Bavaglio sulle ordinanze di custodia cautelare: emendamento alla legge di delegazione

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La Camera ha dato l’ok all’emendamento presentato dall’On. Costa che vieta la pubblicazione “integrale o per estratto” ordinanze di custodia cautelare. Reazione della Federazione nazionale stampa italiana che chiede al Presidente della Repubblica di non promulgare la legge.

Indice

1. L’emendamento del governo sulle ordinanze di custodia cautelare


Martedì 19 dicembre i deputati della Camera, con 160 voti favorevoli e 70 contrari, hanno licenziato l’emendamento alla legge di delegazione europea presentato dal deputato del Partito “Azione” Enrico Costa, nel testo riformulato dal governo, tramite cui si introduce il divieto di pubblicazione “integrale o per estratto” del testo dell’ordinanza di custodia cautelare. Contrari nel voto M5S, Avs e Pd, mentre maggioranza, insieme a Iv e Azione, hanno votato a favore. Nella versione primigenia, che aveva diviso la maggioranza trovando favorevole Forza Italia e contrari l’esecutivo insieme agli alleati, era stato previsto il “divieto di pubblicazione dell’ordinanza di custodia cautelare” fino alla conclusione delle indagini o dell’udienza preliminare. Invece nella riformulazione approvata, proposta dal governo, il divieto di pubblicazione del testo dell’ordinanza risulta “integrale o per estratto” del testo dell’ordinanza. I giornalisti non potranno pubblicare l’ordinanza di custodia cautelare, neppure in parte.

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2. La reazione della FNSI


Dal website istituzionale si apprende che il 21 dicembre 2023 la FNSI ha convocato una giunta straordinaria per organizzare la mobilitazione della categoria, assieme alla società civile, “contro il nuovo bavaglio al diritto di cronaca rappresentato dal divieto di pubblicare le ordinanze di custodia cautelare”. “Si tratta – ha affermato la segretaria nazionale – di un provvedimento liberticida non solo nei confronti dell’articolo 21 della Costituzione, ma anche nei confronti delle libertà individuali. È pericolosissimo che non si sappia la motivazione per cui una persona viene arrestata o meno. E non è pericoloso solo per la libertà di stampa, è pericoloso anche per lo stesso destinatario del provvedimento di custodia cautelare in carcere”. Secondo la segretaria generale del sindacato dei giornalisti “il ricordo delle dittature, dei desaparecidos, delle persone che alle porte dell’Europa vengono fatte sparire senza che nessuno ne sappia nulla, penso ad esempio ad Alexei Navalny, deve far crescere la nostra attenzione, ma anche quella dei direttori dei giornali, che devono essere al fianco dei colleghi in questa lotta, e delle istituzioni. Chiediamo fin d’ora al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – conclude la segretaria – di non firmare una legge che potrebbe essere fonte di immani distorsioni dei diritti”.

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Avv. Biarella Laura

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