Il quesito proposto dall’Associazione Coscioni e appoggiato da una serie di associazioni chiede di depenalizzare l’omicidio del consenziente punito dall’articolo 579 del codice penale con la reclusione da 6 a 15 anni.
Il caso Cappato e Dj Fabo
Nel 2019 il caso Dj Fabo si conclude con la sentenza n. 242 della Corte costituzionale che dichiara l’illegittimità costituzionale dell’art. 580 c.p. “nella parte in cui non esclude la punibilità di chi, con le modalità previste dagli artt. 1 e 2 della legge 22 dicembre 2017, n. 219 (Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento), agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di una persona tenuta in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetta da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che ella reputa intollerabili, ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli, sempre che tali condizioni e le modalità di esecuzione siano state verificate da una struttura pubblica del servizio sanitario nazionale, previo parere del comitato etico territorialmente competente”.
Ricordiamo brevemente come andarono le cose.
Come già raccontato in un nostro articolo, la vicenda trae origine da un grave incidente subìto nel 2014 dal sig. Fabiano Antoniani, noto come dj Fabo, che lo renderà tetraplegico e cieco per il resto della sua vita, seppur mentalmente lucido e in grado di percepire ogni dolore più straziante.
Nonostante i vani tentativi terapeutici e la speranza di un miglioramento, dopo neanche un anno, le sue condizioni vengono dichiarate irreversibili.
In seguito all’ulteriore tentativo di cure sperimentale in India, lo stesso ormai rassegnato, decide di porre fine a quella che ormai non ritiene neanche più vita, cosi comunica la notizia ai familiari e, in particolare, alla fidanzata e alla madre che lo sosterranno in tutte le fasi che porteranno alla realizzazione del suicidio. Queste ultime, consapevoli della scelta irrevocabile del sofferente familiare, entrano in contatto con l’associazione “Luca Coscioni” attraverso il suo tesoriere Marco Cappato, che proporrà a Fabiano le possibili modalità, praticate in alcune strutture, per attuare la volontà di togliersi la vita.
Dj Fabo sceglie una clinica svizzera attraverso il quale potrà accedere al c.d. Suicidio assistito.
Dopo tutte le informazioni necessarie e le valutazioni della clinica dirette ad accertare la libertà di scelta di Fabiano, quest’ultimo viene accompagnato in Svizzera da Marco Cappato dove morirà il 27.02.2017.
Marco Cappato consapevole che la scelta attuata in Svizzera non sarebbe stata possibile in Italia, perché perseguibile penalmente, appena rientrato, decide di autodenunciarsi facendo generare così un procedimento penale nei suoi confronti.
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