Il costo del lavoro ? una variabile talmente incerta e la cui incidenza muta nei vari anni in relazione all?andamento del mercato che non ? possibile da questo far risalire ad un aumento presuntivo dei ricavi.
E? quanto ha affermato la suprema Corte di cassazione nella motivazione della sentenza n.19005 depositata lo scorso 28 settembre 2005, con la quale ha chiuso definitivamente la possibilit? agli uffici finanziari di procedere ad accertamenti analitici-induttivi utilizzando, quale presunzione grave, precisa e concordante, l?incidenza del costo del lavoro, secondo un assioma, tutto da verificare, secondo il quale ad una maggiore incidenza corrisponda? l?aumento di massa imponibile fatturata. Vediamo come sono andati i fatti.
LA VICENDA
A seguito della notifica di avvisi di accertamento emessi dall?ufficio imposte dirette di Salerno, una societ? li impugnava contestando che fossero unicamente basati sulla motivazione che per gli anni cui si riferivano gli atti fiscali, la societ? avesse dichiarato un?incidenza del costo del lavoro superiore a quella normalmente dichiarata negli altri anni. Secondo l?ufficio finanziario, infatti, a maggiore incidenza del costo del lavoro, ne doveva necessariamente scaturire un maggiore ricavo rispetto a quello esposto in dichiarazione. Va da s? che la societ? lamentava anche il fatto, oltre al difetto di motivazione degli atti impugnati, che l?ufficio non avesse in alcun modo disatteso la sua contabilit?.
In primo e secondo grado, gli avvisi sono stati dichiarati illegittimi. In particolare, il giudice tributario d?appello, entrando nel merito della questione, rilevava che il dato relativo all?incidenza del costo del lavoro posto come motivazione degli accertamenti contestati, ?? solamente un dato che compone il conto economico? e che nell?eventuale ricostruzione indiretta dei ricavi, l?ufficio non poteva contenere conto che ?nella pratica aziendale?, tale costo ha altre incidenze, quali la difficolt? di procedere a licenziamento, i momenti di crisi aziendali e cos? via. Motivazione che non ha soddisfatto l?amministrazione finanziaria che ha proposto ricorso per cassazione.
LA DECISIONE
Il supremo collegio ha condiviso le conclusioni del giudice d?appello, definendole esaurienti e ?logicamente argomentate?, tant?? che non ha ritenuto possibile operare alcuna censura. Nei fatti, ha quindi statuito che il dato di incidenza del costo del lavoro ? assai incerto e variabile, e che quindi non pu? essere preso a fondamento di un aumento presuntivo dei ricavi, tale da giustificare il ricorso alla ricostruzione indiretta dei ricavi. Infatti, come gi? dedotto correttamente dal secondo giudice, ? pacifico che tale dato risente anche di altre incidenze. E? pertanto pacifica l?osservazione che il costo del lavoro, essendo un dato variabile, ha un?incidenza mutevole nei vari anni, proprio in relazione all?andamento del mercato e che pertanto gli avvisi di accertamento devono essere ritenuti illegittimi.
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