Composizione negoziata e tutela della continuità finanziaria: la Cassazione valorizza il principio di neutralità dell’accesso alla procedura

L’Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione ha chiarito uno dei passaggi più critici nella gestione anticipata della composizione negoziata.

Allegati

Con la relazione del 30 gennaio 2025, l’Ufficio del Massimario della Corte di Cassazione ha chiarito uno dei passaggi più critici nella gestione anticipata della crisi d’impresa: il comportamento degli istituti di credito nei confronti del debitore che accede alla composizione negoziata. Il documento fornisce un’interpretazione sistematica del novellato art. 16, comma 5, del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (d.lgs. 14/2019), come modificato dal d.lgs. 13 ottobre 2024, n. 136 (cd. “correttivo-ter”), stabilendo che l’accesso alla composizione negoziata non può costituire di per sé causa di revoca o sospensione degli affidamenti bancari in essere. Per l’approfondimento consigliamo il volume Le tutele del nuovo sovraindebitamento: come uscire dal debito. Per la preparazione abbiamo organizzato il corso di formazione in materia Corso abilitante per Gestore della crisi d’impresa, Curatore, Commissario giudiziale, Liquidatore e Attestatore – V edizione

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Indice

1. Il quadro normativo: il nuovo art. 16, comma 5, CCII


La riformulazione dell’articolo 16, comma 5, CCII, entrata in vigore il 29 settembre 2024, impone un cambio di paradigma: la banca deve valutare il merito creditizio del debitore non sulla base dell’evento “accesso alla composizione”, ma sulla tenuta e sostenibilità del piano di risanamento. Il nuovo assetto mira a evitare reazioni “difensive” da parte degli istituti finanziari, le quali potrebbero determinare effetti sistemici disfunzionali: la revoca immediata delle linee di fido rende spesso irrealizzabile il risanamento stesso, con effetto paradossale di aggravare la crisi anziché prevenirla. Per l’approfondimento consigliamo il volume Le tutele del nuovo sovraindebitamento: come uscire dal debito

FORMATO CARTACEO

Le tutele del nuovo sovraindebitamento. Come uscire dal debito

Aggiornato al terzo decreto correttivo del CCII (D.Lgs. 13 settembre 2024, n. 136), il volume, giunto alla sua II edizione, propone un’ampia ricognizione delle rilevanti novità normative e del panorama giurisprudenziale sul tema della crisi da sovraindebitamento. Sono raccolti diversi casi giudiziari riguardanti piani, omologati e non, ove emergono gli orientamenti dei vari fori e le problematiche applicative della normativa di riferimento. Il taglio pratico rende l’opera uno strumento utile per il professionista – gli organismi di composizione e i gestori della crisi, gli advisor e i liquidatori – al fine di offrire un supporto nelle criticità e i dubbi che possano sorgere nella predisposizione del Piano. Monica MandicoAvvocato cassazionista, Founder di Mandico&Partners. Gestore della crisi, curatore, liquidatore e amministratore giudiziario. È presidente di Assoadvisor e coordinatrice della Commissione COA Napoli “Sovrain- debitamento ed esdebitazione”. Già componente della Commissione per la nomina degli esperti indipendenti della composizione negoziata presso la CCIAA di Napoli. Esperta in crisi d’impresa e procedure di sovraindebitamento e presidente di enti di promozione sociale. Autrice di numerose pubblicazioni, dirige la Collana “Soluzioni per la gestione del debito” di Maggioli Editore, ed è docente di corsi di alta formazione e master accreditati presso Università e ordini professionali.

 

Monica Mandico | Maggioli Editore 2025

2. La Cassazione: una ricostruzione garantista del rapporto banca-debitore nella composizione negoziata


La Corte, nel commento del Massimario (30 gennaio 2025), ha richiamato il principio di “neutralità” dell’accesso alla composizione negoziata rispetto alla classificazione dei crediti in bilancio. In altri termini, la semplice attivazione della procedura non può determinare un automatico declassamento dell’esposizione a “crediti deteriorati” o “unlikely to pay”. Solo un comportamento colposo del debitore o un piano inadeguato possono giustificare una diversa valutazione prudenziale. Le banche, pertanto, non solo non possono revocare gli affidamenti in modo arbitrario, ma sono tenute a comunicarne le ragioni sia agli organi amministrativi dell’impresa che agli organi di controllo, in modo puntuale e documentato.

3. Responsabilità e tutela degli istituti di credito


Il decreto correttivo-ter ha inteso riequilibrare le responsabilità delle banche. Il legislatore ha infatti previsto espressamente che la prosecuzione del rapporto di affidamento, anche in presenza di segnali di crisi, non costituisce elemento di responsabilità per concessione abusiva di credito, se avviene nel rispetto dei criteri di valutazione previsti dal piano di risanamento. È un passaggio cruciale che tutela sia la banca che il debitore virtuoso. Viene incentivata la concessione della liquidità necessaria nella fase iniziale della crisi, ma al tempo stesso si responsabilizza l’ente finanziatore sul piano della vigilanza e trasparenza. Potrebbe interessarti anche: Liquidazione e composizione negoziata: nuove opportunità di risanamento alla luce del Correttivo Ter

4. Rilevanza strategica per il debitore: muoversi in anticipo


L’imprenditore che accede con tempestività alla composizione negoziata, dimostrando proattività e trasparenza, potrà contare su una cornice normativa favorevole, a condizione che il piano di risanamento sia realistico e sostenibile. La prassi bancaria dovrà adeguarsi: l’accesso alla composizione negoziata è ormai uno strumento qualificato e protetto, e non può più essere letto come un segnale automatico di insolvenza. Qualsiasi decisione della banca dovrà essere motivata in modo oggettivo, evitando comportamenti ispirati solo alla salvaguardia dell’esposizione creditizia.

5. Conclusioni operative e prospettive


La ricostruzione offerta dalla Cassazione – in linea con l’impianto pro-concordatario del CCII – costituisce una svolta culturale e giuridica nel rapporto banca-debitore. L’obiettivo è chiaro: fare della composizione negoziata un vero strumento di prevenzione e non un semplice anticamera della liquidazione. Il rispetto degli obblighi di trasparenza, la corretta comunicazione tra le parti e la valutazione effettiva della sostenibilità del piano di risanamento rappresentano oggi le coordinate imprescindibili di una gestione evoluta della crisi.

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Fonti e riferimenti normativi

  • Decreto Legislativo 12 gennaio 2019, n. 14 – Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza
  • Decreto Legislativo 13 ottobre 2024, n. 136 (“correttivo-ter”)
  • Corte di Cassazione, Relazione Massimario 30 gennaio 2025 – Commento all’art. 16 CCII
  • Comunicazioni Banca d’Italia su classificazione dei crediti e vigilanza prudenziale
  • Relazione illustrativa al d.lgs. 136/2024

Avv. Monica Mandico

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