Negli ultimi mesi, il dibattito sulla legittimità delle multe elevate tramite autovelox ha assunto una crescente rilevanza, spinto da una serie di sentenze della Corte di Cassazione che hanno evidenziato criticità nelle modalità di accertamento della velocità. Di fronte all’aumento dei ricorsi, l’Avvocatura Generale dello Stato ha predisposto una strategia di difesa condivisa per tutelare le amministrazioni pubbliche nei giudizi di opposizione. Parallelamente, l’introduzione di nuovi strumenti di controllo della velocità, come Tutor 3.0, apre scenari inediti, sia sul fronte della legittimità delle sanzioni sia sulle possibili eccezioni difensive. Per approfondimenti in materia, consigliamo il volume Autovelox e controlli stradali dopo il nuovo codice della strada.
Indice
1. Omologazione e approvazione degli autovelox: due concetti distinti
Uno dei pilastri della difesa dell’Avvocatura dello Stato è la presunta equivalenza tra omologazione e approvazione degli autovelox. Secondo questa tesi, non sarebbe necessaria un’omologazione formale, poiché l’approvazione da parte del Ministero delle Infrastrutture garantirebbe comunque l’affidabilità del dispositivo. Tuttavia, la giurisprudenza più recente ha chiarito che si tratta di due procedure differenti e non intercambiabili.
L’art. 45 del Codice della Strada stabilisce chiaramente che i dispositivi di rilevazione della velocità devono essere preventivamente omologati. La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 10505/2024, ha ribadito che l’omologazione rappresenta una verifica tecnica più approfondita rispetto alla semplice approvazione, garantendo che il dispositivo soddisfi tutti i requisiti normativi.
L’introduzione del Tutor 3.0 solleva nuove questioni in tema di omologazione e validità delle sanzioni. Questo sistema, destinato a sostituire i Tutor precedenti, prevede una tecnologia avanzata di rilevazione media della velocità, riducendo i margini di errore. Tuttavia, rimane necessario verificare la conformità dell’omologazione del sistema e il rispetto delle procedure di installazione. Gli avvocati possono quindi contestare le multe non solo per la mancanza di omologazione degli autovelox tradizionali, ma anche per eventuali irregolarità nell’implementazione di Tutor 3.0, soprattutto nei primi mesi di utilizzo. Per approfondimenti in materia, consigliamo il volume Autovelox e controlli stradali dopo il nuovo codice della strada.
Autovelox e controlli stradali dopo il nuovo codice della strada
Soluzioni di Diritto è una collana che offre soluzioni operative per la pratica professionale o letture chiare di problematiche di attualità. Uno strumento di lavoro e di approfondimento spendibile quotidianamente. L’esposizione è lontana dalla banale ricostruzione manualistica degli istituti ovvero dalla sterile enunciazione di massime giurisprudenziali. Si giunge a dare esaustive soluzioni ai quesiti che gli operatori del diritto incon- trano nella pratica attraverso l’analisi delle norme, itinerari dottrinali e giurisprudenziali e consigli operativi sul piano processuale. Omologazione o approvazione degli autovelox: quando è valido l’accertamento? Quali sono i requisiti di validità della contestazione delle violazioni mediante i dispositivi tecnologici? Come funziona il nuovo Tutor 3.0 per il controllo della velocità? Quando è possibile contestare una multa per autovelox? La presente guida risponde ai quesiti più frequenti sulle rilevanti novità intervenute sulla disciplina degli autovelox e dei controlli stradali alla luce del nuovo decreto autovelox e del nuovo codice della strada (legge 25 novembre 2024, n. 177).Arricchito da esempi pratici e casi giurisprudenziali, il volume offre un pratico strumento per aggiornarsi alle ultime novità normative e giurisprudenziali con un testo di facile consultazione.Antonio Gerardo DianaGiurista, esperto di diritto civile, processuale civile ed amministrativo, è autore di numerose pubblicazioni giuridiche monografiche e collettanee.
Antonio Gerardo Diana | Maggioli Editore 2025
22.80 €
2. Il principio di affidamento delle amministrazioni pubbliche e il rispetto della legalità
Un altro argomento frequentemente utilizzato dall’Avvocatura è il principio di affidamento delle amministrazioni pubbliche. Secondo questa linea difensiva, i Comuni avrebbero installato gli autovelox facendo legittimo affidamento sulle autorizzazioni ministeriali ricevute, senza che ciò possa essere contestato nei giudizi di opposizione. L’obiettivo di questa strategia è limitare le possibilità di annullamento delle sanzioni, sostenendo che eventuali irregolarità non possano essere fatte valere retroattivamente dagli automobilisti multati.
Gli avvocati possono contrastare questa difesa richiamando il principio di legalità, secondo cui la pubblica amministrazione non può applicare sanzioni senza il rispetto rigoroso della normativa vigente. In particolare, se un autovelox è privo di omologazione o non è stato installato secondo le disposizioni di legge, la responsabilità ricade esclusivamente sull’ente pubblico.
Nel caso del Tutor 3.0, è fondamentale verificare la corretta autorizzazione dell’installazione del sistema e la sua taratura periodica. Nonostante sia stato concepito per migliorare l’accuratezza delle rilevazioni, ogni variazione nelle modalità di rilevamento della velocità potrebbe rappresentare un elemento di contestazione per eventuali vizi di legittimità. L’introduzione di una tecnologia innovativa non esclude la necessità del pieno rispetto delle procedure previste dal Codice della Strada e dalle disposizioni ministeriali.
Potrebbero interessarti anche: Autovelox: preventiva approvazione e omologazione
3. Le irregolarità nell’installazione degli autovelox e la difesa personalizzata
L’Avvocatura dello Stato sostiene inoltre che le modalità di installazione degli autovelox non influenzino la validità delle rilevazioni. Questa posizione mira a respingere le contestazioni basate su errori nell’autorizzazione, nella segnalazione preventiva o nella posizione del dispositivo. Tuttavia, la normativa prevede requisiti stringenti che devono essere rispettati per la legittimità delle sanzioni.
Per contrastare questa tesi, gli avvocati possono verificare se l’autovelox in questione fosse correttamente segnalato e autorizzato. Le disposizioni ministeriali stabiliscono che gli strumenti di rilevazione automatica devono essere installati con una preventiva autorizzazione prefettizia e devono essere segnalati agli automobilisti con adeguata visibilità. Se tali requisiti non sono stati rispettati, la sanzione può essere contestata per vizio procedurale. Inoltre, è essenziale evitare difese generiche e puntare su elementi specifici del singolo caso, come la mancata conformità alla normativa di riferimento o la mancata taratura periodica dello strumento.
4. Conclusione
Gli avvocati che si occupano di opposizione alle sanzioni per eccesso di velocità hanno a disposizione diverse strategie per contrastare la linea difensiva dell’Avvocatura dello Stato. Contestare la mancata omologazione degli strumenti, richiamare il principio di legalità e verificare le irregolarità nell’installazione degli autovelox sono elementi chiave per costruire una difesa solida ed efficace. In un contesto in cui la giurisprudenza sta sempre più riconoscendo l’importanza della regolarità procedurale, una preparazione approfondita su questi aspetti può fare la differenza tra il rigetto e l’accoglimento di un ricorso.
Vuoi ricevere aggiornamenti costanti?
Salva questa pagina nella tua Area riservata di Diritto.it e riceverai le notifiche per tutte le pubblicazioni in materia. Inoltre, con le nostre Newsletter riceverai settimanalmente tutte le novità normative e giurisprudenziali!
Iscriviti!
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento