In tema di applicazione della pena su richiesta delle parti, quando è inammissibile il ricorso per Cassazione.
Per approfondimenti si consiglia il seguente volume, il quale propone al Professionista indicazioni operative e soluzioni per una corretta redazione degli atti e per evitare gli errori più frequenti: Appello e ricorso per Cassazione penale dopo la Riforma Cartabia
Indice
1. La questione
Il Gup del Tribunale di Piacenza applicava la pena concordata di anni uno e mesi undici di reclusione nei confronti di una persona imputata del delitto di bancarotta fraudolenta impropria per distrazione, riconoscendo le circostanze attenuanti generiche prevalenti sulle aggravanti contestate e sulla recidiva, disponendo la sospensione condizionale della pena subordinata l’efficacia alla pubblicazione della sentenza su un quotidiano locale, ai sensi dell’art. 165, commi 1 e 2, cod. pen..
Ciò posto, avverso il provvedimento emesso dal giudice di prime cure proponeva ricorso per Cassazione il difensore dell’accusato che, tra i motivi ivi addotti, deduceva violazione dell’art. 99 cod. pen. e vizio di motivazione quanto alla erronea qualificazione giuridica del fatto.
Potrebbero interessarti anche:
2. La soluzione adottata dalla Cassazione
Il motivo summenzionato era reputato infondato.
In particolare, gli Ermellini facevano prima di tutto presente come non vi fosse alcun dubbio sul fatto che la recidiva non fosse correttamente contestata atteso che l’applicazione della recidiva presuppone che la precedente condanna sia divenuta definitiva prima della commissione del fatto in relazione al quale la recidiva stessa è ritenuta, poiché l’autore del nuovo delitto deve essere in grado di rendersi conto di tutte le possibili conseguenze penali derivanti dalla pregressa condanna (Sez. 2, n. 994 del 25/11/2021).
In secondo luogo, si osservava, però, che, in tema di applicazione della pena su richiesta delle parti, è inammissibile il ricorso in Cassazione con il quale, pur essendo stata formalmente dedotta l’illegalità della pena, in realtà si contesta l’errato riconoscimento della recidiva reiterata infraquinquennale ritenendone insussistenti i presupposti (Sez. 6, n. 25273 del 23/05/2018,), principio analogamente declinato anche in relazione al concordato in appello (Sez. 1, n. 30403 del 09/09/2020), deducendosi al contempo come sia parimenti inammissibile il ricorso volto a censurare la qualificazione giuridica del fatto in quanto l’accordo delle parti ex art. 599 cod. proc. pen. in ordine ai punti concordati implica la rinuncia a dedurre nel successivo giudizio di legittimità ogni diversa doglianza, anche se relativa a questione rilevabile di ufficio, con l’unica eccezione dell’irrogazione di una pena illegale (Sez. 6, n. 41254 del 04/07/2019).
Orbene, declinando tali criteri ermeneutici rispetto al caso in esame, i giudici di piazza Cavour notavano, per un verso, come la recidiva ritenuta fosse stata valutata subvalente, in uno alla aggravante del danno patrimoniale di rilevante gravità, rispetto alle riconosciute circostanze attenuanti generiche, per altro verso, come la pena non fosse illegale in quanto sarebbe tale soltanto nel caso in cui essa ecceda i limiti edittali generali previsti dagli artt. 23 e seguenti, nonché 65 e 71 e seguenti, cod. pen., oppure i limiti edittali previsti per le singole fattispecie di reato, a nulla rilevando il fatto che i passaggi intermedi che portano alla sua determinazione siano computati in violazione di legge (Sez. U„ n. 877 del 14/07/2022, in una fattispecie relativa a procedimento di applicazione della pena).
Tal che se ne faceva conseguire come il primo motivo di ricorso non fosse consentito.
3. Conclusioni
La decisione in esame desta un certo interesse essendo ivi chiarito quando, in tema di applicazione della pena su richiesta delle parti, è inammissibile il ricorso per Cassazione.
Si afferma difatti in tale pronuncia, sulla scorta di un pregresso orientamento nomofilattico, che, in tema di applicazione della pena su richiesta delle parti, è inammissibile il ricorso per Cassazione con il quale, pur essendo stata formalmente dedotta l’illegalità della pena, in realtà si contesta l’errato riconoscimento della recidiva reiterata infraquinquennale ritenendone insussistenti i presupposti, così come è parimenti inammissibile il ricorso volto a censurare la qualificazione giuridica del fatto in quanto l’accordo delle parti ex art. 599 cod. proc. pen. in ordine ai punti concordati implica la rinuncia a dedurre nel successivo giudizio di legittimità ogni diversa doglianza, anche se relativa a questione rilevabile di ufficio, con l’unica eccezione dell’irrogazione di una pena illegale.
Questo provvedimento, quindi, ben può essere preso nella dovuta considerazione ogni volta si debba ricorrere per Cassazione avverso un provvedimento di siffatto genere.
Ad ogni modo, il giudizio in ordine a quanto statuito in codesta sentenza, proprio perché contribuisce a fare chiarezza su siffatta tematica procedurale sotto il versante giurisprudenziale, non può che essere che positivo.
Volume consigliato
Appello e ricorso per cassazione penale dopo la Riforma Cartabia
Alla luce delle novità introdotte dalla Riforma Cartabia (D.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150), il volume propone al professionista che si trova ad affrontare l’appello e il ricorso per cassazione in ambito penale indicazioni operative e soluzioni per una corretta redazione degli atti e per evitare gli errori più frequenti.La prima parte è dedicata all’appello: dove va depositato? Chi può depositarlo, ed entro quando? Quali requisiti devono sussistere? E molte altre questioni di ordine pratico a cui gli autori offrono risposte attraverso richiami alla più significativa giurisprudenza di settore e con il supporto di utili tabelle riepilogative.La seconda parte si sofferma invece sul ricorso per cassazione, dai motivi del ricorso ai soggetti legittimati, dai provvedimenti impugnabili alle modalità di redazione del ricorso e degli atti successivi, con l’intento di fornire indicazioni utili ad evitare l’inosservanza o erronea applicazione della normativa e la scure dell’inammissibilità. Antonio Di Tullio D’ElisiisAvvocato in Larino, giornalista pubblicista e cultore della materia in procedura penale, è autore di numerosi articoli su riviste giuridiche telematiche.Gabriele EspositoAvvocato penalista patrocinante in Cassazione. Autore di manuali di diritto penale sostanziale e procedurale, dal 2017 è Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Napoli.
Antonio Di Tullio, Gabriele Esposito | Maggioli Editore 2023
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento