La Corte di Cassazione, con sentenza n. 10193 dell’11 marzo 2024, ha fornito chiarimenti in merito all’attendibilità delle testimonianze.
Per approfondimenti si consiglia il seguente volume, il quale propone al professionista che si trova ad affrontare l’appello e il ricorso per cassazione in ambito penale indicazioni operative e soluzioni per una corretta redazione degli atti e per evitare gli errori più frequenti: Appello e ricorso per Cassazione penale dopo la Riforma Cartabia
Indice
1. I fatti
La decisione della Corte di Cassazione scaturisce dai ricorsi presentati dagli imputati avverso la sentenza della Corte di appello di Napoli che ha confermato, previa esclusione dell’aggravante di cui all’art. 628, comma 3, n. 3, cod. pen., nei confronti di uno dei due, la sentenza del Gip del Tribunale di Napoli che ha condannato gli imputati in ordine ai reati loro rispettivamente ascritti (estorsione).
I ricorsi (tra gli altri motivi non oggetto di trattazione), vertevano sostanzialmente a dimostrare la conflittualità e la contraddittorietà tra alcune dichiarazioni in merito all’affermazione di responsabilità degli imputati.
Infatti, il Gup del Tribunale di Napoli ha ricavato la genesi e la natura estorsiva delle erogazioni effettuate dalla persona offesa a favore di un clan sulla scorta di quanto affermato dalla vittima del reato le cui dichiarazioni sono state ritenute attendibili anche in forza di elementi di conferma ravvisati nel dichiarato di alcuni collaboratori; ma in sede di appello queste ricostruzioni non tengono conto che la persona offesa ha sempre dichiarato di essere stata vittima di estorsione da persone diverse, oltre che dagli imputati, in piena continuità e che tale reato fosse ascrivibile ad un patto criminale che la stessa persona offesa – quale intraneo o colluso – aveva stipulato con il sistema criminale del rione a cui doveva l’apertura delle sue attività commerciali.
Per approfondimenti si consiglia il seguente volume, il quale propone al professionista che si trova ad affrontare l’appello e il ricorso per cassazione in ambito penale indicazioni operative e soluzioni per una corretta redazione degli atti e per evitare gli errori più frequenti:
Appello e ricorso per cassazione penale dopo la Riforma Cartabia
Alla luce delle novità introdotte dalla Riforma Cartabia (D.lgs. 10 ottobre 2022, n. 150), il volume propone al professionista che si trova ad affrontare l’appello e il ricorso per cassazione in ambito penale indicazioni operative e soluzioni per una corretta redazione degli atti e per evitare gli errori più frequenti.La prima parte è dedicata all’appello: dove va depositato? Chi può depositarlo, ed entro quando? Quali requisiti devono sussistere? E molte altre questioni di ordine pratico a cui gli autori offrono risposte attraverso richiami alla più significativa giurisprudenza di settore e con il supporto di utili tabelle riepilogative.La seconda parte si sofferma invece sul ricorso per cassazione, dai motivi del ricorso ai soggetti legittimati, dai provvedimenti impugnabili alle modalità di redazione del ricorso e degli atti successivi, con l’intento di fornire indicazioni utili ad evitare l’inosservanza o erronea applicazione della normativa e la scure dell’inammissibilità. Antonio Di Tullio D’ElisiisAvvocato in Larino, giornalista pubblicista e cultore della materia in procedura penale, è autore di numerosi articoli su riviste giuridiche telematiche.Gabriele EspositoAvvocato penalista patrocinante in Cassazione. Autore di manuali di diritto penale sostanziale e procedurale, dal 2017 è Consigliere dell’Ordine degli Avvocati di Napoli.
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2. Attendibilità delle testimonianze: l’analisi della Cassazione
La Corte di Cassazione analizza i ricorsi affermando che questi sono fondati sotto il profilo del vizio di motivazione in ordine all’affermazione di responsabilità.
Infatti, sulla base di quanto sopraddetto, la Suprema Corte sottolinea che, essendo la doglianza difensiva tutta incentrata sull’attendibilità della persona offesa, la Corte di appello non poteva recidere la ricostruzione della vicenda da questa resa senza affrontare il tema della complessiva attendibilità del narrato.
Sebbene la Corte ricordi che in tema di prova testimoniale trovi applicazione il principio della “scindibilità” della valutazione, da intendersi nel senso che il giudice può ritenere veritiera una parte della deposizione e, al contempo, disattendere altre parti di essa, tuttavia, in siffatte ipotesi, “il giudicante deve dare conto, con adeguata motivazione, delle ragioni che lo hanno indotto a tale diversa valutazione, e deve anche chiarire i motivi per i quali tale diversa valutazione non si risolve in un complessivo contrasto logico-giuridico della prova“.
3. La decisione della Cassazione
Alla luce di quanto finora esposto, la decisione della Corte di Cassazione rappresenta un rilevante passo nel chiarimento della complessa vicenda processuale in questione. Attraverso l’analisi dei ricorsi presentati dagli imputati, la Corte ha evidenziato un vizio di motivazione nella sentenza della Corte di appello di Napoli riguardo all’affermazione di responsabilità degli imputati.
La Suprema Corte ha sottolineato l’importanza di valutare complessivamente l’attendibilità delle testimonianze, richiedendo una motivazione adeguata nel caso in cui venga disattesa una parte della deposizione senza un chiaro confronto logico-giuridico della prova nel suo insieme. Tale decisione riflette l’importanza di un’adeguata ponderazione delle prove nel contesto giudiziario, contribuendo così a garantire la correttezza e l’imparzialità del processo.
La Corte ha, dunque, annullato la sentenza impugnata con rinvio per nuovo giudizio ad altra sezione della Corte di appello di Napoli (risultando assorbiti gli altri motivi dedotti dai ricorrenti).
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