La Segreteria di Stato Vaticana, citando il Concordato, chiede all’Italia di “trovare una diversa modulazione del testo normativo” del ddl Zan “in base agli accordi che regolano i rapporti tra Stato e Chiesa e ai quali la stessa Costituzione Repubblicana riserva una speciale menzione”. Questa la sintesi della nota verbale che il Vaticano ha inviato nei giorni scorsi all’ambasciata italiana presso la Santa Sede.
Il testo integrale della lettera.
Il testo integrale della nota verbale è il seguente: “La Segreteria di Stato, sezione per i Rapporti con gli Stati, porge distinti ossequi all’Ecc.ma Ambasciata d’Italia e ha l’onore di fare riferimento al disegno di legge N.2005, recante “misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilita’”, il cui testo è stato già approvato dalla Camera dei Deputati il 4 novembre 2020 ed e’ attualmente all’esame del Senato della Repubblica”.
“Al riguardo – si legge ancora nella missiva che il Vaticano ha inviato al Governo italiano – la Segreteria di Stato rileva che alcuni contenuti dell’iniziativa legislativa particolarmente nella parte in cui si stabilisce la criminalizzazione delle condotte discriminatorie per motivi “fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere” avrebbero l’effetto di incidere negativamente sulle libertà assicurate alla Chiesa cattolica e ai suoi fedeli dal vigente regime concordatario”.
Scarica la lettera del Vaticano in calce
“Ci sono espressioni della Sacra Scrittura e delle tradizioni ecclesiastiche del magistero autentico del Papa e dei vescovi, che considerano la differenza sessuale, secondo una prospettiva antropologica che la Chiesa cattolica non ritiene disponibile perché derivata dalla stessa Rivelazione divina. Tale prospettiva è infatti garantita dall’Accordo tra la Santa Sede e la Repubblica italiana di Revisione del concordato lateranense, sottoscritto il 18 febbraio 1984”.
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