento.
Non possiamo, nel contempo, scordare le possibili problematiche di un processo cos? forte. Le stesse si concentrano principalmente sulla trasformazione dello status del blog, da strumento assolutamente libero a strumento sottoposto a responsabilit? se non altro etiche. In tal senso ? stata sopra prevista una forma di collaborazione ?occasionale?, non necessariamente quotidiana, ma esclusivamente limitata al tenore della notizia. E ancora in tal senso la previsione di una ?collaborazione occasionale? e non esclusiva, tale da permettere al blog non solo il proseguimento di un percorso informativo autonomo ma anche lo status di ?esperto?[14].
Ma pi? di ogni altro dato quanto sopra ha il pregio di introdurre il blog ? inteso come strumento di informazione ? all?interno di un vero e proprio circuito editoriale.
Con conseguenze che ? in positivo come in negativo – non si possono chiaramente prevedere ma possono rappresentare, almeno, un quadro d?azione reale e pratico all?interno del quale poter decidere serenamente se i blog possano rappresentare una nuova risorsa dell?universo giornalistico o una mera involuzione del settore dell?informazione.
In caso contrario si continuer? nella propria incessante ?corsa in avanti? approdando a soluzioni sempre pi? nuove ed innovative. Ma anche sempre pi? parziali ed isolate, sempre pi? attente ad un vantaggio unidirezionale che non tenga conto degli altri interlocutori coinvolti. Che, dal canto loro, continueranno ad interpretare tali nuove soluzioni come un pericolo ad un modus operandi forse statico, ma tradizionalmente efficace.
Con il rischio di perdere ? tutti, nessuno escluso ? una occasione importante.??
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Bibliografia di riferimento
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Baldi C., Zarriello R., Penne Digitali ? Dalle agenzie ai blog: fare informazione nell?era di Internet, Centro di Documentazione Giornalistica, Roma, 2005;
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Granieri G., Blog Generation, Laterza, Roma ? Bari, 2005;
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Marcon G., Come fare politica senza entrare in un partito, Feltrinelli, Milano, 2005;
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Pulcini E., Giornalismo su internet ? Cercare, produrre e diffondere informazione on line, Castelvecchi, Roma, 1997;
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Tranfaglia N., Ma esiste il quarto potere in Italia? Stampa e potere politico nella storia dell?Italia unita, Baldini Castoldi Dalai Editore, Milano, 2005.??????
[1] Secondo uno studio del Pew Internet and American Life Project pubblicato nel 2004, ogni giorno vengono creati circa 15.000 blog senza contare che circa 50 milioni di utenti di Internet sono lettori regolari di weblog (Fonte: Giuseppe Granieri, 2005).
[2] Stefano Martello, Per un nuovo significato dell?informazione nella Rete, in Gennaro Pesante (a cura di), Speciale Internet, in www.manhattan.it, 2005.
[3] Per quanto riguarda la differenza tra bisogni e domande, basti dire che i bisogni sono comuni a tutti non risentendo dei parametri dell?et?, della professione, del reddito o del territorio in cui si vive; sono altres? inconsci, complessi e profondi (un bisogno quanto mai attuale ? la sicurezza, comune quindi ad un dirigente di quaranta anni come ad uno studente di venti o ad un operaio di trenta). Le domande sono al contrario consce, specifiche, superficiali e di breve periodo e risentono fortemente di alcuni parametri quali l?et?, la professione o anche il luogo in cui si vive (prendendo come esempio la sicurezza ci sar? una maggiore domanda contro la microcriminalit? da parte del cittadino della grande citt? rispetto a chi abita in un piccolo centro di provincia. Cos? come ? all?interno di una stessa citt? ? chi vive in un quartiere avr? una domanda diversa da chi vive in un altro quartiere). Gerarchicamente i bisogni vengono prima delle domande perch? ? proprio grazie ai primi che le domande assumono tratti differenziati.
[4] Carlo Baldi, Roberto Zarriello, Penne Digitali ? Dalle agenzie ai blog: fare informazione nell?era di Internet, Centro di Documentazione Giornalistica, Roma, 2005, pag. 105.
[5] Giuseppe Granieri, Blog Generation, Laterza, Roma ? Bari, 2005, pag. 66.
[6] Mark Jurkowitz, The Descent of Trent Lott Brings the Rise of Bloggers, Boston Globe, 26 dicembre 2002.
[7] Per un approfondimento sul tema, Giulio Marcon, Come fare politica senza entrare in un partito, Feltrinelli, Milano, 2005.
[8] Nicola Tranfaglia, Ma esiste il quarto potere in Italia? Stampa e potere politico nella storia dell?Italia unita, Baldini Castoldi Dalai, Milano, 2005.
[9] Ideato concettualmente nel 1948 dallo studioso americano e padre riconosciuto della cibernetica Wiener, il termine ?societ? dell?informazione? (o anche societ? dei saperi) ha acquisito concretezza nel Giappone degli anni ottanta. Un contesto dove l?informazione ? divenuta risorsa strategica e dove il settore dei servizi ha progressivamente soppiantato il settore industriale.
[10] Carlo Baldi, Roberto Zarriello, Penne Digitali ? Dalle agenzie ai blog: fare informazione nell?era di Internet, cit., pag. 105
[11] Per un approfondimento del cambiamento del mondo dell?informazione con l?avvento di Internet, si consiglia il testo di Enrico Pulcini ? giornalista e fondatore di Infocity, prima agenzia giornalistica italiana on line ? Giornalismo su Internet ? Cercare, produrre e diffondere informazione on line, Castelvecchi, Roma, 1997.
[12] Attraverso una collaborazione non esclusiva, bens? occasionale per cui il blog affianchi il quotidiano solo quando la notizia lo esige, continuando nel contempo la propria normale attivit? all?interno della Rete.
[13] Quest?ultima attivata grazie ai contributi (post) del lettore del blog, senza contare l?indiretto monitoraggio di quello che i lettori desiderano leggere.
[14] In fondo negli Stati Uniti ? gi? successo che blogger particolarmente bravi (e letti) siano arrivati a tenere rubriche su prestigiosi quotidiani.
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