Convenzione AI del Consiglio d’Europa: l’approccio umanocentrico

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Il Consiglio d’Europa ha recentemente adottato la prima Convenzione internazionale giuridicamente vincolante sull’intelligenza artificiale, che disciplina l’intero ciclo di progettazione dei siatemi AI. Questa iniziativa pone un nuovo paradigma nel trattamento dei sistemi AI, con l’intento esplicito di salvaguardare i diritti umani attraverso un approccio fortemente umano-centrico. La Convenzione segna una svolta, integrando 46 Stati membri e 11 non membri in una collaborazione per modellare l’evoluzione tecnologica in maniera etica e responsabile.
Per il testo della Convenzione, rimandiamo all’articolo: Intelligenza artificiale e diritti umani: la nuova Convenzione Consiglio d’Europa

Indice

1. Contesto e implicazioni della Convenzione


La Convenzione del Consiglio d’Europa è stata elaborata dopo un’intensa attività di esame da parte del Comitato sull’intelligenza artificiale (CAI). L’obiettivo è di disciplinare l’intero ciclo di vita dei sistemi AI, dall’ideazione al decommissioning, assicurando che tutte le fasi rispettino i principi di democrazia e diritti umani. Questa normativa si distingue per il suo approccio umano-centrico, volto a minimizzare i rischi potenziali che possono emergere dall’uso e sviluppo dell’AI. In questo contesto, la Convenzione non regola direttamente gli aspetti economici o di mercato dei sistemi AI, ma si concentra esclusivamente sulla protezione e promozione dei diritti umani.
Il processo di creazione della Convenzione è stato notevolmente inclusivo, coinvolgendo una vasta gamma di stakeholder che includevano Stati membri dell’Unione e non membri, rappresentanti del settore privato, della società civile e del mondo accademico. Questo approccio ha permesso di arricchire il testo con diverse prospettive e di assicurare che gli interessi di varie entità fossero considerati e bilanciati.

2. Principali obiettivi e ambito di applicazione


Uno degli aspetti salienti della Convenzione è il suo focus esclusivo sui diritti umani. Questo trattato internazionale non si occupa delle dinamiche di mercato ma mira a creare un quadro giuridico comune che possa essere applicato globalmente per assicurare che le operazioni AI rispettino i diritti umani, la democrazia e lo stato di diritto. L’articolo 4, in particolare, impone agli Stati firmatari di adottare meccanismi di tutela rafforzata per i diritti umani, dimostrando un impegno concreto verso la minimizzazione dei rischi AI.
Gli articoli 8 e 9 della Convenzione enfatizzano l’importanza della trasparenza e della responsabilità nel design e nell’implementazione dei sistemi AI. Questi principi sono fondamentali per garantire che i sistemi siano comprensibili e accessibili, e che le loro operazioni non compromettano i diritti umani o le strutture democratiche.

3. L’approccio umano-centrico nell’intelligenza artificiale: cuore della Convenzione del Consiglio d’Europa


La Convenzione del Consiglio d’Europa sull’intelligenza artificiale si distingue per il suo forte impegno verso un approccio “umano-centrico”. Questa filosofia guida è intesa a garantire che lo sviluppo e l’applicazione delle tecnologie AI siano realizzati con una primaria considerazione per i diritti umani, la dignità individuale e la democrazia.
L’approccio umano-centrico presuppone che tutte le fasi di sviluppo, implementazione e gestione dei sistemi di intelligenza artificiale siano intraprese con lo scopo di amplificare il benessere umano, proteggendo contemporaneamente l’individuo da possibili abusi o danni derivanti dall’uso di queste tecnologie. In pratica, questo significa che le decisioni prese dai sistemi AI devono essere trasparenti, giustificabili, e soprattutto, sottoposte a supervisione umana.

4. Componenti chiave del modello umano-centrico


1.      Partecipazione attiva: gli utenti e le parti interessate sono coinvolti attivamente nel processo di design e valutazione dei sistemi AI. Questo include la consultazione con rappresentanti della società civile, esperti di etica, giuristi, e altri per assicurare che le applicazioni AI riflettano un ampio spettro di interessi umani.
2.      Protezione della dignità umana: uno dei pilastri dell’approccio umano-centrico è la protezione della dignità umana. Ciò significa che i sistemi AI devono essere progettati in modo da non deumanizzare gli individui né ridurli a semplici dati. La dignità umana implica il riconoscimento e il rispetto delle ricche dimensioni dell’identità umana, incluse le esperienze, i valori e le emozioni.
3.      Minimizzazione dei rischi: la progettazione e l’implementazione dei sistemi AI devono mirare alla minimizzazione dei rischi, prevenendo situazioni in cui l’intelligenza artificiale possa causare danni involontari. Questo include lo sviluppo di meccanismi di allerta precoce e sistemi di revisione per identificare e mitigare possibili impatti negativi prima che si manifestino.
4.      Equità e non discriminazione: i sistemi AI devono essere esenti da pregiudizi e discriminazioni, garantendo che non perpetuino disparità esistenti né introducano nuove forme di disuguaglianza. Questo richiede una rigorosa verifica e validazione delle tecnologie AI per identificare ed eliminare bias.
5.      Trasparenza e spiegabilità: l’articolo 8 della Convenzione mette in risalto la necessità che i sistemi AI siano comprensibili e accessibili agli utenti, permettendo loro di comprendere le decisioni prese e, se necessario, contestarle. Questo è vitale per costruire fiducia tra gli utenti e per garantire che le macchine rimangano strumenti al servizio dell’umanità.

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