Migliaia di avvocati iscritti d’ufficio alla Gestione separata Inps: “Si blocchi l’operazione”

Redazione 11/05/18
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“Operazione Poseidone”

Nota con il termine “operazione Poseidone”, si tratta di una manovra iniziata nel 2011 e messa a punto dall’Inps – di concerto con l’Agenzia delle Entrate – per il recupero di alcuni milioni di euro di contributi “sommersi”, attraverso l’iscrizione d’ufficio alla Gestione separata, di moltissimi professionisti iscritti ad un Albo dotato di propria Cassa previdenziale. L’operazione Poseidone, come noto, vede coinvolti moltissimi avvocati, i quali, a partire proprio dal 2011, hanno cominciano a ricevere richieste di pagamento per somme non versate negli anni addietro (si rammenta, infatti, che prima della riforma professionale, non era obbligatoria l’iscrizione alla Cassa forense contestualmente all’iscrizione all’Albo, se non si percepiva un determinato reddito minimo).

A fronte dei numerosi ricorsi giudiziali, ove tra l’altro l’Inps risultava spesso soccombente, nel 2012 il Governo chiede di bloccare l’operazione, ravvisandovi poca chiarezza. Ma lo stop dura solo pochi anni, perché già nel 2015 (tra giugno e luglio) l’Inps riprende l’operazione, inviando solo ai professionisti avvocati circa 65.000 avvisi in tutta Italia. Le richieste per ciascun avviso, tra l’altro, sono di entità considerevole, ossia nell’ordine di circa 2.500,00/3.000,00 euro di media, anche se in alcuni casi arrivano persino a 30.000,00 euro.

Come prevedibile, gli avvocati ricorrono in massa dinanzi alle autorità giudiziarie, ottenendo, da subito, diverse sentenze ad essi favorevoli. Ma nonostante ciò, l’Inps nel 2016 notifica nuovi avvisi, e stavolta ad una platea di professionisti ancora più ampia, investendo ossia anche coloro che avevano ottenuto giudizialmente provvedimenti di cancellazione dell’iscrizione d’ufficio, o chi aveva effettuato i pagamenti alla propria Cassa previdenziale. Infine, la storia pare complicarsi ulteriormente quando, nel gennaio 2017, cominciano ad arrivare le cartelle esattoriali o avvisi di addebito, nonostante la pendenza dei giudizi.

Di nuovo reazioni forti da parte degli avvocati: dalle denunce – querele presso le Procure agli esposti collettivi alle Corti dei Conti.

Appello dell’Organismo congressuale forense

In questo contesto si inserisce l’appello dell’Organismo congressuale forense al Presidente del Consiglio ed al Ministro del Lavoro: “Giovani avvocati al collasso, si blocchi subito l’operazione Poseidone”. Lo si apprende nel comunicato Ocf del 4 maggio 2018.

Danni irreparabili ai giovani avvocati

In particolare, prosegue il Coordinamento dell’Organismo “Segnaliamo l’urgenza di provvedere, invitando l’Inps a sospendere immediatamente ogni azione esecutiva dell’operazione Poseidone, dal momento che potrebbe essere illegittima e che, tra l’altro, reca un irreparabile danno ai giovani avvocati professionisti di età compresa tra i 30 ed i 40 anni, con reddito inferiore ai 5.000,00 euro, che sono stati già costretti a cancellarsi dai rispettivi Albi”.

Non si tratta di una presa di posizione contro l’Inps – prosegue l’appello – ma della necessità di ristabilire una giustizia sociale che in questo caso è stata calpestata”. Le iscrizioni d’ufficio alla Gestione separata di centinaia di migliaia di professionisti, sono difatti avvenute – spiega l’Ocf – in contrasto alle previsioni della Relazione accompagnatoria alla Legge di conversione del D.l. n. 98/2011, su cui si sarebbe fondata la pretesa dell’Inps. Ma non solo questo.

A lasciare indignati i componenti dell’Organismo forense, è il fatto che i versamento richiesti, accompagnati da sanzioni quasi pari al 100% dell’importo, non concorrono a formare il montante previdenziale ma entrano per legge nel bilancio ordinario dell’Inps.

Non possiamo restare sordi – si legge ancora nel comunicato Ocf – al grido d’allarme di molti giovani avvocati disperati, costretti a chiedere finanziamenti per adempiere alla prestazione richiesta, al posto di organizzare il proprio futuro, il cui percorso si fa sempre più scivoloso. Chiediamo pertanto alla politica di intervenite in modo decisivo per aiutare concretamente i giovani professionisti, avvocati e non solo, che oggi si trovano in grosse difficoltà per cause non imputabili ad una loro responsabilità”.

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