Saluto tutti e ringrazio la Casa Editrice Maggioli per avere introdotto questa ulteriore iniziativa di divulgazione. Sono lieto di collaborare da oltre 15 anni quando il tema dell’anatocismo e dei vizi nei rapporti bancari certamente non era conosciuto quanto adesso. Maggioli credo che sia stata una delle prime case editrici, se non la prima, a decidere di pubblicare, nel 2005, un manuale “Anatocismo bancario e vizi nei contratti” che, dopo 15 anni, ha superato ben 5 edizioni visto che è in programma l’aggiornamento.
I vizi nei rapporti bancari
Il tema dei vizi nei rapporti bancari, come dico spesso, non ha ad oggetto solo numeri né soltanto rapporti tra privati. Ho più volte espresso la mia opinione, sia in convegni, sia in seminari giuridici, sia in pubblicazioni, nel senso che questa materia, oggetto di un ingente contenzioso giudiziario, purtroppo, coinvolge diritti fondamentali della persona e non si può ritenere che abbia una rilevanza limitata a rapporti di carattere privatistico. Pensiamo a quelle imprese o a quei cittadini che, raggiunti da una pretesa bancaria non legittima e riconosciuta poi non dovuta all’esito di una lunga causa, abbiano nelle more subito la compromissione dell’azienda, abbiano dovuto licenziare dipendenti o siano fallite o hanno perso l’abitazione o comunque beni di proprietà. Se riflettiamo sul contenzioso e sulle giurisprudenza di questi ultimi 20 anni, possiamo comprendere, quindi, che se molte imprese sono state ingiustamente pregiudicate, ingenti sono stati i danni all’economia, alla produzione e di conseguenza anche ai contribuenti.
Mi pare che quasi tutte le azioni, finora, abbiamo avuto ad oggetto domande di accertamento negativo del credito e quindi la contestazione della pretesa bancaria oppure domande di ripetizione degli importi non dovuti e spesso il risarcimento dei danni da indebite segnalazioni presso la Centrale Rischi della Banca d’Italia o presso le centrali rischi private.
Gli abusi bancari
Come accennavo prima, il tema degli abusi bancari coinvolge, però, anche diritti fondamentali della persona umana. Una ingiusta pretesa bancaria non determina soltanto danni patrimoniali risarcibili: può causare seri danni irrisarcibili in forma specifica -e, quindi, al massimo solo per equivalente e cioè in denaro- alla salute (se non alla vita), all’inviolabilità del domicilio, all’unità della famiglia, danni alla vita di relazione e alla realizzazione della persona nelle più diverse forme. Le banche, come ogni impresa, esercitano un’attività imprenditoriale. Fare profitto non è certamente reato. Anzi. L’attività bancaria è indispensabile per lo sviluppo di ogni Paese. Il problema è che quel profitto non può essere costituito da importi non dovuti o fondato su clausole contrattuali a cui l’ordinamento non riconosce tutela.
Tutti gli operatori del diritto (avvocati, giudici ma anche i rappresentanti di ogni banca visto che anche a questi è imposto un “dovere accentuato” di informazione come ricordato dalla Corte di Cassazione, sezione penale, con una memorabile pronuncia: 46669/2011) sanno e devono sapere che l’art. 41 della Costituzione sancisce, nei primi due commi, che “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”.
Si legga anche:” L’anatocismo”
La considerazione che deve essere rivolta alle controversie tra banche e utenti, quindi, deve essere, a mio avviso, sempre particolare visto, come detto, che una pretesa bancaria non dovuta non espone l’utente al rischio di lesioni solo patrimoniali, bensì, anche di carattere non patrimoniale, ragion per cui, per usare un’espressione che si legge spesso in provvedimenti normativi europei, richiede un elevato grado di protezione.
La giurisprudenza, negli ultimi 20 anni, si è particolarmente raffinata sotto vari profili che sono coinvolti nei casi di controversie bancarie (si pensi al problema sulla prescrizione del diritto di ripetizione, così come a quello delle voci di costo rilevanti nella determinazione del tasso effettivo globale ai fini della verifica di usurarietà, ai danni da indebite segnalazioni nelle centrali rischi e, segnatamente, nella Centrale Rischi della Banca d’Italia, all’ammissibiità dei ricorsi per provvedimenti d’urgenza per la cancellazione o rettifica così come al tema dei contratti di garanzia autonoma a prima richiesta e la fideiussione, il tema delle fideiussioni con clausole in violazione della normativa antitrust e alle conseguenze oppure, ancora, al tema dei contratti di mutuo nulli per difetto di causa in concreto o ai mutui con piano di ammortamento in regime di capitalizzazione composta).
Con questi brevi video-interventi, ovviamente, non si ha l’ambizione di fornire un quadro completo ed esaustivo, bensì, quello più modesto, semmai, di fornire una breve panoramica su aspetti basilari nelle principali controversie tra banche ed utenti.
In uscita il nuovo volume dal titolo: “Anatocismo bancario e vizi nei contratti”, aggiornato con la più recente giurisprudenza
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