Le modificazioni cui va incontro il cadavere vengono a dipendere da un complesso di azioni classificabili secondo due criteri:
o SEGNI POSITIVI
o SEGNI NEGATIVI
I Seggi positivi della morte manifestano i processi di decadimento e disfacimento del corpo conseguenti alla cessazione delle funzioni vitali e si distinguono a loro volta in:
· Autolisi (agenti interni)
· Eterolisi (agenti esterni)
AUTOLISI
Inversione delle attività enzimatiche proprie dell’organismo, che si orientano dopo la morte verso la distruzione delle strutture proteiche.
ETEROLISI
Invasione del corpo da parte dei germi in grado di espletare complesse attività litiche-enzimatiche, germi che già si trovano nell’organismo o che provengono dall’esterno (processo di cui la Putrefazione rappresenta il modo più comune, con distruzione fino alla riduzione scheletrica); occasionalmente la degradazione del cadavere può essere attuata da animali; di regola, invece, intervengono a un certo punto muffe e insetti (vedi la Tanatoentomologia).
Sono tutti i fenomeni che testimoniano l’assenza di attività vitale (soprattutto gli effetti più immediati) ed effetti di disgregazione, tutti fenomeni incompatibili 8e quindi negativi) con la presenza di vita.
La medicina legale, basandosi sulla classificazione del Borri[1], distingue i segni della morte in tre gruppi:
1. PROCESSI ABIOTICI
· Abiotici immediati – Morte incerta
· Abiotici consecutivi – Morte certa
2. PROCESSI TRASFORMATIVI
· Abiotici trasformativi – Morte certa
· Abiotici conservativi – Morte certa
PROCESSI ABIOTICI IMMEDIATI
Si tratta di segni di grande importanza per la diagnosi di morte ma come tali, indagati soggettivamente, con i soli sensi dell’uomo, non danno certezza assoluta a meno che non si obiettivizzino con il registrare elettrocardiograficamente la cessazione dell’attività cardiaca per almeno venti minuti, col che si realizza anche la precocità della diagnosi.
Questi segnali si distinguono per:
· Perdita della conoscenza
· Paralisi sensitiva
· Abolizione del tono muscolare
· Arresto della circolazione
· Arresto della respirazione
La diagnosi di morte (tanatodiagnosi) può risultare assai ardua quando deve fondarsi soltanto sui segni abiotici immediati. E’ infatti antica nozione che non tutti i tessuti del corpo muoiano contemporaneamente.
PROCESSI ABIOTICI CONSECUTIVI
Sono la conseguenza del cessare della circolazione sanguigna e quindi di tutte le attività vitali, per cui questa categoria di segni abbisogna di tempo per esprimersi. Così che col passare delle ore
compaiono:
· Ipostasi
· Rigidità cadaverica (Rigor mortis)
· Evaporazione teguminale con disseccamento cutaneo e mucoso
· Acidificazione degli umori
· Raffreddamento corporeo
scompaiono:
· Rigidità muscolare
· Eccitabilità neuro-muscolare
Questi segni danno indicazione certa della morte e di macroscopico rilievo, consentono di affermarla con certezza già al semplice esame ispettivo e su essi si basa la disposizione del regolamento di polizia mortuaria che per l’appunto stabilisce che il medico necroscopo si rechi a visitare la salma non prima che siano trascorse 15 ore dal denunciato decesso, periodo di tempo sufficiente per lo stabilirsi di detti fenomeni.
PROCESSI ABIOTICI TRASFORMATIVI
Fenomeni di tipo positivo, cioè processi attivi sia di tipo autolitico che eterolitico, operati cioè dagli enzimi dei germi, la cui invasività dipende da fattori intrinseci al cadavere o da circostanze ambientali (quali temperatura, ambiente di inumazione: nella terra, esposto all’aria, nell’acqua: grado di secchezza o umidità del terreno, ecc.). Si distinguono in processi totalmente distruttivi e parzialmente distruttivi:
· Putrefazione(totalmente distruttivo)
· Macerazione (totalmente distruttivo)
· Corificazione (parzialmente distruttivo)
· Mummificazione (parzialmente distruttivo)
· Saponificazione (parzialmente distruttivo)
· Adipocera (parzialmente distruttivo)
decorso dei processi abitici trasformativi
I processi trasformativi sono tutti molto lenti a verificarsi ed estremamente influenzati dalle condizioni ambientali, sicché alla fine non risultano di grande utilità per la datazione della morte, la quale risulta sempre estremamente imprecisa, a meno che non soccorra qualche altro diverso elemento di giudizio.
E d’altra parte non mette conto di essere, su questo punto, molto sinceri perché la datazione della morte con scarti di tempo assai piccoli è soltanto possibile nella letteratura gialla.
Nella pratica giudiziaria è sempre raccomandabile ricercare elementi circostanziali, magari da verificare nel cadavere, come quelli connessi con l’alimentazione e con il riscontro delle modificazioni degli alimenti ingenti per effetto delle attività digestive.
Raccomandare dunque la prudenza nella valutazione cronologica dei fenomeni cadaverici è giustificato quindi dalle conoscenze scientifiche ed anche dagli insuccessi pratici.
È quindi a puro titolo esemplificativo che si riassumono di seguito i principali dati sui quali il giudizio dell’epoca della morte può essere basato:
· La irritabilità dei muscoli striati si spegne entro 4-6 ore
· La irritabilità dei muscoli lisci si spegne entro 6-8 ore
· L’ipostasi in primo stadio compare entro 3-6 ore
· L’ipostasi in primo stadio dura 8-12 ore
· Il raffreddamento del cadavere dura18-22 ore
· La rigidità cadaverica si inizia entro 3-6 ore
· La rigidità cadaverica è completa entro 36-48 ore
· La rigidità cadaverica scompare entro 72-96 ore
· Lo stadio cromatico si inizia in estate entro 20-25 ore
· Lo stadio cromatico si inizia in inverno entro 3-8 giorni
· Lo stadio colliquativo è manifesto dopo 3-4 giorni
· Lo stadio enfisematoso si inizia in estate entro 4-6 giorni
· Lo stadio enfisematoso si inizia in inverno entro 1-1½ mesi
· La mummificazione superficiale dopo 1-1½ mesi
· La saponificazione è completa dopo 3-6 mesi
· La mummificazione è completa dopo 6-12 mesi
· Lo stadio della scheletrizzazione è completo dopo 1½ – 3 anni
Massimiliano MANCINI (Comandante Dirigente del Corpo di Polizia Locale di Frosinone, Docente e Consulente in materie Giuridiche e nel campo della Sicurezza)
[1] Borri L., Trattato di Medicina Legale, Vallardi, Milano 1926
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