La tutela del neonato al vaglio della Corte Costituzionale
Con la sentenza n. 272 dello scorso 18 dicembre, la Corte Costituzionale è intervenuta in materia di tutela del neonato, ritenendo centrale l’interesse del minore. Il caso riguardava il riconoscimento di un figlio concepito tramite la maternità surrogata, vicenda rispetto alla quale l’interesse del bambino deve comunque essere contemperato con l’interesse alla verità.
In particolare, il giudice delle leggi ha affermato che, ancorché la legge nulla disponga, il giudice deve sempre considerare le modalità di concepimento nonché la possibilità per il genitore di instaurare un rapporto col bambino, che possa offrire adeguata tutela al bambino.
La comparazione tra interesse del minore e interesse alla verità
La Corte Costituzionale ha affermato la necessità di contemperare l’interesse alla verità con l’interesse del bambino. Vi sono casi in cui tale comparazione viene effettuata dalla legge e casi, invece, in cui è il giudice che, di fronte al caso concreto, deve procedere al bilanciamento degli interessi de quibus. Ovviamente, tale valutazione è piuttosto complicata, in quanto vengono in gioco altri fattori che non possono essere ignorati. Ad esempio, oggi viene attribuito grande valore, appunto, alle modalità di concepimento nonché al tipo di legame che può crearsi con il genitore adottivo. Tali elementi si affiancano a quelli che da sempre sono stati considerati, come la durata del rapporto e, dunque, l’identità già maturata dal minore.
Nel caso di specie, la Corte Costituzionale ha dichiarato infondata la questione di legittimità costituzionale relativa all’art. 263 c.c., dato che il nostro ordinamento si oppone fortemente alla surrogazione di maternità.
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