In tali ipotesi, difatti, il ricorso per cassazione integra un ingiustificato sviamento del sistema giurisdizionale, essendo non già finalizzato alla tutela dei diritti o a dare risposta alle istanze di giustizia, ma destinato soltanto ad aumentare il volume del contenzioso e ad ostacolare la ragionevole durata dei processi pendenti, nonché il corretto impiego delle risorse necessarie per il buon andamento della giurisdizione.
Sulla base di tale assunto, la Corte di Cassazione, terza sezione civile, con ordinanza n. 15209 del 12 giugno 2018, ha condannato il ricorrente per lite temeraria, avendo esso proposto dei motivi di censura in parte infondati ed in parte inammissibili per violazione del principio di autosufficienza, in quanto sostanzialmente volti ad una rivisitazione nel merito della controversia. Ciò che si prospetta incompatibile con un quadro ordinamentale che da una parte deve garantire l’accesso alla giustizia ed alla tutela dei diritti, dall’altra deve assicurare la ragionevole durata del processo, anche mediante strumenti dissuasivi rispetto ad azioni meramente dilatorie.
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