La composizione negoziata si conferma come un importante strumento da percorrere per le imprese in difficoltà finanziaria che mirano alla continuità aziendale, con recenti decisioni giudiziarie a maggio 2024 che ne ampliano le tutele patrimoniali.
Recenti ordinanze emesse dai tribunali, come quelle del Tribunale di Udine del 30 aprile 2024, del Tribunale di Gorizia del 19 marzo 2024 e del Tribunale di Torino del 5 dicembre 2023, rivelano un ampliamento significativo delle misure cautelari d’urgenza per proteggere il patrimonio del debitore durante la composizione negoziata. Per approfondimenti sulla composizione negoziata consigliamo il volume: Come gestire la composizione negoziata nel risanamento dell’impresa
Indice
1. I vantaggi della composizione negoziata della crisi
La composizione negoziata della crisi aziendale si presenta, sempre di più, come uno strumento cruciale per la gestione delle difficoltà finanziarie delle imprese. A confermarlo è non solo l’aumento delle istanze presentate presso le CCIAA, ma anche l’approccio che i tribunali hanno adottando, nell’ultimo anno; si vedano i provvedimenti cautelari d’urgenza per ampliare la protezione del patrimonio dei debitori durante questo processo. Questi provvedimenti consentono di bloccare le azioni dei creditori che potrebbero compromettere il successo delle trattative intraprese o da attivare durante la cnc, estendendo la durata della salvaguardia al di là dei limiti tradizionali delle misure protettive. In questo contesto, il tribunale può non solo inibire le azioni esecutive individuali dei creditori, ma anche estendere il periodo di salvaguardia oltre i limiti tradizionali, a condizione che ciò favorisca il successo delle trattative. Questo significa che possono essere prese in considerazione altre iniziative dei creditori, oltre alle azioni esecutive, per garantire la protezione del patrimonio del debitore.
L’imprenditore, afflitto da tensioni finanziarie, richiede spesso la possibilità di elaborare un piano di risanamento e negoziare le condizioni finanziarie senza il rischio di interferenze da parte dei singoli creditori, mantenendo così l’integrità dei valori aziendali e la realizzazione del piano.
Le misure che il debitore può richiedere comprendono l’inibizione delle azioni esecutive e l’acquisizione di titoli di prelazione non concordati. Tuttavia, tali misure potrebbero non essere sufficienti a proteggere appieno il patrimonio aziendale, specialmente considerando che il processo di composizione può protrarsi per un periodo superiore ai tradizionali 240 giorni. Di conseguenza, le ordinanze dei tribunali stanno delineando la possibilità di adottare provvedimenti cautelari più ampi, pur garantendo il buon esito delle trattative. Per approfondimenti sulla composizione negoziata consigliamo il volume: Come gestire la composizione negoziata nel risanamento dell’impresa
Come gestire la composizione negoziata nel risanamento dell’impresa
La crisi emergenziale conseguente alla pandemia ha indotto il legislatore a intervenire in modo significativo in ambito concorsuale, fornendo alle imprese in difficoltà nuovi strumenti per gestire in una prospettiva quanto più possibile anticipata la crisi di impresa.Lo strumento della composizione negoziata – una delle innovazioni più incisive – consente all’imprenditore, che si trova in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario, di perseguire un tempestivo risanamento dell’impresa con il supporto di un esperto indipendente, che agevoli le trattative con i creditori e gli altri soggetti interessati.Il volume, aggiornato alla recentissima Legge 21 aprile 2023, n. 41 di conversione del D.L. 13/2023 (Decreto PNRR), è un utile ausilio per il professionista chiamato a confrontarsi con il procedimento di composizione negoziata della crisi di impresa, affrontando la disciplina in una prospettiva multidisciplinare che valorizza dal punto di vista giuridico, ma non solo, i molteplici e distinti aspetti di un istituto che pare destinato ad essere utilizzato con sempre maggior frequenza.Filippo GhignoneAvvocato del Foro di Bologna, Dottore di ricerca in Diritto Fallimentare presso l’Università di Bologna. Svolge la professione e l’attività di ricerca nell’ambito del diritto fallimentare e concorsuale in genere, occupandosi prevalentemente di ristrutturazione del debito, di distressed investments e di c.d. special opportunities. È autore di diverse pubblicazioni in materia di diritto commerciale e fallimentare.
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2. In che modo i tribunali hanno favorito le imprese in crisi
In sintesi si può dire che le decisioni giudiziarie del 2024 hanno favorito le imprese in crisi in questo modo:
Protezione del patrimonio: I tribunali hanno il potere di inibire le iniziative dei creditori, garantendo al debitore la possibilità di definire un progetto di risanamento e negoziare al riparo dalle azioni individuali che minacciano l’unità aziendale e la riuscita del piano (Tribunale di Udine del 30 aprile 2024, Tribunale di Gorizia del 19 marzo 2024 e Tribunale di Torino del 5 dicembre 2023) .
Estensione della salvaguardia: Il termine massimo delle misure protettive può risultare insufficiente per completare le trattative. I tribunali possono prolungare la protezione del patrimonio oltre questi limiti, se necessario per il successo delle negoziazioni .
Blocco delle revoca delle licenze: In casi come quello del Tribunale di Torino, è stato impedito il rischio di revoca delle licenze, preservando così la continuità delle attività aziendali e il successo del piano di risanamento .
Queste misure innovative dimostrano l’impegno dei tribunali nel proteggere il patrimonio aziendale durante la composizione negoziata, garantendo al contempo la continuità delle attività economiche.
La Federcontribuenti, con il suo team di professionisti esperti, offre supporto legale e commerciale alle imprese che considerano la composizione negoziata come soluzione alle loro difficoltà finanziarie
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