Report sullo Stato di diritto 2022: raccomandazioni dalla Commissione UE

Il 13 luglio 2022 la Commissione ha pubblicato il terzo report sullo Stato di diritto, rappresentando una panoramica delle tendenze in tutta l’UE e 27 capitoli dedicati ai singoli Stati membri, nei quali sono analizzati le evoluzioni in ciascuno dal luglio 2021. Per la prima volta vengono formulate anche raccomandazioni mirate, come aveva annunciato la Presidente von der Leyen nel discorso sullo stato dell’Unione 2021, al fine di incoraggiare gli Stati membri a portare avanti le riforme già avviate o previste.

     Indice

  1. Rule of Law report 2022
  2. I quattro macrotemi
  3. Riforme della giustizia
  4. Quadri anticorruzione
  5. Media
  6. Bilanciamento dei poteri istituzionali
  7. Raccomandazioni formulate all’Italia

1. Rule of Law report 2022

Lo Stato di diritto rappresenta uno dei valori fondamentali su cui si fonda l’UE, per tutti i cittadini e le imprese dell’UE, poiché tutela i diritti e i valori fondamentali, garantisce l’applicazione del diritto dell’UE, quindi, sostiene un contesto favorevole agli investimenti. Il report annuale sullo Stato di diritto è il risultato dell’intenso dialogo con le autorità nazionali e gli stakeholders, prendendo in esami ogni singolo Stato membro in modo obiettivo e imparziale. La valutazione qualitativa effettuata dalla Commissione si concentra sugli sviluppi significativi intervenuti a partire dall’adozione della seconda annuale sullo Stato di diritto, nel luglio 2021, e garantisce un approccio coerente tramite l’applicazione dell’identica metodologia verso tutti gli Stati membri. La Relazione costituisce il fulcro del meccanismo per lo Stato di diritto, un ciclo annuale inteso a promuovere lo Stato di diritto e prevenire l’insorgere o l’aggravarsi di questioni. Il meccanismo ha un ruolo preventivo, e non sostituisce, bensì integra, i meccanismi del trattato di cui dispone l’UE per i problemi più gravi attinenti allo Stato di diritto negli Stati membri. Tali strumenti includono le procedure di infrazione e la procedura per proteggere i valori fondanti dell’Unione ai sensi dell’articolo 7 del trattato sull’Unione europea. Con la terza edizione della Relazione, la Commissione ha compiuto un ulteriore step sul fronte degli investimenti in favore dello Stato di diritto, formulando raccomandazioni specifiche per ogni Stato membro. Le raccomandazioni sono state formulate prestando particolare attenzione a che rimanessero mirate e ancorate alle norme europee, sempre tenendo conto degli assetti nazionali, altresì garantendo la coerenza e la sinergia con altri processi, come quelli del semestre europeo, del meccanismo di condizionalità di bilancio e del dispositivo per la ripresa e la resilienza. Le edizioni successive della Relazione sullo Stato di diritto esamineranno il seguito dato alle raccomandazioni, le quali devono essere lette unitamente alle valutazioni contenute nei capitoli sui singoli paesi, che approfondiscono problematiche particolari, invitando gli Stati membri ad adottare le misure al riguardo.

2. I quattro macrotemi

Come nelle edizioni precedenti, l’analisi della Relazione si sviluppa in quattro settori chiave per lo Stato di diritto: i sistemi giudiziari, il quadro anticorruzione, il pluralismo e la libertà dei media, il bilanciamento dei poteri. Da essa emerge che in molti Stati membri sono proseguite le riforme per far fronte alle sfide individuate nelle due edizioni precedenti. Al contempo alcuni Stati membri continuano a manifestare alcuni problemi di natura sistemica.

3. Riforme della giustizia

Nell’ultimo anno le riforme della giustizia sono rimaste al vertice dell’agenda politica. Molti Stati membri hanno avviato importanti riforme per rafforzare l’indipendenza della magistratura, ad esempio per quanto riguarda la composizione ei poteri dei consigli di giustizia, il miglioramento delle procedure di nomina dei giudici o l’aumento dell’autonomia delle procure. Hanno inoltre introdotto misure volte a migliorare l’efficienza e la giustizia, come una maggiore digitalizzazione giudiziaria e l’agevolazione dell’accesso alla giustizia.

4. Quadri anticorruzione

L’UE rimane una delle regioni meno corrotte al mondo. Da luglio 2021 molti Stati membri hanno adottato strategie anticorruzione nuove o rivedute, o le stanno riesaminando. Alcuni hanno allineato i quadri esistenti alle norme internazionali anticorruzione e al diritto UE. La maggior parte degli Stati membri dispone di un’ampia legislazione che fornisce al sistema giudiziario penale gli strumenti occorrenti per combattere la corruzione. Ma la corruzione continua a preoccupare fortemente la popolazione dell’UE. Secondo l’Eurobarometro 2022 sulla corruzione, il 68% dei cittadini ritiene che la corruzione sia diffusa nel proprio paese. In alcuni Stati membri le indagini e le azioni penali relative ai casi di corruzione sono lunghe e nei casi soprattutto profilo le sentenze tardano ad arrivare. La Commissione ha formulato raccomandazioni relative al potenziamento dei quadri preventivi anticorruzione, riguardo alle norme in materia di lobbying e di conflitto, nonché alle garanzie dell’efficacia delle indagini e delle azioni penali nei casi di corruzione.

5. Media

Le sfide in termini di libertà e pluralismo dei media, individuate nelle precedenti Relazioni sullo Stato di diritto, hanno offerto lo spunto per diverse iniziative recenti dell’UE, tra cui una raccomandazione sulla sicurezza dei giornalisti e una serie di misure contro le azioni legali abusive tese a bloccare la partecipazione pubblica. Attualmente la Commissione sta preparando una proposta di normativa europea sulla libertà dei media.

6. Bilanciamento dei poteri istituzionali

Gli Stati hanno continuato a migliorare la qualità dei loro processi legislativi, già rilevata nelle relazioni sullo Stato di diritto 2020 e 2021. Le corti costituzionali devono svolgere un ruolo chiave nel sistema di bilanciamento dei poteri, per esempio nel controllo delle misure di emergenza e del sistema elettorale. In alcuni Stati membri è stato rafforzato lo status delle istituzioni per i diritti umani, dei difensori civici e di altre autorità indipendenti. Nella maggior parte degli Stati membri il contesto è favorevole alla società civile. Altra questione affrontata è la reazione dei sistemi di bilanciamento dei poteri degli Stati membri all’uso di spyware.

7. Raccomandazioni formulate all’Italia

Oltre a ricordare gli impegni assunti nell’ambito del PNRR relativi a taluni aspetti del sistema giudiziario e del quadro anticorruzione, viene raccomandato all’Italia di:

  • Proseguire gli sforzi per migliorare ulteriormente il livello di digitalizzazione del sistema giudiziario, in particolare per i tribunali penali e le procure.
  • Proseguire le operazioni della polizia e del pubblico ministero contro la corruzione ad alto livello, anche migliorando la digitalizzazione e l’interconnessione dei registri.
  • Adottare una regolamentazione globale del conflitto di interessi e del lobbismo per istituire un registro operativo delle attività di lobbying.
  • Affrontare efficacemente la pratica di canalizzare le donazioni attraverso fondazioni e associazioni politiche e introdurre un registro elettronico unico per le informazioni finanziarie sui partiti e sulle campagne.
  • Introdurre garanzie legislative e di altro tipo per riformare il regime in materia di diffamazione, tutela del segreto professionale e delle fonti giornalistiche, tenendo conto delle norme UE in materia di protezione dei giornalisti.
  • Istituire un ente nazionale per i diritti umani tenendo conto dei principi di Parigi delle Nazioni Unite.

Avv. Biarella Laura

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