Pensione anticipata, criteri più permissivi
Cambiano quindi, e si fanno meno restrittive, le regole di ammissione ad Ape social e pensione anticipata precoci nel caso in cui a voler beneficiare della misura siano lavoratori disoccupati. E proprio sull’accesso alla pensione anticipata da parte dei disoccupati si erano concentrate la maggior parte delle polemiche negli ultimi mesi: in base alla legge e ai decreti attuativi, possono fare domanda solo i cittadini che hanno perso il lavoro per licenziamento, dimissioni per giusta causa o per risoluzione, non ricevono più il sussidio di disoccupazione da 3 mesi e non hanno più svolto alcun lavoro nel frattempo.
Ebbene, questi requisiti sono stati ritenuti troppo stringenti dalla stessa Inps: la maggioranza dei lavoratori che richiedono l’Ape o la pensione anticipata precoci rientrano proprio nella categoria dei disoccupati, ma i due terzi delle domande sono state respinte negli ultimi mesi per mancanza di requisiti.
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Ammesso anche chi lavora per 6 mesi
Le maglie dei decreti attuativi, insomma, sono troppo strette. Con il messaggio n. 4195/2017 l’Inps ha quindi comunicato la propria decisione di ammettere alla pensione anticipata anche i disoccupati che hanno svolto dopo aver perso la loro occupazione primaria del lavoro dipendente, purché il contratto abbia avuto una durata non superiore a 6 mesi. Al di sotto della soglia dei 6 mesi, non si perde lo stato di disoccupazione necessario a richiedere Ape social e pensione anticipata.
E non solo: l’Inps specifica che è consentita per l’ammissione alla pensione anticipata, stanti gli altri requisiti, anche l’occupazione tramite voucher. Come per il rapporto di lavoro subordinato, basta semplicemente che la somma degli impieghi tramite voucher non sia superiore a 6 mesi. L’Istituto, infine, si riserva di chiarire con successive disposizioni l’eventuale incidenza di altre forme di lavoro non ancora esplicitamente prese in considerazione.
Come funzionano Ape social e pensione precoci?
Ricordiamo che l’Ape social, introdotta dalla Legge di Bilancio 2017, consente ai lavoratori che si trovano in condizioni particolarmente disagiate di andare in pensione fino a 3 anni e 7 mesi prima di quanto normalmente stabilito. Questo, beninteso, senza i costi aggiuntivi previsti dall’Ape volontaria. Possono usufruire dell’Ape social i lavoratori che hanno almeno 63 anni e 30 anni di contributi e che rientrano in una delle seguenti quattro categorie:
- i disoccupati che non percepiscono la prestazione per la disoccupazione da almeno 3 mesi;
- gli invalidi civili con invalidità uguale o superiore al 74%;
- i lavoratori che assistono da almeno 6 mesi un parente con handicap grave;
- i lavoratori che sono stati impegnati in mansioni gravose in 6 degli ultimi 7 anni.
Possono invece accedere alla Quota 41, ossia alla pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età, i lavoratori che si trovano in una delle quattro categorie sopra specificate e sono inoltre “precoci”, ossia hanno lavorato per almeno 12 mesi prima del compimento del 19esimo anno di età.
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