La competenza territoriale del Tribunale di sorveglianza, una volta stabilita, può variare in seguito a cambiamenti dovuti a provvedimenti successivi? Per un valido supporto per professionisti consigliamo: Codice penale e di procedura penale e norme complementari -Edizione 2024. Aggiornato alla Riforma Nordio e al decreto Svuota Carceri
Indice
1. La questione: eccezione di incompetenza
Il Tribunale di sorveglianza di Perugia ammetteva il detenuto al regime della semilibertà con svolgimento di attività lavorativa come magazziniere, respingendo al contempo un’istanza di affidamento in prova ai servizi sociali, dichiarando inammissibile quella di detenzione domiciliare.
Ciò posto, avverso questa decisione il difensore ricorreva per Cassazione, e, tra i motivi ivi addotti, costui deduceva violazione di legge ai sensi dell’art. 606, comma 1 lett. b) ed e), cod. proc. pen in relazione agli artt. 677 e 656 cod. proc. pen., sostenendosi come il Tribunale di sorveglianza di Perugia avesse errato nel non declinare la propria competenza in favore del Tribunale di sorveglianza di Bari, nel cui territorio il ricorrente si trovava ristretto agli arresti domiciliari. Per un valido supporto per professionisti consigliamo: Codice penale e di procedura penale e norme complementari -Edizione 2024. Aggiornato alla Riforma Nordio e al decreto Svuota Carceri
Codice penale e di procedura penale e norme complementari
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2. La soluzione adottata dalla Cassazione
Il Supremo Consesso riteneva il motivo suesposto infondato, ritenendo come il Tribunale di sorveglianza avesse respinto l’eccezione di incompetenza con una decisione conforme a quell’orientamento nomofilattico secondo cui: «in forza del principio della perpetuatio jurisdictionis, la competenza per territorio del tribunale di sorveglianza, una volta radicatasi con riferimento alla situazione esistente all’atto della richiesta di una misura alternativa alla detenzione, rimane insensibile agli eventuali mutamenti che tale situazione può subire in virtù di successivi provvedimenti, e ciò anche nelle ipotesi in cui sopravvenga, dopo la presentazione della richiesta iniziale, un ulteriore titolo esecutivo» (Sez. 1, n. 22257 del 17/04/2024; principio già affermato da Sez. 1, n. 57954 del 19/09/2018).
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3. Conclusioni
La decisione in esame desta un certo interesse essendo ivi chiarito se la competenza territoriale del Tribunale di sorveglianza, una volta stabilita, può variare in seguito a cambiamenti dovuti a provvedimenti successivi.
Si fornisce difatti in tale pronuncia una risposta negativa a siffatto quesito sulla scorta di quell’indirizzo interpretativo con cui è stato per l’appunto postulato che, in base al principio della perpetuatio jurisdictionis, la competenza territoriale del Tribunale di sorveglianza, una volta stabilita al momento della richiesta di una misura alternativa, non cambia a causa di eventuali mutamenti successivi, incluso il sopraggiungere di un nuovo titolo esecutivo.
Pertanto, ove si verifichi una situazione di questo genere, è sconsigliabile, perlomeno alla stregua di tale approdo ermeneutico, eccepire l’incompetenza territoriale di siffatto organo giudicante.
Ad ogni modo, il giudizio in ordine a quanto statuito in codesta sentenza, poiché prova a fare chiarezza su siffatta tematica procedurale sotto il versante giurisprudenziale, non può che essere positivo.
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