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I Paesi europei hanno sviluppato diversi sistemi in materia di partecipazione di giudici non di carriera (=laici) nel dispensare giustizia. I giudici laici e gli arbitri esercitano i loro compiti in una varietà di forme:
– Una formazione precedente nel diritto o perché riconosciute dotate di capacità di saper giudicare;
– Sulla base della loro particolari conoscenze specialistiche effettive o come difensori civici;
– Giudicano da soli o in un organo collegiale (giurie popolari);
– Collaborano con ed a pari dignità dei giudici togati nelle decisioni giudiziarie elaborate in un collegio formato con giudici togati;
– Determinano o conciliano controversie.
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Questa Carta si riferisce a tutte le persone che partecipano alla stesura di provvedimenti giudiziari e o di arbitrato che:
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Non svolgono come lavoro il fare il giudice;
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Possono ricevere un compenso, ma non lo stipendio;
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Sono eletti o nominati per un periodo di tempo
(i paesi firmatari riconoscono che l’articolo II della presente Carta non può essere applicato a quei magistrati onorari che, regolarmente e continuamente svolgono le stesse funzioni giudiziaria dei giudici di carriera, come nel caso dei giudici onorari e dei vice procuratori in Italia).
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Il diritto di partecipazione da parte del popolo al dispensare giustizia è un elemento di emancipazione civile e un principio fondamentale in ogni società democratica. Esso contribuisce ad aumentare la plausibilità e la comprensibilità dei procedimenti e delle sentenze e migliora, quindi, la fiducia nel sistema legale. I giudici laici portano la loro preziosa esperienza di vita e la familiarità con la natura umana all’amministrazione della giustizia. E’ anche un mezzo per migliorare l’efficienza nella giustizia e aumentare la comprensione delle decisioni.
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I giudici laici, che sono inseriti in un collegio con i giudici togati e sono dotati di conoscenze specialistiche, acquisite attraverso l’esperienza, in settori quali il commercio, tecnologia, economia, medicina e l’istruzione, possono migliorare, in quei particolari procedimenti giudiziari, la qualità della giustizia.
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I giudici laici e gli arbitri potenziano la possibilità del cittadino di ricorrere alla giustizia sollevando o sostituendo i giudici stipendiati in alcune materie e quindi assicurando una giustizia più efficace e migliore in termini di tempi e di costi.
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Tutti i membri di un organo giurisdizionale sono indipendenti sia come persona che nei loro comportamenti e hanno pari diritti nel processo decisionale. Essi dovrebbero essere soggetti agli stessi codici di condotta e procedure disciplinari.
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L’elezione, la nomina o la designazione dei giudici laici e degli arbitri deve essere conforme a criteri oggettivi e in considerazione di idoneità senza interferenze politiche. La possibilità di essere nominati giudici onorari ed arbitri negli Stati membri dell’UE dovrebbe essere aperta a tutti i cittadini dell’UE (l’Associazione Svedese accetta l’articolo VII privo delle parole “senza interferenze politiche”).
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I giudici laici hanno la stessa responsabilità dei giudici togati nello svolgimento dei loro compiti, adoperandosi ad espletarli con imparzialità, diligenza, laboriosità, correttezza, equilibrio e moderazione, nel rispetto della dignità della persona nell’esercizio delle funzioni. Inoltre, al di fuori dell’esercizio delle loro funzioni i giudici laici devono evitare qualsiasi comportamento che comprometta la loro credibilità, prestigio e decoro o il prestigio dell’istituzione giudiziaria.
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I giudici laici e gli arbitri devono essere protetti da qualsiasi discriminazione o svantaggio nella loro professione d’origine.
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I giudici laici e gli arbitri devono essere rappresentati a ogni livello nel governo e nell’amministrazione di questioni relative al loro ufficio.
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I giudici laici e gli arbitri devono ricevere un’idonea formazione iniziale e continuata, e devono avere accesso a risorse adeguate, comprese le tecnologie dell’informazione.
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Al fine di attuare gli obiettivi della presente Carta, le organizzazioni firmatarie concordano di stabilire una cooperazione coordinata europea attraverso una organizzazione transeuropea e di mantenere i contatti con gli organi dell’Unione Europea ed il Consiglio d’Europa, eventualmente sostenuti da un Ufficio di Presidenza e da un Istituto di ricerca.
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L’obiettivo di tale coordinamento transeuropeo è quello di diffondere l’idea della partecipazione dei giudici laici nella giurisdizione dei paesi europei e degli organi giurisdizionali europei.
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Si richiede alle organizzazioni firmatarie della presente Carta di collaborare con:
– Le organizzazioni che rappresentano la magistratura giudicante ed inquirente togata;
– Le organizzazioni della società civile per rafforzare la fiducia del popolo nel ruolo dei cittadini a partecipare alla formazione del processo decisionale nell’apparato burocratico Giustizia.
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Altre organizzazioni o associazioni di laici giudici e arbitri e di pubblici ministeri laici sono invitate a sottoscrivere la presente Carta.
Bruxelles, 11 maggio 2012
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