L’ammonimento del questore allo stalker: uno strumento di prevenzione e tutela

Ilaria Fruet 12/04/24

Nell’ultimo decennio, il fenomeno dello stalking si è imposto all’attenzione dell’opinione pubblica e del legislatore, diventando uno dei temi centrali nel dibattito sulla sicurezza personale e sulle violenze di genere. Lo stalking, caratterizzato da una serie di comportamenti ossessivi e molesti che una persona intraprende nei confronti di un’altra, creando uno stato di costante paura e ansia, richiede risposte normative e preventive efficaci per tutelare le vittime. In Italia, l’introduzione dell’ammonimento del questore rappresenta uno strumento innovativo, volto a prevenire l’escalation di tali comportamenti prima che possano culminare in atti di violenza più gravi. Questa misura preventiva permette alle autorità di intervenire tempestivamente, offrendo una protezione immediata alla vittima e fungendo da deterrente per il potenziale aggressore. L’ammonimento del questore sottolinea la volontà dello Stato di contrastare con fermezza il fenomeno dello stalking, evidenziando l’importanza di una rapida risposta istituzionale di fronte a minacce alla sicurezza individuale.

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Indice

1. Definizione e natura dello stalking

Lo stalking rappresenta una forma di violenza psicologica e fisica che si manifesta attraverso una serie di comportamenti persecutori da parte dell’autore nei confronti della vittima. Questi comportamenti possono includere appostamenti, telefonate indesiderate, invio ossessivo di messaggi e email, minacce, danneggiamento della proprietà e altre azioni intrusive che hanno lo scopo di controllare, intimidire o influenzare la libertà personale della vittima. Le conseguenze di tali atti si riflettono profondamente sulla vita della persona perseguitata, portando a stati di ansia, paura, perdita di autostima, isolamento sociale e, nei casi più gravi, a disturbi psicologici come la depressione o il disturbo post-traumatico da stress. Le vittime possono trovarsi costrette a modificare radicalmente le proprie abitudini di vita, dall’evitamento di luoghi frequentati abitualmente alla necessità di cambiare numero di telefono o residenza, nel tentativo di sfuggire al proprio persecutore.
In Italia, la risposta legislativa al fenomeno dello stalking ha segnato un punto di svolta nel 2009 con l’introduzione dell’articolo 612-bis nel Codice Penale, a seguito dell’approvazione della Legge 38/2009. Prima di tale data, le azioni persecutorie erano difficilmente inquadrabili in specifici reati, rendendo complesso per le vittime ottenere protezione e giustizia. L’articolo 612-bis ha definito chiaramente il reato di atti persecutori, punendo con la reclusione chiunque, con condotte reiterate, infonde nella persona offesa un persistente stato di ansia o paura, ovvero costringe la stessa a modificare le proprie abitudini di vita. Questa normativa ha rappresentato un passo avanti significativo nel riconoscimento e nella tutela delle vittime di stalking, fornendo alle autorità gli strumenti necessari per intervenire in modo efficace e prevenire l’escalation della violenza.
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2. L’ammonimento del questore: aspetti giuridici e procedurali

L’ammonimento del questore è un importante strumento giuridico introdotto nella lotta contro il fenomeno dello stalking in Italia. Questa misura preventiva si colloca all’interno di un contesto normativo volto a offrire protezione immediata alle vittime di comportamenti persecutori, ancor prima che tali comportamenti sfocino in azioni penalmente rilevanti. Il quadro giuridico di riferimento per l’ammonimento del questore trova le sue radici nella Legge 38/2009, la quale ha introdotto modifiche significative nel Codice Penale e nel Codice di Procedura Penale, mirando a rafforzare le misure di tutela delle vittime di atti persecutori.
Criteri legali per l’emissione dell’ammonimento
L’ammonimento del questore può essere emesso quando vi sono elementi sufficienti a ritenere che una persona stia compiendo atti idonei a costituire il reato di stalking, come definito dall’articolo 612-bis del Codice Penale
. Per l’attivazione di questo strumento, non è necessario attendere la configurazione piena del reato, ma è sufficiente la presenza di comportamenti che, per intensità, modalità e persistenza, possano indurre uno stato di ansia o paura nella vittima, o costringerla a modificare le proprie abitudini di vita.
Procedura per la sua emissione
La procedura inizia con la presentazione di una segnalazione da parte della vittima (o di chi ne ha interesse) alle autorità competenti, tipicamente alla questura locale. La segnalazione deve essere supportata da elementi probatori che attestino la natura persecutoria dei comportamenti subiti. A seguito della segnalazione, il questore procede con una valutazione preliminare dei fatti per stabilire se sussistano le condizioni per l’emissione dell’ammonimento. Questa fase può includere la raccolta di ulteriori informazioni e, eventualmente, un confronto diretto con la persona accusata di stalking.
Utilizzo dell’ammonimento
L’ammonimento viene utilizzato dalle autorità come misura di prevenzione e dissuasione nei confronti dell’autore dei comportamenti persecutori. Con l’ammonimento, il questore avverte formalmente la persona in questione circa le potenziali conseguenze legali dei suoi atti, evidenziando che l’ulteriore prosecuzione dei comportamenti molesti potrà portare all’applicazione di sanzioni penali. Questo strumento si rivela particolarmente utile nei casi in cui è necessario intervenire rapidamente per proteggere la vittima, offrendo un deterrente immediato contro la prosecuzione delle condotte persecutorie.
L’ammonimento del questore trova applicazione in una varietà di situazioni, dai casi meno gravi, in cui vi è la necessità di un intervento tempestivo per prevenire l’aggravarsi dei comportamenti, fino a situazioni più complesse, dove è indispensabile una misura cautelativa in attesa di ulteriori provvedimenti giudiziari. La sua flessibilità e la capacità di essere emesso in tempi brevi lo rendono uno strumento prezioso per le autorità, che possono così offrire una risposta concreta e immediata alla richiesta di protezione da parte delle vittime di stalking.

3. Casistiche e statistiche

L’utilizzo dell’ammonimento del questore come strumento di prevenzione nei confronti dello stalking in Italia è stato oggetto di diversi studi e analisi statistiche, che hanno cercato di valutare l’efficacia e l’impiego di questa misura nelle varie realtà territoriali. Sebbene i dati disponibili possano variare in base alle fonti e agli anni di riferimento, emerge generalmente che l’ammonimento è stato applicato in un numero significativo di casi, dimostrando la sua rilevanza nell’ambito delle strategie di contrasto allo stalking.
Dati statistici
Secondo i dati forniti dal Ministero dell’Interno e da altre istituzioni che si occupano della prevenzione e del contrasto alla violenza di genere, l’ammonimento del questore è stato utilizzato centinaia di volte dall’entrata in vigore della legge che ha introdotto questo strumento. La distribuzione territoriale degli ammonimenti mostra una certa eterogeneità, con alcune regioni che registrano un numero maggiore di casi rispetto ad altre, riflettendo non solo la diversa incidenza del fenomeno dello stalking ma anche le diverse sensibilità e modalità operative delle autorità locali.
Esempi di successo e di fallimento
Tra i casi di successo, vi sono situazioni in cui l’ammonimento del questore ha effettivamente contribuito a interrompere i comportamenti persecutori, dissuadendo lo stalker dal proseguire nelle sue azioni moleste. Questi esiti positivi sono spesso il risultato della percezione, da parte dello stalker, della concretezza della minaccia di conseguenze legali più gravi in caso di persistenza dei comportamenti illeciti.
Tuttavia, non mancano esempi di fallimento, nei quali l’ammonimento non ha sortito l’effetto dissuasivo sperato. Questi casi sono solitamente legati a situazioni in cui lo stalker ha una forte ossessione o un disturbo psicologico sottostante che lo rende insensibile alle avvertenze delle autorità. In alcuni di questi contesti, si è reso necessario procedere con misure più severe, come l’emissione di un ordine di restrizione o l’avvio di un procedimento penale.
Analisi delle ragioni degli esiti
L’analisi delle ragioni dietro gli esiti degli ammonimenti del questore evidenzia l’importanza di un approccio personalizzato nel trattamento dei casi di stalking. Mentre in molti contesti l’ammonimento può funzionare come efficace deterrente, esistono circostanze in cui è indispensabile un intervento più strutturato, che possa includere il supporto psicologico per la vittima, la valutazione psichiatrica dello stalker e, all’occorrenza, misure restrittive più incisive. La sfida per le autorità e per il sistema di giustizia consiste nel saper identificare prontamente la strategia più adeguata al contesto specifico, al fine di garantire la massima protezione possibile alla vittima.

4. Efficacia dell’ammonimento e criticità

L’ammonimento del questore si è rivelato uno strumento prezioso nella prevenzione del reato di stalking in Italia, introducendo una risposta legale rapida per contrastare i comportamenti persecutori prima che questi possano evolvere in azioni penalmente più gravi. La sua efficacia, tuttavia, è stata oggetto di dibattito, con una valutazione che dipende da diversi fattori, inclusa la natura individuale dei casi di stalking e le circostanze specifiche in cui viene applicato.
Efficacia dell’ammonimento
L’efficacia dell’ammonimento del questore come misura preventiva può essere significativa in casi in cui lo stalker prende coscienza della serietà delle proprie azioni e del rischio di conseguenze legali gravi. Per alcune persone, ricevere un formale avvertimento dalle autorità può rappresentare un punto di svolta, inducendole a cessare i comportamenti molesti e a rispettare la libertà e l’integrità psicofisica della vittima. In tal senso, l’ammonimento può agire come un efficace deterrente, specialmente nelle fasi iniziali del comportamento persecutorio.
Criticità e limitazioni
Nonostante i suoi potenziali benefici, l’ammonimento del questore presenta anche criticità e limitazioni. Una delle principali preoccupazioni riguarda la sua efficacia nel lungo termine e nei confronti di individui determinati o affetti da disturbi psicologici che li rendono insensibili alle avvertenze. In questi casi, l’ammonimento può non essere sufficiente a garantire la sicurezza della vittima, richiedendo l’adozione di misure più incisive, come ordini di restrizione o procedimenti penali.
Un’altra criticità deriva dalla necessità di una segnalazione per attivare la procedura di ammonimento, il che implica che la vittima sia consapevole del proprio diritto di chiedere protezione e sia in grado di fornire prove sufficienti dei comportamenti persecutori. Questo aspetto solleva questioni relative all’accessibilità dello strumento e alla capacità delle vittime di avvalersene efficacemente.
Infine, mentre l’ammonimento del questore rappresenta un importante passo avanti nella prevenzione e nel contrasto dello stalking, la sua applicazione richiede una valutazione attenta e caso per caso da parte delle autorità competenti. È fondamentale che questo strumento sia integrato in un più ampio sistema di protezione che includa supporto psicologico per la vittima, valutazione del rischio e, quando necessario, misure giudiziarie più stringenti. La sfida consiste nel bilanciare l’intervento immediato con la necessità di una soluzione sostenibile e di lungo termine alla violenza persecutoria.

5. Implicazioni psicologiche e supporto alle vittime

Le implicazioni psicologiche dello stalking sulle vittime possono essere devastanti e di lunga durata. Chi subisce atti persecutori spesso vive in uno stato di ansia costante, temendo per la propria sicurezza e quella dei propri cari. Questo stress prolungato può portare a disturbi d’ansia, depressione, disturbo da stress post-traumatico (PTSD), nonché a un generale deterioramento della qualità della vita. Le vittime possono sentirsi isolate, incapaci di confidarsi con amici o familiari per paura di ritorsioni, o semplicemente per non essere comprese. Inoltre, l’impatto dello stalking si estende oltre la sfera psicologica, influenzando anche la vita sociale e lavorativa delle persone, che possono sentirsi costrette a cambiare lavoro, abitazione o addirittura a isolarsi per proteggersi.
Per far fronte a queste conseguenze, esistono diversi servizi di supporto dedicati alle vittime di stalking, che offrono assistenza legale, consulenza psicologica e supporto nell’elaborazione del trauma. Centri antiviolenza, associazioni e servizi sociali locali giocano un ruolo cruciale nel fornire un primo punto di contatto per le vittime, offrendo un ambiente sicuro dove condividere la propria esperienza e ricevere supporto.
L’ammonimento del questore si inserisce in questo più ampio contesto di assistenza come uno degli strumenti a disposizione delle vittime per ottenere una tutela immediata. Sebbene non possa risolvere da solo le complesse dinamiche psicologiche scatenate dallo stalking, rappresenta un passo importante verso il riconoscimento del danno subito dalla vittima e la sua protezione da ulteriori molestie. In combinazione con il supporto psicologico e legale, l’ammonimento contribuisce a costruire un percorso di uscita dalla violenza, rafforzando il senso di sicurezza della vittima e incoraggiandola a intraprendere azioni legali contro il persecutore.
In sintesi, mentre l’assistenza psicologica aiuta le vittime a elaborare il trauma e a ricostruire la propria vita, l’ammonimento del questore e il supporto legale forniscono le basi per un intervento immediato e per la prevenzione di futuri atti persecutori, delineando un quadro complessivo di risorse atte a contrastare efficacemente il fenomeno dello stalking.

6. Confronto con altre legislazioni

Il confronto tra l’approccio italiano allo stalking e le strategie adottate in altri paesi rivela una varietà di pratiche e normative volte a contrastare questo fenomeno. Mentre l’Italia ha introdotto l’ammonimento del questore come misura preventiva, altri sistemi giuridici hanno sviluppato strumenti e procedure diverse, spesso complementari, per tutelare le vittime di stalking.
Negli Stati Uniti, ad esempio, le leggi anti-stalking variano notevolmente tra gli stati, ma molte giurisdizioni prevedono ordini di restrizione specifici che possono essere rapidamente emessi per proteggere le vittime, proibendo allo stalker di avvicinarsi o di contattarle. Questi ordini possono includere anche misure aggiuntive, come il monitoraggio elettronico dello stalker in casi particolarmente gravi.
Nel Regno Unito, la legislazione prevede un approccio simile con l’emissione di ordini di protezione dalla molestia (Harassment Protection Orders), che non solo vietano determinati comportamenti, ma possono anche imporre requisiti specifici, come la partecipazione a programmi di riabilitazione.
Un esempio di pratica efficace adottata all’estero è quella australiana, dove la legislazione anti-stalking prevede un’ampia gamma di servizi di supporto e protezione per le vittime, inclusi programmi di sicurezza personale e il sostegno psicologico, oltre a severe sanzioni penali per gli autori.
Per l’Italia, l’adozione di pratiche simili potrebbe comportare una maggiore enfasi sui programmi di supporto e riabilitazione per gli stalker, mirando a ridurre la recidiva, e un’ulteriore integrazione dei servizi di supporto alle vittime, migliorando l’efficacia della risposta legale e sociale allo stalking. L’esperienza internazionale suggerisce che un approccio multidisciplinare, che combini misure legali, supporto psicosociale e programmi di educazione pubblica, può essere particolarmente efficace nel contrastare il fenomeno dello stalking.

7. Conclusioni e riflessioni finali

L’ammonimento del questore rappresenta uno strumento fondamentale nella cornice delle strategie italiane di lotta contro lo stalking, offrendo una risposta legale immediata che sottolinea l’impegno dello Stato nella protezione delle vittime. Questa misura, tuttavia, non può esaurire da sola il complesso bisogno di sicurezza e supporto richiesto dalle persone perseguitate. La sua efficacia risiede nella capacità di integrarsi in un sistema di interventi più ampio che include assistenza psicologica, sostegno legale e, quando necessario, misure protettive più severe.
Per migliorare ulteriormente questo strumento, è essenziale promuovere una maggiore consapevolezza tra le vittime sui loro diritti e sui servizi a loro disposizione, facilitando l’accesso alle denunce e ai supporti necessari. Allo stesso tempo, è cruciale continuare a lavorare su un aggiornamento legislativo che tenga conto delle dinamiche mutevoli dello stalking, incorporando le migliori pratiche internazionali e rafforzando la rete di supporto alle vittime.
La lotta allo stalking richiede un impegno collettivo, un dialogo aperto tra istituzioni, esperti e società civile, per garantire una protezione efficace e rispettosa della dignità e libertà di ogni individuo. La strada da percorrere include non solo il perfezionamento degli strumenti legali esistenti, ma anche un investimento continuo nella prevenzione, nell’educazione e nella sensibilizzazione, fondamentali per costruire una cultura di rispetto e sicurezza per tutti.

Ilaria Fruet

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