Università del Piemonte Orientale
Federica Costelli
Università del Piemonte Orientale
L’Italia, dopo differenti interventi normativi in materia ambientale, ha previsto, nella Legge di Bilancio 2020, l’introduzione della plastic tax recependo la Direttiva 2019/904 del Parlamento Europeo e del Consiglio la quale promuove approcci che vadano a privilegiare prodotti e sistemi sostenibili, riutilizzabili e non tossici al fine di ridurre la quantità di rifiuti prodotti. Tale intervento è conseguenza del crescente interesse e dell’attenzione prestata, anche livello normativo, circa le problematiche ambientali e le esigenze di riciclo.
Introduzione
La plastica è un materiale onnipresente nella nostra vita quotidiana a causa della sua versatilità e del suo basso costo. Nonostante essa sia utile nell’economia ed è impiegata in molti settori (imballaggi e prodotti per la casa, edilizia e costruzioni, mobili e arredo e agricoltura), il suo uso sempre più in applicazioni di beve durata e non riutilizzabili, di cui non è previsto un riciclaggio efficiente, comporta la presenza di modelli di produzione e consumo inefficienti e lineari [[1]].
Secondo un rapporto pubblicato dalla Fondazione Sostenibile “L’Italia del Riciclo 2019”, nel decennio 2006 – 2016 in Europa la gestione dei rifiuti si è diretta verso il riciclo: la produzione di rifiuti è rimasta costante per 2,5 Mldt, ma è aumentato il recupero di materia che passa da 1.029 a 1.102 Mt. Negli stessi anni in Italia si è avuto un aumento sia della produzione di rifiuti da 155 a 164 Mt sia del riciclo da 76 a 108 Mt [[2]].
Secondo un’indagine di ISPRA [[3]], ogni anno ogni cittadino produce circa 500 kg di rifiuti, la metà di questi è costituita da imballaggi e la maggior parte di questi ultimi è plastica. Solo con una raccolta differenziata corretta può essere smaltita, ma va comunque trattata prima e se non viene bruciata correttamente negli inceneritori può disperdere nell’aria gas dannosi. La plastica quando viene dispersa nell’ambiente impiega circa 500 anni prima di deteriorarsi.
Gli italiani sono i primi in Europa a consumare acqua minerale in bottiglie di plastica: all’anno in Italia si consumano 11 miliardi di litri di acqua in bottiglia, ovvero 242 mila tonnellate di plastica. La spesa per il loro acquisto non è irrilevante: scegliere di consumare l’acqua potabile costa circa 1,62 euro l’anno, con un risparmio di circa 17 kg di plastica, mentre l’acquisto di bottiglie in plastica di acqua ha un costo di circa 204 euro.
Spesso si acquistano frutta e verdura in vaschette di plastica confezionate con pellicola o in contenitori monoporzione producendo, così, circa 8 kg di plastica per famiglia, problema che si potrebbe ovviare acquistando prodotti sfusi in sacchetti biodegradabili [[4]].
L’Italia ha previsto, nella Legge di Bilancio 2020, la plastic tax recependo la Direttiva 2019/904 del Parlamento Europeo e del Consiglio la quale promuove approcci che vadano a privilegiare prodotti e sistemi sostenibili, riutilizzabili e non tossici al fine di ridurre la quantità di rifiuti prodotti [[5]].
La Plastic tax in Europa
Il ruolo e l’importanza della plastica negli ultimi anni sono cresciuti in modo costante nella nostra economia. La produzione nel mondo di plastica ha subito un aumento di circa venti volte rispetto agli anni ’60, raggiungendo 322 milioni di tonnellate nel 2015 [[6]].
Dal report redatto da PlasticEurope Market Research Group (PEMRG) e Conversio Market Strategy GmbH sono emersi i dati relativi alla produzione di plastica nel mondo ed in Europa, in particolare la produzione europea è diminuita passando da 64,4 milioni di tonnellate a 61,8 milioni di tonnellate, mentre la produzione mondiale è aumentata passando da 348 milioni di tonnellate a 359 milioni di tonnellate [[7]].
Il report ci restituisce, anche la distribuzione mondiale della produzione di plastica nel 2018: Asia e Cina sono i principali Paesi produttori di plastica rispettivamente rappresentano il 51% e il 30% della produzione mondiale, mentre l’Europa rappresenta solo il 17% della produzione [[8]]. Nel 2018 i principali settori d’impiego delle materie plastiche sono: packaging (39,9%), edilizia (19,8%) e automotive (9,9%) [[9]].
Per ricostruire il tema della plastica si deve risalire al documento “L’anello mancante – Piano d’azione dell’Unione Europea per l’economia circolare” del 2015 nel quale l’UE si è posta l’obiettivo di passare da un’economia lineare ad un’economia circolare.
Lo schema dell’economia lineare è quello dell’estrazione, produzione, consumo e smaltimento: alla fine del consumo il prodotto diventa rifiuto; mentre quello dell’economia circolare è un “sistema in cui tutte le attività sono organizzate in modo che i rifiuti di qualcuno diventino risorse per qualcun altro” [[10]].
Il piano d’azione interviene nel ciclo: dalla produzione e dal consumo, alla gestione dei rifiuti e al mercato delle materie prime secondarie. Individua i settori interessati alla transizione: materie plastiche, rifiuti alimentari, materie prime essenziali, costruzione e demolizione, biomassa e materiali biologici [[11]].
Il 16 gennaio 2018 la Commissione europea approva la “Strategia europea per la plastica nell’economia circolare” sostenendo che vi è la necessità di affrontare con urgenza i problemi ambientali che vi sono sulla produzione, sull’uso e sul consumo della plastica [[12]].
Nel 2019 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale europea la Direttiva UE 2019/904, meglio conosciuta come direttiva SUP (Single Use Plastics), volta a ridurre l’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente imponendo divieti e limitazioni di vendita di alcuni prodotti non riciclabili in plastica come: bastoncini cotonati, posate, piatti, cannucce, agitatori per bevande, aste per palloncini, contenitori in polistirene espanso, come le scatole con o senza coperchio destinati all’immediato consumo, contenitori per bevande e tazze in polistirene espanso con i loro tappi e coperchi e la vendita di prodotti costruiti con plastica oxo – degradabile[[13]].
Questa direttiva introduce la responsabilità estesa del produttore per alcuni prodotti in plastica come i filtri delle sigarette e le reti da pesca, stabilisce alcuni obiettivi di raccolta e riciclo più restrittivi per le bottiglie: i paesi membri dell’UE entro il 2029 dovranno raccogliere il 90%, il 77% entro il 2025, di quanto hanno immesso sul mercato, “a partire dal 2025 le bottiglie in PET dovranno contenere almeno il 25% di materiale riciclato” [[14]].
Viene aggiunta un’etichetta su prodotti come filtri di sigarette, bicchieri di plastica, salviette umidificate e assorbenti, che indica come smaltire al meglio il suddetto prodotto e che ricordi all’acquirente, nel caso di abbandono, l’impatto ambientale negativo provocato [[15]].
Per le bioplastiche, al punto 11 delle considerazioni iniziali si legge che i polimeri naturali non modificati non rientrano in questa direttiva in quanto presenti naturalmente nell’ambiente [[16]]. Per cui rientra tutta la plastica prodotta con polimeri naturali, ma modificati o con sostanze di partenza a base organica, fossili o sintetiche non presenti in natura. Pertanto, la definizione di polimero dovrebbe essere modificata [[17]]. Quest’ultima definizione si dovrebbe applicare anche agli articoli in gomma a base polimerica e la plastica a base organica e biodegradabile, mentre non si applica per le vernici, gli inchiostri e adesivi [[18]].
Gli stati membri entro due anni devono recepire la direttiva nella legislazione nazionale.
Nel 2019 l’OCSE ha pubblicato uno studio in cui spiega come nei diversi Paesi membri dell’Unione Europea sia già in vigore la tassa su determinati tipi e utilizzi della plastica. Stati come Belgio, Danimarca, Estonia, Finlandia, Lettonia, Paesi Bassi e Slovenia hanno scelto la leva fiscale come strumento utile per modificare il comportamento dei cittadini in merito alla suddetta questione [[19]].
La plastic tax comporta un aumento del prezzo dei beni monouso al fine di renderli meno appetibili al consumatore in modo da indurlo all’acquisto di beni con materiali più duraturi e sostenibili; alcuni Paesi applicano tasse agli imballaggi, altri ad alcuni tipi di materie plastiche e/o articoli di plastica non riutilizzabili.
In Belgio, per esempio, è stata introdotta la tassa sugli imballaggi: 3,6 euro per ogni chilogrammo di postate usa e getta immessi sul mercato e 3 euro per chilogrammo di borse di plastica monouso.
Tra i diversi Paesi che hanno istituito la tassa sui sacchetti di plastica si possono trovare: Irlanda, Francia, Portogallo e Regno Unito, ma una misura simile sulle borse di plastica è stata applicata anche in Italia nel 2017 tramite il recepimento di una direttiva europea del 2015 [[20]].
L’Italia con la legge n.427 del 29 ottobre 1993 (art.29 bis), ha tentato di incentivare l’utilizzo di materiali biodegradabili con l’introduzione della tassa sui sacchetti di plastica non biodegradabili, ma la stessa fu soppressa con il decreto Ronchi in seguito al crollo del gettito.
L’Unione Europea al fine di contrastare questa crisi ambientale – socio – culturale si è posta l’obiettivo di inserire una tassa comune a tutti i Paesi membri. Nel 2018 la Commissione Europea, con Legge di Bilancio Comunitario 2021 – 2027 ha proposto l’introduzione di una tassa del valore di 80 centesimi di euro per chilogrammo di plastica contenuta negli imballaggi non riutilizzabili [[21]].
La plastic tax in Italia
In Italia il tema della plastica è stato introdotto con la Legge 3 agosto 2017, n. 123 con l’introduzione degli articoli 226 – bis e 226 – ter nel d.lgs n. 152/2006, i quali prevedono la commercializzazione delle borse di plastica biodegradabili e compostabili, con il divieto della commercializzazione di borse di plastica in materiale leggero e una riduzione progressiva della vendita di borse di plastica in materiale ultraleggero diverse da quelle regolamentate.
Nel territorio nazionale la Strategia europea per la plastica nell’economia circolare ha trovato la prima applicazione con l’art.1, comma 802, della legge 30 dicembre 2018 n. 145 che ha introdotto l’articolo 226 – ter nel d.lgs 152/2006 il quale tratta la prevenzione della produzione di rifiuti da prodotti di plastica monouso e di quella di materiali di origine fossile, della prevenzione all’abbandono e di favorire la raccolta differenziata e il relativo riciclaggio di questi prodotti, facilita e promuove l’uso di beni ecocompatibili.
In seguito all’adeguamento alla direttiva comunitaria del 5 giugno 2019 n. 2019/904/UE, l’Italia introduce la Plastic Tax o l’imposta sul consumo dei manufatti con singolo impegno (MACSI), prevista dalla Legge di Bilancio 2020 (Legge n. 160 del 27 dicembre 2019) e disciplinata nell’art.1 (commi da 634 a 658) da attuarsi con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli e da adottarsi entro luglio 2020. L’adozione della stessa, però, è stata differita al 1°gennaio 2021 in seguito al Decreto Rilancio (D.L. 19 maggio 2020, n. 34, art.133) [[22]].
Le finalità principali di questa tassa sono da un lato incentivare le aziende produttrici di manufatti in materiale plastico a convertire la produzione in plastica biodegradabile e compostabile e dall’altro a favorire nuove entrare erariali, soprattutto in seguito al recente stato di emergenza causato dalla pandemia che ha provocato una nuova crisi globale.
L’art.1 comma 634 istituisce l’imposta che colpisce i manufatti che hanno la funzione di contenimento, protezione, manipolazione o consegna di merci o di prodotti anche se sono realizzati sottoforma di “fogli, pellicole o strisce con l’impiego, anche parziale, di materiale plastico costituito da polimeri organici di origine sintetica e non devono essere ideati, progettati o immessi sul mercato per compiere più trasferimenti durante il loro ciclo di vita o per essere riutilizzati per lo stesso scopo per il quale sono stati ideati”. [[23]]
L’art.1 al comma 635 include nella classificazione i MACSI che permettono la chiusura, la commercializzazione o la presentazione degli stessi o dei manufatti costruiti interamente con materiali diversi dalle stesse materie plastiche; i prodotti semilavorati, realizzati con l’impiego, anche parziale, delle già menzionate materie plastiche, impiegati nella produzione di MACSI [[24]].
Sono esclusi da tale imposta: i MACSI realizzati con materiale compostabile conforme alla norma UNI EN 13432:2002; i dispositivi medici secondo quanto previsto dall’articolo 57 della legge 27 dicembre 2002, n. 289; I MACSI adibiti a contenere e proteggere i medicinali [[25]].
L’obbligazione tributaria sorge al momento della produzione o dell’introduzione definitiva sul territorio nazionale da altri Paesi dell’Unione europea e diviene esigibile all’atto della vendita dei MACSI stessi [[26]].
Il soggetto passivo d’imposta [[27]] è il fabbricante per i MACSI prodotti nel territorio nazionale. Non è considerato tale colui che produce MACSI utilizzando come materia prima o semilavorati altri MACSI sui quali la plastic tax sia dovuta da un altro soggetto, senza l’aggiunta di altre materie plastiche di cui al comma 634 dell’articolo 1 [[28]]. È tenuto al pagamento dell’imposta l’acquirente per i MACSI che provengono da Paesi dell’Unione europea; il cedente per i MACSI acquistati da un consumatore privati; l’importatore per i MACSI che provengono da Paesi terzi.
L’immissione in consumo avviene all’atto della cessione a soggetti nazionali per tutti i MACSI realizzati nel territorio nazionale; o all’atto di acquisto nel territorio nazionale, nell’esercizio dell’attività economica, o all’atto della cessione effettuata nei confronti di un consumatore privato, per tutti i MACSI che provengono da altri Paesi dell’Unione europea; all’atto dell’importazione definitiva nel territorio nazionale per tutti i MACSI che provengono da Paesi terzi [[29]].
Inizialmente la tassa era prevista per un ammontare di 1 euro al chilogrammo, ma con successive revisioni della Legge di Bilancio è stata fissata a 45 centesimi al chilogrammo [[30]].
I soggetti passivi d’imposta, al fine dell’accertamento dell’imposta, trimestralmente devono presentare all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, entro la fine del mese successivo al trimestre solare cui la dichiarazione si riferisce, le dichiarazioni che contengono tutti gli elementi necessari per il calcolo del debito d’imposta. Il cedente, in caso di MACSI acquistati da consumatori privati e provenienti da altri Paesi dell’Unione europea, sono tenuti a presentare la dichiarazione attraverso il rappresentante fiscale secondo quanto previsto dal comma 645 [[31]].
L’imposta non si versa qualora l’importo sia inferiore o pari a 10 euro [[32]].
L’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli effettua attività di accertamento, verifica e controllo dell’imposta con la facoltà di poter accedere agli impianti di produzione al fine di “raccogliere elementi utili per accertare la corretta applicazione delle disposizioni” [[33]].
Il Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli entro maggio 2020 deve pubblicare in Gazzetta Ufficiale le modalità di attuazione delle disposizioni inerenti all’imposta che avranno efficacia a decorrere dal primo giorno del secondo mese successivo alla data di pubblicazione del provvedimento [[34]].
Per la plastic tax trovano applicazione anche le disposizioni in materia di riscossione coattiva, ma prima di avviare la proceduta l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli notifica un avviso di pagamento con un termine di trenta giorni entro i quali il soggetto passivo deve effettuare il pagamento [[35]].
L’imposta indebitamente pagata viene rimborsata; il rimborso deve essere richiesto entro due anni dalla data del pagamento, pena la decadenza; il termine di prescrizione per il recupero del credito è di cinque anni [[36]].
L’articolo 1 della Legge di Bilancio 2020 prevede altresì alcune sanzioni: in caso di mancato pagamento dell’imposta, la sanzione prevista è una sanzione amministrativa di ammontare pari al doppio fino a decuplo dell’imposta evasa, in ogni caso non inferiore a 500 euro. In caso di ritardo pagamento dell’imposta, la sanzione amministrativa prevista è pari al 30 per cento dell’imposta dovuta, in ogni caso non inferiore a 250 euro. In caso di presentazione tardiva della dichiarazione o di altre violazioni alle disposizioni presenti nei commi da 634 a 650, la sanzione amministrativa prevista è pari ad un ammontare da 500 a 5.000 euro [[37]].
Il comma 653 prevede il riconoscimento di un credito d’imposta nella misura del 10 per cento fino ad un importo massimo di 20.000 euro [[38]], per le spese sostenute, dal 1°gennaio 2020 al 31 dicembre 2020, per l’adeguamento tecnologico per la produzione di manufatti compostabili secondo lo standard EN 13432:2002.
È infine previsto il credito d’imposta per le spese di formazione del personale dipendente sostenute, dal 1°gennaio 2020 al 31 dicembre 2020, al fine di acquisire o consolidare le conoscenze legate all’adeguamento tecnologico [[39]].
Il settore della plastica conta oltre 11.000 imprese con un fatturato di 30 miliardi di euro di cui 5.000 si occupano della prima trasformazione con 110.000 addetti per un fatturato annuo di circa 15 miliardi. Nel 2018 sono stati trasformati circa 5,8 milioni di tonnellate di resine termoplastiche e 1 milione di tonnellate di plastiche riciclate [[40]].
A livello regionale la Lombardia, il Veneto, l’Emilia-Romagna e il Piemonte rappresentano il 70% del mercato italiano in termini di personale occupato nel settore della plastica [[41]].
L’Italia è leader mondiale nel packaging e il maggior numero di imprese sono localizzate proprio sulla via Emilia, con un fatturato annuo di 3 miliardi di euro, ovvero il 60% dell’industria nazionale delle macchine automatiche. È uno dei centri più importanti in Europa per la costruzione di macchinari produttrici di imballaggi per i prodotti [[42]]. Questo comparto è composto da circa 200 -250 aziende industriali e 350 unità produttive artigianali. Queste aziende oltre ad essere presenti in Emilia – Romagna sono presenti anche in Lombardia, Piemonte e Veneto che insieme rappresentano l’80% delle aziende del settore, ma è Bologna la vera e propria capitale di tale produzione dove si può trovare la cosiddetta “Packaging Valley” [[43]].
La maggior parte della produzione di macchine per il confezionamento e l’imballaggio interessa il settore alimentare che rappresenta il 60% del fatturato del settore e quello farmaceutico, ovvero il cosmetico che rappresenta circa il 25%. Il restante interessa il settore del tabacco, chimico e petrolchimico e dei tessuti, mentre il settore delle bevande in bottiglia assimila il 26,1% della produzione [[44]]
Gli introiti statali che derivano dalla Plastic tax con un’imposta di 0,45 euro al chilogrammo saranno presumibilmente i seguenti: nel 2020 sarebbero dovuti essere 485,78 [[45]] milioni di euro, mentre nel 2021 saranno 986,36 milioni, nel 2022 986,36 milioni e nel 2023 986,36 milioni di euro [[46]].
Conclusioni
La produzione della plastica ha subito notevoli cambiamenti nel tempo: da una produzione e impiego massiccio negli anni ’90 ad una produzione e ad un uso più consapevole e limitato dall’inizio degli anni 2000.
La lavorazione della plastica ha già subito una riduzione negli anni precedenti in seguito all’emanazione di norme che regolamentano la produzione e l’uso di prodotti biodegradabili, oggi con la Plastic tax si spera in un ulteriore diminuzione nonostante sia un materiale difficilmente sostituibile proprio per le sue caratteristiche e i suoi pregi.
Questa imposta è stata introdotta con lo scopo di limitare la produzione e il consumo di prodotti con materiali plastici non biodegradabili e non riciclabili, ma la Plastic tax potrebbe portare ad un innalzamento generale dei prezzi.
Indubbiamente questa tassa incentiverà l’attività di innovazione, ricerca e sviluppo di un materiale simile a quello plastico, ma eco – friendly.
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Note
[[1]] Direttiva (UE) 2019 del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 giugno 2019 sulla riduzione ell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente.
[[2]] L’Italia del Riciclo 2019 – Fondazione sviluppo sostenibile
[[3]] ISPRA Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale si occupa della protezione dell’ambiente e dei mari, delle emergenze ambientali e di ricerca.
[[4]] Plastic tax, come funziona l’imposta prevista dal 2021 e cosa possiamo fare per il bene dell’ambiente. Articolo del 20 maggio 2020. https://www.altroconsumo.it/casa-energia/pulizie/consigli/come-ridurre-la-plastica
[[5]] Direttiva (UE) 2019 del Parlamento europeo e del Consiglio del 5 giugno 2019 sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente.
[[6]] Comunicazione della commissione al parlamento europeo, al consiglio, al comitato economico e sociale europeo e al comitato delle regioni. Strategia europea per la plastica nell’economia circolare. Strasburgo, 16/01/2018. https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/HTML/?uri=CELEX:52018DC0028&from=EN
[[7]] Report Plastics – the Facts 2019An analysis of European plastics production, demand and waste data https://www.plasticseurope.org/it/resources/publications/1804-plastics-facts-2019
[[8]] Report Plastics – the Facts 2019An analysis of European plastics production, demand and waste data https://www.plasticseurope.org/it/resources/publications/1804-plastics-facts-2019
[[9]] Report Plastics – the Facts 2019An analysis of European plastics production, demand and waste data https://www.plasticseurope.org/it/resources/publications/1804-plastics-facts-2019
[[10]] Barelli U., La strategia e le norme dell’Unione Europea contro la dispersione della plastica nell’ambiente e la loro attuazione in Italia, nelle regioni e nei comuni. RGA online. Febbraio 2020 http://rgaonline.it/wp-content/uploads/2020/02/Barelli_30_01_2020.pdf
[[11]] Barelli U., La strategia e le norme dell’Unione Europea contro la dispersione della plastica nell’ambiente e la loro attuazione in Italia, nelle regioni e nei comuni. RGA online. Febbraio 2020 http://rgaonline.it/wp-content/uploads/2020/02/Barelli_30_01_2020.pdf
[[12]] Barelli U., La strategia e le norme dell’Unione Europea contro la dispersione della plastica nell’ambiente e la loro attuazione in Italia, nelle regioni e nei comuni. RGA online. Febbraio 2020 http://rgaonline.it/wp-content/uploads/2020/02/Barelli_30_01_2020.pdf
[[13]] Direttiva SUP in Gazzetta Ufficiale UE. Pubblicato il testo della norma che vieta o limita la vendita di articoli monouso in plastica. Gli stati membri ora hanno due anni di tempo per recepirla nella legislazione nazionale. 12 giugno 2019 https://www.polimerica.it/articolo.asp?id=21988
[[14]] Direttiva SUP in Gazzetta Ufficiale UE. Pubblicato il testo della norma che vieta o limita la vendita di articoli monouso in plastica. Gli stati membri ora hanno due anni di tempo per recepirla nella legislazione nazionale. 12 giugno 2019 https://www.polimerica.it/articolo.asp?id=21988
[[15]] Direttiva SUP in Gazzetta Ufficiale UE. Pubblicato il testo della norma che vieta o limita la vendita di articoli monouso in plastica. Gli stati membri ora hanno due anni di tempo per recepirla nella legislazione nazionale. 12 giugno 2019 https://www.polimerica.it/articolo.asp?id=21988
[[16]] Ai sensi della definizione di «sostanze non modificate chimicamente» di cui all’articolo 3, punto 40, del regolamento (CE) n. 1907/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio.
[[17]] Articolo 3, punto 5, del regolamento (CE) n. 1907/2006
[[18]] Direttiva SUP in Gazzetta Ufficiale UE. Pubblicato il testo della norma che vieta o limita la vendita di articoli monouso in plastica. Gli stati membri ora hanno due anni di tempo per recepirla nella legislazione nazionale. 12 giugno 2019 https://www.polimerica.it/articolo.asp?id=21988
[[19]]La Plastic Tax in Europa è già realtà. La Commissione vuole introdurla a livello comunitario ed il provvedimento caro a Di Maio è già presente, in forme diverse, in diversi Stati. Articolo del 5 novembre 2019. https://europa.today.it/ambiente/plastic-tax-europa.html
[[20]]La Plastic Tax in Europa è già realtà. La Commissione vuole introdurla a livello comunitario ed il provvedimento caro a Di Maio è già presente, in forme diverse, in diversi Stati. Articolo del 5 novembre 2019. https://europa.today.it/ambiente/plastic-tax-europa.html
[[21]] Come funziona la plastic tax in Europa, Articolo del 5 novembre 2019. https://www.agi.it/fact-checking/plastic_tax_europa-6486070/news/2019-11-05/
[[22]] Plastic tax 2020, come funziona e chi paga la nuova tassa in Legge di Bilancio. Articolo di Imparato Rosaria del 17 dicembre 2019. https://www.money.it/plastic-tax-2020-come-funziona-chi-paga-nuova-tassa-legge-bilancio e Plastic tax: quando e quanto dovranno pagare le imprese. Articolo di Iacovazzi Vincenzo del 13 gennaio 2020 https://www.ipsoa.it/documents/impresa/contratti-dimpresa/quotidiano/2020/01/13/plastic-tax-dovranno-pagare-imprese
[[23]] Art.1 comma 634 della Legge n. 160 del 27 dicembre 2019. Gazzetta Ufficiale.
[[24]] Art.1 comma 635 della Legge n. 160 del 27 dicembre 2019. Gazzetta Ufficiale.
[[25]] Art.1 comma 634 della Legge n. 160 del 27 dicembre 2019. Gazzetta Ufficiale.
[[26]] Art.1 comma 636 della Legge n. 160 del 27 dicembre 2019. Gazzetta Ufficiale.
[[27]] Art.1 comma 637 della Legge n. 160 del 27 dicembre 2019. Gazzetta Ufficiale.
[[28]] Art.1 comma 638 della Legge n. 160 del 27 dicembre 2019. Gazzetta Ufficiale.
[[29]] Art.1 comma 639 della Legge n. 160 del 27 dicembre 2019. Gazzetta Ufficiale.
[[30]] Plastic tax 2020, come funziona e chi paga la nuova tassa in Legge di Bilancio. Articolo di Imparato Rosaria del 17 dicembre 2019. https://www.money.it/plastic-tax-2020-come-funziona-chi-paga-nuova-tassa-legge-bilancio
[[31]] Art.1 comma 641 della Legge n. 160 del 27 dicembre 2019. Gazzetta Ufficiale.
[[32]] Art.1 comma 643 della Legge n. 160 del 27 dicembre 2019. Gazzetta Ufficiale.
[[33]] Art.1 comma 647 della Legge n. 160 del 27 dicembre 2019. Gazzetta Ufficiale.
[[34]] Art.1 comma 651 della Legge n. 160 del 27 dicembre 2019. Gazzetta Ufficiale.
[[35]] Art.1 comma 648 della Legge n. 160 del 27 dicembre 2019. Gazzetta Ufficiale.
[[36]] Art.1 comma 649 della Legge n. 160 del 27 dicembre 2019. Gazzetta Ufficiale.
[[37]] Art.1 comma 650 della Legge n. 160 del 27 dicembre 2019. Gazzetta Ufficiale.
[[38]] Art.1 comma 654 della Legge n. 160 del 27 dicembre 2019. Gazzetta Ufficiale.
[[39]] Art.1 comma 656 della Legge n. 160 del 27 dicembre 2019. Gazzetta Ufficiale.
[[40]] PLASTIC TAX: Preliminare analisi sull’impatto dell’imposta sulla plastica nel tessuto economico italiano. Report di Grand Thornton. Milano, dicembre 2019.
[[41]] PLASTIC TAX: Preliminare analisi sull’impatto dell’imposta sulla plastica nel tessuto economico italiano. Report di Grand Thornton. Milano, dicembre 2019.
[[42]] Legislatura 18 Atto di Sindacato Ispettivo n° 1-00200 del 15 gennaio 2020. http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=18&id=1141434
[[43]] Ecco le aziende colpite dalla Plastic Tax. Articolo di Torrini Sebastiano del 4 novembre 2019 https://energiaoltre.it/ecco-le-aziende-colpite-dalla-plastic-tax/
[[44]] Ecco le aziende colpite dalla Plastic Tax. Articolo di Torrini Sebastiano del 4 novembre 2019 https://energiaoltre.it/ecco-le-aziende-colpite-dalla-plastic-tax/
[[45]] Questa legge sarebbe dovuta entrare in vigore entro luglio 2020, ma in seguito all’emergenza pandemica attuale è stata rinviata l’entrata in vigore: entro gennaio 2021.
[[46]] PLASTIC TAX: Preliminare analisi sull’impatto dell’imposta sulla plastica nel tessuto economico italiano. Report di Grand Thornton. Milano, dicembre 2019.
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