Mai sentito parlare dell’UNCITRAL?

Redazione 29/08/02
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di Enrica Landolfi
E’ ben noto che il mondo del diritto sia pieno di abbreviazioni ed acronimi.

Il codice civile, per esempio, è quasi sempre citato con le sue due iniziali seguite da un punto (i.e. c.c.) o, ancora, si preferisce l’abbreviazione P.A. in luogo di Pubblica Amministrazione.

Il problema degli acronimi diventa un po’ più complicato quando superiamo i confini domestici e ci affacciamo, per esempio, sul diritto internazionale commerciale.
UCC, ULF, CISG, UNIDROIT, UNCITRAL sono solo alcuni degli acronimi che improvvisamente possono spuntare durante la lettura di saggi, articoli, od anche atti, che riguardino il diritto commerciale internazionale. Che cosa significa, dunque, UNCITRAL?
UNCITRAL e’ l’abbreviazione di United Nations Commission on International Trade Law che, tradotto in italiano, non è altro che la Commissione delle Nazioni Unite per il Diritto Commerciale Internazionale con sede in Vienna.

Si tratta di una Commissione permanente fondata nel 1966 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite quando lo sviluppo dei mercati internazionali mostrò l’esigenza di una rimozione o, almeno, di una riduzione dei numerosi ostacoli esistenti per l’unificazione del diritto commerciale internazionale.

Parte rilevante del mandato attribuito all’UNCITRAL, considerato come il principale organo delle Nazioni Unite dedicato al diritto internazionale commerciale, comprendeva una serie di attività atte ad incoraggiare la progressiva armonizzazione ed unificazione del diritto commerciale internazionale, attività di genere diverso ma interagenti l’una con l’altra. Secondo l’originale mandato, infatti, l’UNCITRAL avrebbe dovuto coordinare leattività delle organizzazioni che fossero impegnate sul fronte del diritto commerciale internazionale, incoraggiando la cooperazione e lo scambio d’informazioni; la Commissione, inoltre, s’impegnava a promuovere una più ampia aderenza degli Stati alle già esistenti convenzioni internazionali, modelli di legge e leggi uniformi.
Ma il compito più arduo affidato all’UNCITRAL certamente fu quello che impegnava la Commissione alla diretta preparazione e promozione di nuovi testi legislativi che potessero trovare ampio accoglimento tra gli Stati e che dovessero anche essere supportati da commentari e da un’aggiornata giurisprudenza (i.e. case law) .
Le tecniche legislative che l’UNCITRAL ha utilizzato per assolvere a questo compito sono diverse e molto flessibili. Convenzioni, Modelli di Legge e Regole Uniformi sono i principali mezzi legislativi che la Commissione ha adottato per uniformare il diritto internazionale commerciale, mezzi con caratteristiche diverse, che sono stati scelti ed adottati a seconda del panorama legislativo preesistente alla attività dell’ UNCITRAL ed al risultato che questo stessa intendeva perseguire.
La Convenzione è una tecnica legislativa caratterizzata dalla sua portata obbligatoria. Una volta depositata la ratifica presso l’organo competente, infatti, lo Stato aderente si obbliga a adottare una legislazione interna in linea con la Convenzione stessa.
La forma della Convenzione è stata, così, considerata ottimale in campo di trasporto internazionale e, più precisamente, nel caso dell’ unificazione e standardizzazione dei limiti della responsabilità delle parti coinvolte nel trasporto; o, ancora, nel campo di titoli di credito dove la circolazione internazionale del titolo è interamente affidata ad un regime obbligatorio necessariamente uniforme. Se, però, la forma della Convenzione assicura un alto grado di uniformità, questa stessa non lascia alcun potere agli stati che, a volte, hanno preferito non ratificare piuttosto che sottomettersi all’eteronomia dell’UNCITRAL.

Il Modello di Legge è un testo legislativo raccomandato agli Stati affinché sia adottato come parte della legislazione interna.
Diversamente dalla Convenzione, il Modello di Legge non richiede la ratificazione formale e lascia gli Stati liberi di modificare o tralasciare parti del testo stesso. L’alto grado di flessibilità di questo tipo di testo ha chiaramente incentivato l’adozione di diversi Modelli di Legge in campi dove i singoli sistemi nazionali presentavano differenze macroscopiche e, quindi, insormontabili.

Infine vi sono le Regole Uniformi, clausole modello per la preparazione di contratti. Queste rappresentano un valido aiuto per le parti che intendono inserire nel loro contratto di carattere internazionale clausole di ogni genere, come per esempio quelle per la risoluzione di un contenzioso in via stragiudiziale.

Degno di nota é anche il C.L.O.U.T. e cioé il Case Law on Uncitral Texts.Con la collaborazione degli Stati interessati,infatti, la Commissione da anni compila una raccolta di casi internazionali che abbiano visto l’applicazione dei testi UNCITRAL. La raccolta degli “abstracts” dei casi viene regolarmente pubblicata ed e’ facilmente reperibile su INTERNET. (http://www.un.or.at/uncitral/en-index.htm)

Se l’UNCITRAL abbia tenuto fede al mandato originario può essere facilmente valutato considerando la produzione normativa della Commissione stessa.
Basterà, dunque menzionare alcune delle iniziative proficuamente portate a termine dalla Commissione per rendersi conto dell’enorme contributo che l’UNCITRAL ha apportato al diritto commerciale internazionale.

La Convenzione di Vienna del 1980 per la Vendita Internazionale dei Beni, per esempio, ha ricevuto ampio riconoscimento; il Modello di Legge per il Commercio Elettronico, il Modello di Legge sull’Arbitrato Internazionale Commerciale, il Modello di Legge per il Trasferimento Internazionale dei Crediti, le Regole Uniformi per l’Arbitrato sono solo parte di una più vasta collezione di testi che ha guidato ed ancora fortemente influenza l’attività normativa della comunità internazionale degli Stati.

Attualmente l’UNCITRAL è impegnato su diversi fronti. In cantiere vi sono progetti impegnativi come, per esempio, una convenzione sul Receivables Financing che consideri anche il fenomeno della securitisation, un testo sulla Firma Elettronica, un progetto per il finanziamento privato delle infrastrutture nei paesi in via di sviluppo.

Tutti progetti che richiedono ampie fonti di cognizione ed enormi attività organizzative ma che, senza dubbio, porteranno ad un favorevole sviluppo del diritto commerciale internazionale.

(Marzo 99)
Enrica Landolfi

Redazione

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