Addio agli assegni troppo alti
Tutto è cominciato con la sentenza n. 11504/2017 della Corte di Cassazione, che il 10 maggio scorso ha mutato completamente l’indirizzo degli ultimi decenni e ha slegato l’assegno divorzile dal tenore di vita di cui il coniuge godeva durante il matrimonio. Stop improvviso, dunque, agli assegni altissimi che in molti casi ex mariti ed ex mogli erano costretti a sborsare dopo il divorzio. E stop a tutti i casi in cui l’assegno diventava una sorta di mantenimento a vita per il coniuge economicamente più debole, anche se già in grado di provvedere al proprio sostentamento giornaliero.
Questo, almeno, in teoria. Nella pratica la sentenza della Cassazione, non coadiuvata da una legge dello Stato, ha portato a una grossa confusione. Da un lato sentenze che hanno capovolto la situazione precedente, concedendo l’assegno esclusivamente nei casi di estrema degenza, dall’altro pronunce che hanno esplicitamente rifiutato le nuove tendenze. In mezzo, ovviamente, una serie di richieste di uomini e donne che hanno chiesto di rinegoziare la somma versata fino a quel momento all’ex coniuge.
Cosa cambierebbe, allora, con il nuovo ddl Ferranti?
Volume consigliato:
Il nuovo disegno di legge
Il disegno di legge di Donatella Ferranti andrebbe a modificare, in sostanza, l’articolo 5 della legge sul divorzio del 1970, quello che regola l’obbligo di mantenimento per l’ex coniuge. Una nuova normativa che darebbe sostanza a quanto espresso dalla sentenza della Cassazione e dalla più recente giurisprudenza, e che allo stesso tempo eviterebbe il sorgere di applicazioni troppo stringenti della disciplina sia in un senso che nell’altro.
Per far questo è ovviamente necessario che vengano stabiliti nuovi parametri chiari. Eliminato quello del tenore di vita in costanza di matrimonio, il disegno di legge introduce quello delle condizioni economiche in cui i due coniugi vengono a trovarsi in seguito al divorzio, quello del contributo personale dato da ciascuno alla conduzione familiare e altri basati sul reddito e sulla formazione professionale.
L’assegno limitato nel tempo
Altra grande novità sarebbe quella dell’assegno divorzile “a scadenza”, ossia dell’aiuto economico all’ex partner limitato nel tempo in base alla durata del matrimonio. Il giudice in questo modo potrebbe decidere se concedere alla parte più debole un assegno solo per un certo numero di mesi o anni, ad esempio nel caso in cui l’ex coniuge si trovi in una situazione contingente particolarmente sfavorevole. Una prassi che è già normale in altri paesi europei, dalla Francia alla Spagna.
Ma quando dovrebbe essere approvata la nuova legge? La Ferranti non dà una scadenza precisa, ma assicura che l’obiettivo è quello di fare approvare il ddl entro la fine della legislatura. Tempi molto stretti, insomma, per una riforma più che mai necessaria.
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento