L’Agenzia delle Entrate, mediante comunicato stampa, ha disposto d’ufficio la chiusura delle partite IVA dei soggetti che, sulla scorta della documentazione e degli elementi in proprio possesso, emerge il mancato esercizio nei tre anni precedenti l’attività di impresa nonché artistiche o professionali. Il provvedimento del Fisco è reso noto mediante comunicazione che informa il contribuente della chiusura d’ufficio della partita IVA. Qualora il provvedimento dell’Amministrazione Finanziaria sia ritenuto errato il contribuente ha la facoltà di far valere le proprie ragioni presso l’ufficio territorialmente competente, in modo da fornire documentazioni attestanti la propria attività imprenditoriale, artistica, professionale e passività ai fini IVA.
Indice
1. Il provvedimento dell’AE
L’Amministrazione Finanziaria, al 31 luglio 2023, ha disposto 1.221 provvedimenti di cessazione d’ufficio della Partita IVA, in ottemperanza della nuova disciplina volta a scongiurare il fenomeno evasivo delle “partite iva apri e chiudi”. Di queste, 359 sono state interrotte e chiuse in Lombardia (29%), 254 nel Lazio (21%) e 166 in Campania (14%). Seguono Toscana e Veneto con 105 chiusure. Le rimanenti regioni partecipano all’ammontare con 232 partite IVA soppresse. I provvedimenti di chiusura fanno seguito alle indagini espletate dalle strutture antifrode del Fisco sulla base delle nuove disposizioni e attraverso l’ausilio di un nuovo applicativo informatico, che ha scovato un’ulteriore lista di oltre 500 partite IVA, aperte nel periodo 1° gennaio 2021 – 31 dicembre 2022, contraddistinte da irregolarità sotto il profilo soggettivo e caratterizzate da consistenti operazioni economiche, pari nel complesso ad oltre 2 miliardi di euro.
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2. La disciplina di riferimento
Il legislatore, nell’ottica di reprimere i fenomeni di evasione fiscale connessi al rilascio delle partite IVA, ha emanato un pacchetto di provvedimenti con la legge di bilancio 2023[1] introducendo due nuovi commi al D.P.R. n. 633/1972[2]. Nello specifico, il co. 15-bis.1 dispone la cessazione d’ufficio della partita IVA per quegli operatori economici caratterizzati da profili di grave e/o sistematica evasione e di inadempimento degli obblighi fiscali nell’esercizio di attività che si esauriscono dopo un breve ciclo di vita (cd. “Partite Iva apri e chiudi”).Il successivo co. 15-bis.2 dispone che il titolare di partita IVA destinatario di un provvedimento di cessazione della partita IVA possa giovare di una nuova partita IVA soltanto – previa – esibizione di una polizza fideiussoria o di una fideiussione bancaria della durata di tre anni aventi importo non inferiore ad € 50,000 e, in ogni caso, rapportata alle trasgressioni fiscali commesse, se di importo superiore.
3. I dati di ogni singola regione
Le 1.221 partite IVA dismesse in automatico dal fisco, a decorrere dal 1° gennaio 2023, sono suddivise nel seguente modo:
- LOMBARDIA: 359
- LAZIO: 254
- CAMPANIA: 166
- TOSCANA: 105
- VENETO: 105
- LIGURIA: 38
- SICILIA: 35
- EMILIA ROMAGNA: 35
- ABRUZZO: 28
- FRIULI VENEZIA GIULIA: 22
- MOLISE: 19
- PUGLIA: 19
- PIEMONTE: 18
- MARCHE: 4
- CALABRIA: 4
- SARDEGNA: 3
- UMBRIA: 3
- PROV. DI TRENTO: 3
- BASILICATA: 1
- Totale: 1221
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