Il beneficiario dell’amministrazione di sostegno è la persona fisica che, a causa di una malattia o di una disabilità, si trova nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi (art. 404 c.c.). Questa misura di protezione giuridica è finalizzata a tutelare le persone in situazioni di vulnerabilità, garantendo loro un supporto mirato, senza privarle della capacità di agire. A differenza dell’interdizione e dell’inabilitazione, l’amministrazione di sostegno si contraddistingue per la flessibilità e il rispetto delle capacità residue del beneficiario, che rimane il centro delle decisioni che lo riguardano.
Indice
- 1. Chi può essere beneficiario dell’amministrazione di sostegno?
- 2. La capacità giuridica e la capacità di agire del beneficiario
- 3. Il coinvolgimento del beneficiario nelle decisioni
- 4. Diritti del beneficiario
- 5. La protezione patrimoniale e personale del beneficiario
- Ti interessano questi contenuti?
1. Chi può essere beneficiario dell’amministrazione di sostegno?
Il beneficiario è colui che si trova in una condizione di fragilità tale da non riuscire a gestire autonomamente i propri interessi. Tale fragilità può essere causata da malattia fisica, mentale o psicologica, ma anche da situazioni transitorie che limitano temporaneamente la capacità di autodeterminazione. La norma non definisce in modo rigido le patologie o le condizioni che giustificano la nomina di un amministratore di sostegno, lasciando al giudice tutelare un ampio margine di valutazione in base alle circostanze concrete.
Tra i soggetti che possono beneficiare di tale misura, vi sono:
- Persone anziane affette da demenza senile o malattie neurodegenerative;
- Soggetti con disabilità fisiche o psichiche permanenti o temporanee;
- Persone che, per ragioni di salute, si trovano in stato di debolezza o incapacità di provvedere ai propri affari quotidiani.
2. La capacità giuridica e la capacità di agire del beneficiario
Un aspetto fondamentale dell’amministrazione di sostegno è che il beneficiario conserva, in linea generale, la propria capacità di agire per tutti gli atti che non siano stati espressamente delegati all’amministratore di sostegno dal giudice tutelare. Questo differenzia l’amministrazione di sostegno dalle altre misure di protezione come l’interdizione, in cui la persona è completamente privata della capacità di compiere atti giuridici.
Nel caso dell’amministrazione di sostegno, il giudice tutelare, nel decreto di nomina, specifica gli atti per i quali il beneficiario mantiene la propria autonomia e quelli per cui è assistito o sostituito dall’amministratore. Il principio cardine è quello di proporzionalità: l’intervento dell’amministratore deve essere limitato agli ambiti in cui la persona non è in grado di provvedere autonomamente, preservando il più possibile la sua libertà di scelta e di azione.
3. Il coinvolgimento del beneficiario nelle decisioni
Un altro elemento distintivo dell’amministrazione di sostegno è l’attenzione posta alla volontà del beneficiario. La legge, infatti, prevede che il beneficiario venga coinvolto in tutte le decisioni che lo riguardano, compatibilmente con le sue condizioni di salute e capacità di comprendere. L’amministratore di sostegno ha l’obbligo di informare il beneficiario degli atti che intende compiere e di agire tenendo conto dei desideri di quest’ultimo (art. 410 c.c.).
In questo contesto, la volontà del beneficiario non viene mai ignorata o soppressa, ma anzi diventa uno dei parametri fondamentali per orientare le scelte dell’amministratore e del giudice tutelare. Questa tutela si estende anche ai rapporti sanitari, dove il beneficiario, salvo espressa previsione contraria, mantiene il diritto di esprimere il consenso informato alle cure mediche, con il supporto dell’amministratore di sostegno.
4. Diritti del beneficiario
Il beneficiario dell’amministrazione di sostegno conserva una serie di diritti fondamentali che lo tutelano nel suo rapporto con l’amministratore e il giudice tutelare. Tra questi, vi sono:
- Il diritto all’informazione: il beneficiario ha il diritto di essere informato in modo chiaro e trasparente sulle decisioni che lo riguardano, inclusi gli atti patrimoniali e personali che l’amministratore intende compiere in suo nome.
- Il diritto alla partecipazione alle decisioni: anche se il beneficiario non è in grado di gestire autonomamente alcuni aspetti della propria vita, deve essere sempre consultato e la sua volontà deve essere rispettata, laddove possibile.
- Il diritto alla revoca o modifica dell’amministrazione di sostegno: il beneficiario può chiedere in qualsiasi momento al giudice tutelare la modifica o la revoca dell’amministrazione di sostegno, se ritiene di aver recuperato le proprie capacità o se vi è un miglioramento delle sue condizioni di salute.
5. La protezione patrimoniale e personale del beneficiario
Uno degli scopi principali dell’amministrazione di sostegno è garantire la protezione del patrimonio e la cura degli interessi personali del beneficiario. L’amministratore di sostegno, sotto la vigilanza del giudice tutelare, deve amministrare i beni del beneficiario e prendersi cura delle sue esigenze quotidiane, sempre nel rispetto della dignità e delle volontà della persona assistita.
La legge prevede inoltre un sistema di controllo e rendicontazione che assicura che l’amministratore agisca nell’esclusivo interesse del beneficiario, evitando abusi o conflitti di interesse.
Ti interessano questi contenuti?
Salva questa pagina nella tua Area riservata di Diritto.it e riceverai le notifiche per tutte le pubblicazioni in materia. Inoltre, con le nostre Newsletter riceverai settimanalmente tutte le novità normative e giurisprudenziali!
Iscriviti!
Scrivi un commento
Accedi per poter inserire un commento