I contratti atipici- Scheda di Diritto

Redazione 06/09/24

Nel diritto civile italiano, i contratti atipici rappresentano una categoria di accordi che si discostano dai contratti tipizzati e disciplinati specificamente dal Codice Civile. A differenza dei contratti tipici (come la compravendita, la locazione o il mutuo), i contratti atipici non sono espressamente regolamentati da norme particolari, ma trovano il loro fondamento giuridico nell’articolo 1322 del Codice Civile, il quale sancisce il principio dell’autonomia contrattuale. Questo principio consente alle parti di creare nuove forme contrattuali, purché siano lecite e rispettino i limiti imposti dall’ordinamento.

Indice

1. Fondamenti giuridici


L’articolo 1322 del Codice Civile stabilisce che “le parti possono liberamente determinare il contenuto del contratto nei limiti imposti dalla legge”. Il secondo comma dello stesso articolo introduce la possibilità di stipulare contratti atipici, purché essi siano diretti a realizzare interessi meritevoli di tutela secondo l’ordinamento giuridico. Questo significa che la libertà contrattuale non è assoluta, ma deve rispettare alcuni limiti essenziali, tra cui:

  • Liceità della causa: la finalità del contratto deve essere lecita, ovvero non può essere contraria alla legge, all’ordine pubblico o al buon costume.
  • Meritevolezza degli interessi: gli interessi che il contratto mira a soddisfare devono essere considerati meritevoli di tutela dall’ordinamento.
  • Non violazione di norme imperative: i contratti atipici non possono derogare a norme imperative del diritto civile o altre disposizioni normative.

2. Differenza tra contratti tipici e atipici


La principale differenza tra i contratti tipici e quelli atipici risiede nella regolamentazione. Mentre i primi sono dettagliatamente disciplinati dal Codice Civile, che ne prevede struttura, requisiti e effetti, i contratti atipici sono lasciati alla libera determinazione delle parti. Tuttavia, la mancanza di una regolamentazione specifica non implica che i contratti atipici siano privi di tutela o di criteri da seguire.
I contratti atipici, infatti, devono rispettare i principi generali del diritto dei contratti, come quelli relativi alla buona fede, all’equilibrio delle prestazioni, all’interpretazione del contratto secondo il suo fine e alla tutela della parte più debole.

3. Tipologie di contratti atipici


Negli anni, la pratica commerciale e giurisprudenziale ha visto l’emergere di diverse forme di contratti atipici, alcuni dei quali sono ormai divenuti di uso comune in settori specifici. Tra i più rilevanti possiamo citare:

  • Contratto di leasing: Si tratta di un accordo in cui una parte (locatore o concedente) concede a un’altra parte (locatario o utilizzatore) l’uso di un bene, generalmente per un periodo di tempo determinato, dietro il pagamento di un canone periodico. Alla fine del contratto, il locatario può avere la possibilità di acquistare il bene a un prezzo predeterminato.
  • Contratto di franchising: Questo contratto consente a un imprenditore (franchisee) di utilizzare il marchio, il know-how e i sistemi operativi di un altro imprenditore (franchisor) per svolgere un’attività economica. In cambio, il franchisee paga una royalty al franchisor e si impegna a rispettare determinate regole operative.
  • Contratto di factoring: In questo tipo di accordo, un’impresa cede a una società di factoring i propri crediti commerciali. In cambio, la società di factoring fornisce servizi finanziari e gestionali, tra cui l’anticipazione del credito, la gestione degli incassi e, in alcuni casi, la copertura del rischio di insolvenza.
  • Contratto di joint venture: È un accordo tra due o più imprese che decidono di collaborare temporaneamente per realizzare un progetto comune, senza dar vita a una nuova entità giuridica autonoma. Le parti mantengono la propria indipendenza, ma condividono i rischi e i benefici dell’operazione.
  • Contratti informatici e digitali: Con l’avvento delle nuove tecnologie, sono emersi nuovi tipi di contratti atipici legati al mondo digitale. Tra questi rientrano i contratti di licenza software, i contratti di cloud computing e i contratti di outsourcing tecnologico.

4. Validità e limiti dei contratti atipici


I contratti atipici, per essere validi, devono rispettare i requisiti generali previsti dal Codice Civile per tutti i contratti, come la capacità delle parti, la forma (se richiesta ad substantiam), e la causa lecita. Inoltre, devono garantire un equilibrio nelle prestazioni delle parti e non devono contenere clausole vessatorie che possano squilibrare eccessivamente i diritti e gli obblighi contrattuali.
La giurisprudenza ha più volte ribadito che, pur in assenza di una disciplina specifica, i contratti atipici sono pienamente validi e tutelati, a condizione che rispettino i principi generali del diritto contrattuale e le norme imperative dell’ordinamento. In particolare, i giudici verificano che non vi siano clausole abusive o eccessivamente gravose per una delle parti, garantendo così la tutela dell’equilibrio contrattuale e il rispetto del principio di buona fede.

5. Vantaggi e svantaggi


I contratti atipici presentano diversi vantaggi, tra cui la flessibilità e la personalizzazione. Le parti possono modellare l’accordo secondo le proprie esigenze specifiche, creando una struttura contrattuale che risponde in modo puntuale agli interessi coinvolti. Questo aspetto è particolarmente utile in settori in rapida evoluzione, come quello tecnologico o finanziario, dove i contratti tipici potrebbero risultare inadeguati.
Tuttavia, i contratti atipici presentano anche alcuni svantaggi. La mancanza di una disciplina codificata può creare incertezza sulle conseguenze giuridiche di determinate clausole, rendendo necessaria una maggiore attenzione nella redazione del contratto. Inoltre, l’assenza di una normativa specifica può rendere più difficile risolvere eventuali controversie, affidando di fatto alla giurisprudenza il compito di interpretare e regolare tali contratti.

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