Se il green pass è ormai nostro compagno fedele, obbligatorio per compiere le attività di tutti i giorni, e se il green pass rafforzato, l’unico che ormai serva veramente a qualcosa, si ottiene solo col vaccino o con la guarigione dal Covid, come garantire alle persone che il vaccino non lo possono fare e che (purtroppo o per fortuna) non si sono mai ammalate di Covid la stessa libertà di movimento di coloro che hanno il prezioso certificato verde?
Finora l’unico modo era presentare un certificato cartaceo, emesso dalla ASL di competenza, contenete le ragioni dell’esenzione, in sostituzione del green pass. Ma anche ad un passante occasionale è evidente la disparità di trattamento: il QR Code in cui è contenuto il nostro green pass, infatti, contiene solo i dati strettamente indispensabili affinché si certifichi se il pass è valido o meno. L’app Verifica C19 mostra una spunta verde o una croce rossa in caso di certificato valido oppure no, rispettando quel principio di minimizzazione dei dati voluto da GDPR, e garantito dal Garante della Privacy per adempiere ad una delle sue più alte funzioni: tutelare i diritti e le libertà fondamentali dei cittadini.
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Era dunque necessario preveder un QR Code simile anche per i soggetti non vaccinabili, che mostrasse solo la spunta verde, senza fornire ai controllori le motivazioni dell’esenzione. Per quale motivo, infatti, gestori di bar e ristoranti, addetti alla reception di alberghi e addetti dei grandi magazzini dovrebbero conoscere le informazioni riservate sul nostro stato di salute contenute nei certificati cartacei di esenzione?
Finalmente (meglio tardi che mai, dicono i saggi) il Garante per la Protezione dei dati personali ha espresso parere favorevole sullo schema di Dpcm che introduce la digitalizzazione delle certificazioni di esenzione dalla vaccinazione per il Covid e che dovrebbe quindi essere licenziato a breve, tenendo in debito conto le indicazioni fornite dal Garante al Ministero della salute e al Governo, sull’adozione di misure di garanzia appropriate ed idonee per tutelare i diritti fondamentali degli interessati.
Secondo quello che dovrà prevedere il DPCM, il certificato di esenzione dal vaccino sarà esattamente come il QR Code previsto per il green pass vaccinale, così che il verificatore non possa distinguere se si tratta di certificazione di esenzione o per avvenuta vaccinazione o guarigione. L’unica informazione che si desumerà dal QR Code sarà, dunque, la spunta verde di validità, oltre ai dati sull’autenticità ed integrità della certificazione, nonché le generalità dell’interessato, ma nessun dato “sensibile” sul suo stato di salute.
Le certificazioni di esenzione, inoltre, dovranno essere sempre aggiornate e revocate qualora venga meno la specifica condizione clinica che ne ha giustificato il rilascio. Inoltre, in caso di sopravvenuta positività al Covid, il green pass da esenzione verrà sospeso, per riprendere valenza una volta ottenuto il certificato di guarigione.
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Gli aspetti giuridici dei vaccini
La necessità di dare una risposta a una infezione sconosciuta ha portato a una contrazione dei tempi di sperimentazione precedenti alla messa in commercio che ha suscitato qualche interrogativo, per non parlare della logica impossibilità di conoscere possibili effetti negativi a lungo termine. Il presente lavoro intende fare chiarezza, per quanto possibile, sulle questioni più discusse in merito alla somministrazione dei vaccini, analizzando aspetti sanitari, medico – legali e professionali, anche in termini di responsabilità. Fabio M. DonelliSpecialista in Ortopedia e Traumatologia, Medicina Legale e delle Assicurazioni e in Medicina dello Sport. Professore a contratto presso l’Università degli Studi di Milano nel Dipartimento di Scienze Biomediche e docente presso l’Università degli Studi della Repubblica di San Marino. Già docente nella scuola di Medicina dello Sport dell’Università di Brescia, già professore a contratto in Traumatologia Forense presso l’Università degli Studi di Bologna e tutor in Ortopedia e Traumatologia nel corso di laurea in Medicina Legale presso l’Università degli Studi di Siena. Responsabile della formazione per l’Associazione Italiana Traumatologia e Ortopedia Geriatrica. Promotore e coordinatore scientifico di corsi in ambito ortogeriatrico, ortopedico-traumatologico e medico-legale.Mario GabbrielliSpecialista in Medicina Legale. Già Professore Associato in Medicina Legale presso la Università di Roma La Sapienza. Professore ordinario di Medicina Legale presso la Università di Siena. Già direttore della UOC Medicina Legale nella Azienda Ospedaliera Universitaria Senese. Direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina Legale dell’Università di Siena, membro del Comitato Etico della Area Vasta Toscana Sud, Membro del Comitato Regionale Valutazione Sinistri della Regione Toscana, autore di 190 pubblicazioni.Con i contributi di: Maria Grazia Cusi, Matteo Benvenuti, Tommaso Candelori, Giulia Nucci, Anna Coluccia, Giacomo Gualtieri, Daniele Capano, Isabella Mercurio, Gianni Gori Savellini, Claudia Gandolfo.
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