Conflitto d’interessi tra Amministratore e Condominio (Ord.12377/2023)

Commento sul conflitto di interessi che la legge, a determinate condizioni, prende in considerazione come causa di annullamento della delibera assembleare.
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1. Il fatto: qual è il perimetro della questione?

Il Condomino Francesco impugna la delibera dell’Assemblea condominiale nella parte in cui la stessa decide di affidare l’esecuzione di lavori condominiali di manutenzione straordinaria della pavimentazione e della rete fognaria ad una Società in cui l’Amministratore condominiale è sia socio che amministratore unico. Ad avviso del medesimo Condomino, l’Amministratore condominiale risulta essere “chiaramente portatore di un interesse personale in conflitto con quello condominiale”.

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2. La decisione della Corte

Secondo la Corte di Cassazione, che si è pronunciata con l’ordinanza n. 12377 del 09.05.2023, “il conflitto di interessi che la legge, a determinate condizioni, prende in considerazione come causa di annullamento della delibera assembleare è quello rinvenibile tra coloro che, partecipando al voto, concorrono alla formazione della volontà collettiva, laddove l’amministratore di condominio presenzia ma non partecipa all’assemblea e non ha diritto di voto, a meno che, ma la circostanza non è stata addotta, sia egli stesso condomino. Correttamente pertanto la Corte distrettuale ha ritenuto il motivo di impugnativa infondato, in assenza di qualsiasi deduzione circa l’influenza che l’amministratore avrebbe esercitato sui votanti al fine di orientarne le scelte, in diparte ogni ulteriore valutazione sulla idoneità di tale intervento a determinare un vizio di volontà dell’assemblea”. Risulta, difatti, determinante la possibilità dell’Amministratore di votare: possibilità al medesimo concessa ove sia anche Condomino (evento escluso nel caso specifico).

3. Conclusioni: quando la delibera non è annullabile

Pertanto, gli Ermellini confermano la pronuncia dei Giudici di secondo grado, escludendo un conflitto di interessi tra il Condominio ed il suo Amministratore, socio e amministratore unico della società aggiudicataria dei lavori deliberati dall’Assemblea. Il ricorso del Condomino viene, dunque, respinto. I Giudici della Corte di Cassazione condannano il predetto al pagamento delle spese di giudizio, liquidate in euro 4.200, di cui duecento euro per esborsi oltre accessori di legge e spese generali.

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